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  • Giovedì 14 gennaio 2016

La prima Roma di Spalletti

Una squadra spettacolare ed efficace, costruita in mezzo a molte difficoltà e con pochi soldi: nel 2008 sfiorò lo scudetto ed eliminò il Real Madrid dalla Champions League

Luciano Spalletti nel 2008 (DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images)
Luciano Spalletti nel 2008 (DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images)

Il ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma è stato ufficializzato oggi, dopo che da diverse settimane si parlava del suo possibile ritorno in seguito all’esonero di Rudi Garcia. Spalletti, che fino a due anni fa era l’allenatore dello Zenit San Pietroburgo, ha già allenato la Roma tra il 2005 e il 2009: anni in cui la squadra della capitale divenne la seconda forza del campionato e secondo molti giocò il miglior calcio fra tutte le squadre del campionato italiano.

Molti tifosi e giornalisti ricordano molto positivamente quel periodo, e sperano che la Roma torni a giocare un calcio ugualmente efficace e spettacolare mettendo da parte il gioco confuso e sterile degli ultimi mesi della gestione di Garcia. Al suo ritorno a Roma, Spalletti ha ritrovato una squadra e una società completamente differenti da quelle di sette anni fa: oggi ha una proprietà più ricca ed ambiziosa di quella precedente ed una squadra sulla carta addirittura più forte ma in sostanziale crisi. C’è però almeno una parziale similitudine fra il contesto in cui Spalletti arrivò alla Roma la prima volta e il suo ritorno di oggi: una situazione molto difficile dal punto di vista del gioco e dei risultati.

Dieci anni fa
Nell’estate del 2005, al termine di una stagione disastrosa, la dirigenza della Roma — allora proprietà della famiglia Sensi — decise di ingaggiare Spalletti dopo che aveva appena lasciato l’Udinese, che con lui riuscì per la prima volta nella sua storia a qualificarsi ai preliminari di Champions League. Nella stagione precedente, la Roma aveva cambiato cinque allenatori: il primo ad essere ingaggiato fu Cesare Prandelli, che però si dimise prima dell’inizio del campionato per stare vicino alla moglie gravemente malata. La squadra si ritrovò a fine agosto senza l’allenatore con cui aveva svolto tutta la preparazione estiva e la società dovette risolvere rapidamente la situazione. Venne ingaggiato l’ex calciatore Rudi Völler, che solo pochi mesi prima aveva lasciato il ruolo di allenatore della nazionale tedesca. Völler rimase in carica per quattro giornate e si dimise dopo una sconfitta per 3 a 1 in casa del Bologna, la terza in quattro partite. A quel punto la squadra venne affidata temporaneamente all’allenatore in seconda Ezio Sella e a fine settembre l’incarico fu dato a Luigi Del Neri, che era stato esonerato dai campioni d’Europa in carica del Porto prima dell’inizio del campionato.

La scelta di Del Neri fu molto criticata: sia da tifosi, che lo ritenevano una scelta inadeguata per l’ambiente romano, sia da diversi opinionisti sportivi, che giustificarono la scelta una forzatura in quanto causata dagli imprevisti di inizio stagione. Del Neri arrivò in una squadra composta da giocatori che soddisfacevano molto poco le sue abitudini tattiche: di conseguenza il campionato della Roma fu mediocre e Del Neri fu esonerato alla 28esima giornata, dopo aver perso contro il Cagliari per 3 a 0. Per sostituirlo fino al termine della stagione fu chiamato Bruno Conti, ex calciatore della Roma e idolo dei tifosi. Conti guidò la squadra nella finale della Coppa Italia persa contro l’Inter e riuscì ad ottenere l’accesso alla Coppa UEFA dell’anno successivo.

Nella stagione 2005/2006 Spalletti ricoprì il ruolo che avrebbe dovuto essere di Prandelli l’anno prima: quello dell’allenatore molto promettente su cui puntare per costruire una squadra in grado di restare stabilmente nelle zone alte della classifica. Nel calciomercato estivo però la Roma non spese praticamente niente e fece ricorso principalmente a prestiti e giocatori svincolati: alcuni di questi divennero protagonisti delle ottime prestazioni della squadra negli anni successivi, come Rodrigo Taddei e il portiere brasiliano Doni; altri non lasciarono tracce della loro permanenza.

La Roma non era considerata una squadra in grado di lottare per la vittoria del campionato, e tutto sommato Spalletti riuscì a terminare la stagione ad un buon quinto posto, dopo alcuni momenti delicati e una serie molto positiva di undici vittorie consecutive. La prima stagione di Spalletti alla Roma fu anche la meno movimentata: fra le cose notevoli Antonio Cassano, già messo fuori rosa da Spalletti, venne ceduto al Real Madrid e al termine della stagione il capocannoniere della squadra fu Francesco Totti, che segnò 15 gol nonostante l’infortunio che lo costrinse a saltare gli ultimi quattro mesi di campionato.

Le posizioni della classifica finale della Serie A vennero completamente stravolte dal caso “calciopoli”, lo scandalo che coinvolse le maggiori società di calcio italiane, numerosi dirigenti federali e alcuni membri della classe arbitrale. Dopo la sentenza d’appello della corte federale, la Juventus perse lo scudetto del 2006 e venne retrocessa in Serie B; vennero penalizzate di alcuni punti anche Milan, Fiorentina e Lazio, che persero il proprio posto nelle competizioni europee, e la Reggina. Le sanzioni rimasero praticamente identiche anche dopo la sentenza definitiva. Di conseguenza, lo scudetto del 2006 venne assegnato all’Inter e la Roma si ritrovò in seconda posizione e in Champions League.

Nell’estate del 2006 la Roma acquistò David Pizarro, centrocampista cileno molto tecnico e uno dei giocatori fondamentali nei successi dell’Udinese di Spalletti, e Mirko Vucinic e Marco Cassetti dal Lecce. Le tattiche e lo stile di gioco di Spalletti, già intravisti nella stagione precedente, si consolidarono nel 2006, anno in cui la Roma iniziò ad essere considerata come la squadra più divertente e piacevole da vedere del campionato italiano.

Spalletti si confermò un allenatore molto flessibile, in grado di scegliere le giuste tattiche per squadre con caratteristiche molto differenti. Riuscì ad adattare nel migliore dei modi il 4-2-3-1 alle caratteristiche della rosa romanista, modulo che fu spesso modificato a partita in corso. Totti fu impiegato regolarmente come centravanti “atipico” – cioè senza avere la potenza fisica e la totale disposizione al gioco di squadra teoricamente necessari per il ruolo – con ottimi risultati: nella stagione 2006/2007 segnò 26 gol in campionato e vinse la Scarpa d’oro europea, il trofeo che si assegna al giocatore che segna più gol nei principali campionati europei.

Alcuni calciatori della Roma disputarono con Spalletti i migliori anni delle loro carriere. Simone Perrotta per esempio, considerato già prima un ottimo centrocampista, giocò stabilmente dietro le punte e divenne fondamentale negli inserimenti offensivi, oltre che parte della nazionale italiana che vinse i Mondiali del 2006. Nella mediana, Pizarro veniva impiegato come regista arretrato e De Rossi, che in quegli anni divenne uno dei centrocampisti più forti d’Europa, come mediano spezza-gioco. La Roma delle stagioni post calciopoli non riuscì a vincere uno scudetto solo a causa della netta superiorità dell’Inter, che poteva contare su di una rosa molto forte formata da diversi campioni.

La forza della Roma venne confermata anche dalle prestazioni in Champions League. Nel 2006/2007 eliminò il Lione agli ottavi e arrivò fino ai quarti di finale, dove però subì un’umiliante sconfitta per 7 a 1 contro il Manchester United. Riuscì a raggiungere i quarti anche nella stagione successiva: negli ottavi di finale la Roma eliminò un po’ a sorpresa il Real Madrid, con un risultato complessivo di 4 a 2 dopo essere riuscita a vincere sia in casa che in trasferta. Nella stessa stagione, la Roma sfiorò la vittoria in campionato, che concluse a tre punti di distanza dall’Inter. Nel complesso, la stagione 2007/2008 è considerata una delle migliori nella storia della Roma, allo stesso livello della prima disputata da Garcia fra il 2013 e il 2014.

Dopo una successiva stagione conclusa al sesto posto e caratterizzata da diversi problemi societari, il primo settembre del 2009 Spalletti decise di lasciare la Roma a causa delle continue incompresioni con la società. Si dimise dopo aver perso le prime due partite del campionato. In quattro anni e mezzo con la Roma, Spalletti ha vinto due Coppa Italia, una Supercoppa italiana e ha finito per tre volte il campionato in seconda posizione.