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  • Venerdì 8 gennaio 2016

Le nuove mini biblioteche di Seul

Quattro padiglioni in un parco, tutti architettonicamente interessanti: uno di notte sembra una lanterna e un altro pende da un edificio

(June-Young Lim)
(June-Young Lim)

“Biblioteche mobili” è un progetto architettonico di biblioteche inaugurato la scorsa settimana a Seul, in Corea del Sud. Si tratta di un complesso composto da quattro piccoli padiglioni, realizzati con materiali e progetti molto particolari e diversi tra loro, che ospitano libri e riviste. Il progetto dei padiglioni è stato realizzato dallo studio di architetti coreani SpaceTong (ArchiWorkshop) ed è stato finanziato dall’amministrazione della capitale nell’ambito del più ampio piano di riqualificazione del “Parco dell’innovazione”. Questo progetto consiste in una vasta riconversione – realizzata con la collaborazione di startup e imprese sociali – di una grande area occupata per circa sessant’anni dal ministero degli alimenti e dei farmaci del governo, e oggi aperta come parco pubblico.

I progetti dei quattro padiglioni si ispirano alla figura geometrica del cubo, logo del progetto generale del “Parco dell’innovazione”. Il più grande, circa 40 metri quadrati, è il “padiglione a membrana”, originariamente progettato come tenda per campeggi di lusso e poi trasformato in mini biblioteca. Il padiglione ha delle linee morbide e un colore bianco smaltato che di notte – quando viene illuminato dall’interno – lo fa somigliare a una lanterna. Il “padiglione miraggio” misura invece circa 16 metri quadrati ed è realizzato con pannelli d’acciaio riflettente all’esterno che deformano le immagini. All’interno ci sono dei tronchi d’albero, alcuni vivi e piantati nel terreno, che vengono usati come scaffali per i libri o sedie. Il terzo padiglione è stato chiamato “il cubo appeso” per la sua forma e posizione. È grande circa 13 metri quadrati, ha una struttura cubica ed è attaccato – inclinato di qualche grado – a uno dei muri dell’edificio più grande del parco: il suo obiettivo è proprio ridare una dimensione “umana” all’enorme complesso da cui sporge. Il padiglione più piccolo è grande appena 9 metri quadrati e viene chiamato “padiglione tubo”: la particolarità della struttura sta nel rivestimento esterno realizzato con i tubi da ponteggi colorati in maniera sgargiante e vivace.