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  • Mercoledì 23 dicembre 2015

Le unioni civili sono legge in Grecia

Il Parlamento ha approvato la proposta del governo Tsipras a larga maggioranza, nonostante l'opposizione della chiesa ortodossa

Una manifestazione fuori dal parlamento di Atene, 22 dicembre 2015 (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)
Una manifestazione fuori dal parlamento di Atene, 22 dicembre 2015 (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 dicembre, il parlamento della Grecia ha approvato una legge per legalizzare le unioni tra persone dello stesso sesso. La proposta era stata fatta qualche mese fa dal governo di Alexis Tsipras. Il testo è passato grazie al voto di un pezzo dell’opposizione, oltre che il grosso della maggioranza che sostiene il governo Tsipras: hanno votato a favore i socialisti del PASOK, i centristi di To Potami e l’Unione dei centristi. Hanno votato a favore anche tre degli undici deputati del partito di destra alleato di Tsipras (Greci Indipendenti) e 29 deputati (su 75) di Nuova Democrazia, partito di centrodestra precedentemente al governo. La legge ha ottenuto in totale 194 sì e 55 no (il parlamento ha 300 seggi in totale) e entrerà in vigore il prossimo anno, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Dopo il voto, il primo ministro Alexis Tsipras ha detto che la legge contribuisce a difendere il diritto delle persone alla parità «indipendentemente dal sesso e dall’orientamento sessuale» e che questo voto «mette fine a un periodo di arretratezza e vergogna per lo stato». Nel 2013 la Grecia era stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per aver escluso le coppie omosessuali dalle unioni civili (l’Italia è stata condannata dalla stessa corte lo scorso luglio). Tsipras ha aggiunto che «invece di festeggiare, dovremmo chiedere scusa a centinaia di migliaia di cittadini a cui sono stati negati i loro diritti in tutti questi anni». Tsipras ha infine precisato che l’approvazione è stata molto ostacolata da alcuni vescovi greco-ortodossi.

Tsipras faceva riferimento alle resistenze in generale della Chiesa ortodossa e, in particolare, alle parole del vescovo Ambrosios di Kalavryta, che qualche giorno fa aveva scritto sul suo blog che gli omosessuali sono degli «scherzi di natura»: «In qualunque momento e in qualunque luogo li incontri, sputa su di loro. Condannali, denigrali. Loro non sono umani, sono scherzi di natura». I rappresentanti dei movimenti LGBTI hanno detto che denunceranno il vescovo, diversi politici hanno condannato le sue parole e molti giornali hanno pubblicato delle vignette in cui si vede Ambrosios con un ciondolo a forma di svastica o con la faccia di Adolf Hitler mentre benedice un membro del partito neonazista Alba Dorata e lo incita ad aggredire gli omosessuali. La società greca è molto conservatrice dal punto di vista dei diritti e i precedenti governi avevano bloccato qualsiasi tentativo di legiferare su questo tema.

La nuova legge è comunque piuttosto timida e ha come obiettivo principale estendere alle coppie omosessuali gli stessi diritti che hanno le coppie eterosessuali, quindi quelli che hanno principalmente a che fare con la successione e la possibilità di presentare una dichiarazione dei redditi comune. I movimenti per i diritti LGBTI hanno spiegato che la nuova legge è un passo molto importante ma hanno criticato il fatto che non preveda una sostanziale uguaglianza davanti alla legge, soprattutto per quanto riguarda l’adozione e l’affidamento dei figli.