Perché Disney va male in Borsa

Il nuovo Star Wars incassa soldi a palate, i film Pixar e Marvel vanno benissimo, ma gli investitori vendono e venderanno ancora

(Da "Il risveglio della Forza")
(Da "Il risveglio della Forza")

Da molti anni i guadagni di Disney – una delle più importanti società statunitensi di media, cinema e tv – arrivano da film molto diversi dai classici “film Disney”: la società controlla per esempio – in vario modo e a vari livelli – i Marvel Studios, la Pixar e Lucasfilm, la casa di produzione di Star Wars. L’ultimo film di Star Wars, Il risveglio della forza, sta andando benissimo, battendo molti record d’incassi e portando molti soldi alla Disney; i film della Pixar sono sempre un successo di incassi e successivo merchandising, lo stesso vale quasi sempre per i filmoni con i supereroi. Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, però, le azioni Disney alla Borsa di New York stanno andando piuttosto male e sono andate male per tutto il 2015. “Le azioni Disney ruzzolano giù mentre Star Wars sta planando“, ha titolato The Hollywood Reporter.

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Molti analisti hanno spiegato che le azioni Disney vanno male, nonostante il successo del film, per colpa di ESPN, un canale statunitense via cavo dedicato allo sport. Il 45 per cento dei profitti di Disney arrivano da ESPN e ESPN sta andando molto male – come in generale la tv via cavo negli Stati Uniti – e sta di conseguenza tirando giù il valore della Disney, nonostante gli ottimi risultati di Star Wars e dei prodotti (film e serie tv) Pixar e Marvel. Fortune ha spiegato così la questione:

I numeri che contano sono questi: Disney trae circa il 45 per cento del suo profitto operativo dalla televisione via cavo, ed è molto più di quanto guadagna dai film – che sono ottimi per le pubbliche relazioni, ma non sono poi così rilevanti quando si tira la riga del bilancio. E negli ultimi due anni ESPN ha perso circa 7 milioni di utenti, che vuol dire che Disney ha perso circa 600 milioni di euro di abbonamenti. E non ci sono segni che facciano pensare che questo declino si stia fermando o stia perlomeno rallentando.

Del problema che Disney ha con ESPN si è occupato anche il New York Times, che cita soprattutto un rapporto scritto da Richard Greenfield, un analista specializzato in società che hanno a che fare con i media: il rapporto è intitolato “Nemmeno la Forza può salvare ESPN” (“la Forza” è, per quei tre che non lo sapessero, il misterioso elemento che guida e tiene insieme l’universo in cui è ambientato Star Wars). Il problema di ESPN è, in sintesi, che è un modello di business vecchio, che sta subendo la concorrenza dello streaming e non sta riuscendo a rispondere con un’offerta e dei prezzi competitivi. In quanto canale unicamente dedicato allo sport, ESPN ha potuto resistere negli ultimi anni perché lo sport, a differenza di molti altri prodotti televisivi, vive della “diretta”. Dopo il “live” è vecchio, superato e quasi inutile. Gli altri canali via cavo hanno sofferto alcuni anni fa l’arrivo dell’on-demand e dei servizi come Netflix (e alcuni hanno saputo adeguarsi). ESPN è andato in crisi con l’arrivo di servizi – legali e non – che offrono lo sport in streaming e non è per ora riuscito a uscire da quella crisi.

Greenfield ha suggerito agli investitori di vendere le azioni Disney e ha spiegato di aspettarsi che nel prossimo anno il loro valore possa scendere fino a circa 90 dollari. La sintesi dell’analisi di Greenfield è che, anche ipotizzando che Star Wars e tutto il merchandising relativo continuino ad andare anche meglio del previsto, Disney continuerà a non andare benissimo. E allora il botto di Star Wars? Senza il botto di Star Wars sarebbe andata ancora peggio, semplicemente: Star Wars non è la causa della falla, ma non è una toppa abbastanza grande.