L’opinione di Angelino Alfano sulla maternità surrogata

«Vogliamo che l’utero in affitto diventi un reato universale. E che venga punito con il carcere.»

(LaPresse - Stefano Costantino)
(LaPresse - Stefano Costantino)

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano è stato intervistato dal quotidiano cattolico Avvenire e, tra le altre cose, ha parlato del disegno di legge sulle unioni civili in discussione in Parlamento – la legge Cirinnà – e della maternità surrogata. L’intervista è stata pubblicata oggi e a un certo punto Alfano dice:

«La stepchild rischia davvero di portare il Paese verso l’utero in affitto, verso il mercimonio più ripugnante che l’uomo abbia saputo inventare. Vogliamo che l’utero in affitto diventi un reato universale. E che venga punito con il carcere. Proprio come succede per i reati sessuali»

La maternità surrogata (che Alfano chiama “utero in affitto”) è il procedimento per cui una donna mette a disposizione il proprio utero e porta avanti la gravidanza per conto dei committenti, che possono essere single o coppie, sia eterosessuali che omosessuali. Si è cominciato a discutere in Italia di maternità surrogata a proposito di uno dei punti più discussi della proposta di legge sulle unioni civili: l’articolo 5, in cui si parla della stepchild adoption.

La stepchild adoption – che in inglese significa letteralmente “l’adozione del figliastro” – è la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. In Italia è già prevista per le coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano vissuto more uxorio (“secondo il costume matrimoniale”, cioè in sostanza convivendo) per almeno tre anni ma siano sposate al momento della richiesta. Non è quindi valida per le coppie omosessuali, non essendo riconosciuto il matrimonio né altre forme di unione per le persone gay. La legge Cirinnà, nella sua ultima versione, esclude l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile adottare bambini che non siano già figli naturali di uno dei componenti della coppia.

Tutta la discussione attorno alla maternità surrogata che la legge Cirinnà si appresterebbe “a promuovere” è basata però su premesse che non esistono: il ddl non dice nulla a riguardo, lasciando quindi in vigore i divieti della legge 40 del 2004 che stabilisce che in Italia è illegale praticare o pubblicizzare la gestazione d’appoggio (nome tecnico della maternità surrogata). Nonostante questo, diverse associazioni e diversi politici (come già a proposito della presunta “ideologia gender”) sovrappongono spesso le due questioni. Nell’intervista su Avvenire, quando ad Alfano viene chiesto cosa farebbe se gli venisse offerta la possibilità di inserire nel testo Cirinnà un più aspro divieto dell’utero in affitto, lui risponde:

«Forse non sono stato chiaro. Fino a quando i diritti delle unioni gay sono il copia-incolla dei diritti familiari e fino a quando c’è la stepchild o qualsiasi altro stratagemma la nostra risposta è no, no e ancora no. La nostra battaglia per punire con il carcere chi ricorre all’utero in affitto procede in parallelo, non è oggetto di baratti».