Il nuovo murale di Banksy, a Calais

C'è Steve Jobs con in mano un vecchio computer Apple e una sacca, è stato disegnato su un muro del campo profughi in Francia

L’artista britannico Banksy ha pubblicato sul proprio sito le foto di un nuovo murale che ha fatto su un muro della Giungla di Calais, l’enorme baraccopoli dove vivono i migranti che dalla Francia provano a raggiungere il Regno Unito. Il disegno raffigura l’ex CEO di Apple Steve Jobs con in mano una sacca e un vecchio computer Apple. Banksy fa riferimento al fatto che il padre biologico di Jobs era un rifugiato siriano di nome Abdul Fattah Jandali, che arrivò a New York negli anni Cinquanta (qui c’è una breve storia della vita molto movimentata di Jandali). Le autorità di Calais hanno fatto sapere nella sera del 12 dicembre che proteggeranno i murales di Banksy, per evitare che venga danneggiato. Il sindaco di Calais Natacha Bouchart ha spiegato che i murales saranno protetti con dei pannelli trasparenti di plastica o di vetro: «Sono molto belli, e hanno un significato», ha detto. Il Guardian ha riportato sul suo sito un comunicato di Banksy associato al nuovo disegno. Spiega Banksy:

«Spesso siamo portati a credere che gli immigrati prosciughino le risorse di un certo paese, ma Steve Jobs era figlio di un immigrato siriano. Apple è la società più redditizia al mondo, paga oltre 7 miliardi di dollari all’anno in tasse ed esiste solo perché gli Stati Uniti hanno accettato di accogliere un giovane uomo da Homs»

Il disegno di Steve Jobs è l’ultimo di una serie di progetti di Banksy a Calais, dove da anni esistono campi profughi per migranti che sperano di arrivare in qualche modo nel Regno Unito. In una strada vicino al porto di Calais ha realizzato un disegno ispirato al famoso dipinto La zattera della Medusa di Théodore Géricault, mentre da settembre sta inviando a Calais pezzi di materiali con cui erano costruite le attrazioni del suo parco divertimenti Dismaland, da usare per costruire rifugi per i migranti.