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  • Sabato 19 dicembre 2015

Il progetto del nuovo stadio del Cagliari

È stato presentato ieri dopo anni di problemi e soluzioni traballanti: costerà almeno 50 milioni di euro e avrà 21mila posti a sedere

(YouTube)
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Venerdì 18 dicembre è stato presentato il progetto per il nuovo stadio del Cagliari, squadra di calcio che al momento è al secondo posto in Serie B. I membri del consiglio di amministrazione del Cagliari Calcio hanno detto che il nuovo stadio sarà completato per il 2019: l’impianto avrà circa 21mila posti a sedere, sarà pensato per ridurre al minimo l’impatto ambientale e comprenderà anche altre strutture commerciali e sportive. Il progetto dovrebbe costare circa 55 milioni di euro: sarà realizzato in collaborazione con B Futura, una piattaforma pensata dalla Lega di Serie B per aiutare le società a realizzare nuovi stadi.

Il nuovo stadio del Cagliari sarà costruito dove si trova attualmente lo stadio Sant’Elia, che dovrebbe essere demolito a partire dal maggio 2017: il Sant’Elia ha avuto in passato una capienza di quasi 60mila posti, ora è stato ridotto e i posti a sedere sono circa 16mila. Il nuovo stadio non ha ancora un nome: Stefano Signorelli, uno dei consiglieri di amministrazione del Cagliari Calcio, ha spiegato che la società spera di trovare uno sponsor, il cui nome potrebbe essere usato in cambio dell’investimento. È invece già sicuro che la tribuna principale sarà intitolata a Gigi Riva, uno dei più forti attaccanti italiani di sempre che ha giocato per il Cagliari negli anni Sessanta e Settanta. Lo stadio sarà di proprietà del Cagliari per un numero ancora non chiaro di anni. Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha spiegato che dopo che saranno scaduti i termini di concessione lo stadio resterà di proprietà comunale.

Negli ultimi anni il Cagliari ha avuto molti problemi legati allo stadio in cui far giocare la sua squadra di calcio, che è stata in Serie A dal settembre 2004 all’estate 2015. Lo stadio Sant’Elia – quello in cui il Cagliari sta giocando in questa stagione – fu inaugurato nel 1970, l’anno dell’unico scudetto della storia del Cagliari. Lo stadio fu poi ristrutturato per i Mondiali Italia ’90 e di nuovo nel 2002. Nel maggio 2012 fu però dichiarato inagibile a causa della pericolosità di alcune sue tribune. Il Cagliari – il cui presidente era l’imprenditore Massimo Cellino – giocò le ultime partite  “in casa” di quel campionato a Trieste. Nel frattempo fece ristrutturare piuttosto velocemente lo stadio Is Arenas (che in sardo vuol dire “le sabbie”) di Quartu Sant’Elena, un comune di oltre 70mila abitanti vicino a Cagliari. Il piccolo stadio di Quartu aveva solo una gradinata in cemento e si decise la costruzione di una grande struttura prefabbricata che avrebbe permesso di arrivare a una capienza di 16 mila posti, quasi interamente usando tubi di acciaio tolti dalle tribune del Sant’Elia.

Nella stagione 2012-13 il Cagliari giocò 14 partite casalinghe allo stadio Is Arenas. A causa di vari problemi di tipo burocratico – legati soprattutto alla velocità dei lavori e al fatto che non tutto fosse a norma – in alcuni casi lo stadio fu “normalmente” riempito, in altri si giocò con interi settori chiusi e quindi quasi senza pubblico. In altri casi ancora il Cagliari dovette giocare altrove (per esempio a Parma) le sue partite casalinghe. Nel febbraio 2013 furono arrestati Cellino, il sindaco di Quartu Sant’Elena Mauro Contini e il suo assessore ai lavori pubblici Stefano Lilliu, con l’accusa di tentato peculato e falso ideologico relativi ai lavori di ristrutturazione dello stadio Is Arenas. Dal 2013 ad oggi il Cagliari è tornato a giocare allo stadio Sant’Elia. La Nuova Sardegna scrive che nel novembre 2015 è stato chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli 11 imputati – tra cui Cellino, Lilliu e Contini – nell’inchiesta per le presunte irregolarità legate allo stadio Is Arenas. Nel frattempo Cellino è diventato proprietario del Leeds United, una squadra di calcio che gioca nella seconda divisione inglese. A ottobre è però stato squalificato dalla Football League – la lega del campionato di seconda divisione – fino al prossimo giugno a causa di una condanna per evasione fiscale ricevuta in Italia.