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  • Mercoledì 6 gennaio 2016

La prima proposta della Grecia sulla riforma delle pensioni

È una delle più attese dai creditori internazionali e una delle più problematiche per il governo di Alexis Tsipras: dalla sua approvazione dipendono i prossimi aiuti al paese

Alexis Tsipras a Bruxelles lo scorso 17 dicembre (Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)
Alexis Tsipras a Bruxelles lo scorso 17 dicembre (Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

Una delle riforme più attese dai creditori internazionali della Grecia (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea) è quella delle pensioni che il governo di Alexis Tsipras ha inviato lo scorso 4 gennaio a Bruxelles. La riforma è il prerequisito per la prima revisione che la Grecia deve superare per ottenere gli 86 miliardi di euro del piano di aiuti concordato lo scorso agosto dopo sei mesi di intense e complicate trattative e, soprattutto, per tenere aperta la possibilità di una rinegoziazione del suo enorme debito pubblico. Lo scorso 15 agosto, i ministri delle Finanze dei paese membri dell’eurozona avevano approvato a Bruxelles il nuovo piano di salvataggio per la Grecia, che prevedeva un pacchetto di aiuti di 86 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Il piano era stato approvato in cambio di una serie di misure adottate dal governo greco, tra cui: aumenti di tasse, tagli di spese e, appunto, riforma delle pensioni.

Cosa c’è nella riforma?
Lunedì 4 gennaio il governo della Grecia ha inviato a Bruxelles il pacchetto di proposte della nuova riforma: si tratta di 170 pagine che secondo una fonte europea a conoscenza dei negoziati e citata da diversi giornali internazionali non sono ancora state studiate. Secondo alcune notizie che sono circolate sulla stampa greca il documento si occupa soprattutto della riforma delle nuove pensioni, piuttosto che di quelle già esistenti e che vengono già erogate.

Il piano prevede la fusione dei sei principali fondi pensionistici delle varie categorie in un unico fondo. Il documento in primo luogo prevede dei tagli alle pensioni future, di chi cioè lascia il lavoro a partire da quest’anno: i tagli dovrebbero oscillare tra il 15 per cento, per le pensioni più basse ma comunque superiori ai 750 euro mensili, e il 30 per cento, per le pensioni più alte. Vengono fissati inoltre dei limiti mensili massimi, 2300 euro per le pensioni singole (ora è di 2.700 euro) e 3.000 euro per chi accumula più di una pensione (attualmente è a 3.680), e viene poi fissato un limite mensile minimo di 384 euro al mese (il resto dipenderà dai contributi). La riforma proposta introduce infine dei contributi previdenziali più elevati: un punto percentuale per i datori di lavoro e 0,5 punti percentuali per i dipendenti.

Quando inizieranno le trattative sulla riforma?
La proposta di legge sulle pensioni verrà valutata in occasione dei colloqui tra Atene e i suoi creditori sulla revisione del programma del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) che dovrebbero cominciare formalmente intorno al 18 gennaio. Il portavoce della Commissione UE, Margaritis Schinas, ha spiegato che le istituzioni europee hanno ricevuto il progetto di legge sulla riforma delle pensioni lunedì sera e ha aggiunto che la revisione del programma Esm segue la decisione di sbloccare la sotto-tranche di un miliardo di euro alla Grecia. Il 22 dicembre scorso infatti il consiglio di amministrazione dell’Esm aveva autorizzato il versamento.

Il piano di aiuti prevede dei pagamenti a rate sbloccati di volta in volta a seconda delle riforme votate dal Parlamento greco. Un primo stanziamento di 13 miliardi era stato sbloccato alla fine dell’estate, altri tre miliardi erano stati resi disponibili in autunno. Le banche greche più vulnerabili erano state ricapitalizzate con 10 miliardi di euro. Ma solo dopo la revisione generale dell’avanzamento del piano e un necessario compromesso sulla riforma delle pensioni sarà sbloccata una nuova tranche il cui importo non è stato ancora fissato (si parla comunque di una cifra compresa tra i 5 e i 10 miliardi di euro).

Qual è la posizione di Alexis Tsipras?
In questa nuova fase delle trattative, il governo di Alexis Tsipras ha dimostrato una grande disponibilità alla cooperazione per non rischiare, come spesso ha ribadito, un’interruzione degli aiuti e un’uscita del paese dalla zona euro. Questo atteggiamento ha portato all’approvazione di misure di austerità piuttosto impopolari. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, in un’intervista pubblicata domenica 3 gennaio sul giornale Real News, Tsipras ha detto: «I creditori devono sapere che noi rispetteremo l’accordo alla lettera, ma anche che questo non significherà dare seguito a richieste irragionevoli e ingiuste».

Il problema principale di Tsipras non è però solamente la trattativa con  Bruxelles, ma il suo stesso parlamento dove dispone di una maggioranza molto fragile di appena tre seggi, che continua ad assottigliarsi ogni volta che vengono proposte nuove misure di austerità: la nuova riforma delle pensioni non ha trovato per ora l’appoggio di alcun partito di opposizione all’interno del parlamento