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  • Giovedì 3 dicembre 2015

Le copertine più innovative della Germania

Sono quelle della Repubblica di Weimar, piene di trovate grafiche e artistiche che usiamo ancora adesso (per esempio nella sigla di True Detective)

Copyright © 2015 TASCHEN
Copyright © 2015 TASCHEN

The Book Cover in the Weimar Republic è un libro fotografico pubblicato dalla casa editrice tedesca Taschen (distribuito in Italia da Logos Edizioni) che raccoglie circa mille tra le più interessanti copertine di libri pubblicati in Germania negli anni della Repubblica di Weimar – tra il 1919 e il 1933 –considerati i più innovativi dell’editoria tedesca. Le copertine appartengono alla collezione di Jürgen Holstein, autore del volume e libraio antiquario di Berlino, appassionato di grafica degli anni Venti e di oggetti della Repubblica Democratica Tedesca.

Gli anni che precedettero l’avvento del Nazismo furono per la Germania, e per Berlino in particolare, un momento di grande innovazione culturale. Tra il 1920 e il 1927 furono aperte a Berlino circa 300 case editrici, che per emergere nel mercato sperimentarono nuove grafiche e tecniche di stampa. Holstein spiega che i fondatori di queste case editrici erano soprattutto giovani con idee liberali e di sinistra; le loro avventure editoriali duravano pochi anni a causa della crisi economica, come la fortissima inflazione che colpì la Germania negli anni Venti. Gli autori delle copertine lavoravano in agenzie dirette da famosi grafici come Paul Renner, Jan Tschichold, F. H. Ehmcke, E. R. Weiss, Emil Orlik, e si ispiravano alle correnti artistiche più in voga all’epoca: il dadaismo, il costruttivismo e il Bauhaus. I grafici utilizzavano molto la tecnica del fotomontaggio, con le immagini aggressive e sgargianti tipiche del futurismo. I font impiegati erano solitamente sans serif, con linee diritte e dello stesso spessore senza abbellimenti; il più famoso è il Futura, disegnato da Paul Renner nel 1927 e ispirato al movimento architettonico Bauhaus.

Il giornalista americano Steven Heller spiega sulla rivista Design Observer che innovazioni così radicali si devono anche a ragioni pratiche: «Per usare al massimo la potenzialità delle presse di stampa, giornali come Ullstein, Mosse, Scherl allargarono la loro offerta editoriale includendo riviste e giornali illustrati. Molte fondarono una propria divisione editoriale per pubblicare libri, entrando in competizione con le case editrici esistenti. Di conseguenza agli artisti commerciali fu chiesto di disegnare un numero impressionante di copertine di libri, senza la supervisione di dipartimenti di marketing». Il grafico Peter Mendelsund scrive  New York Times che l’arte e il design di quel periodo influenzano ancora la cultura contemporanea: «Avete presente i fotomontaggi che si vedono ovunque, come quelli dei titoli iniziali di True Detective, con le industrie petrolchimiche di sfondo? Erano già sulle copertine dei libri in tedesco di Upton Sinclair, disegnate da John Heartfield nel 1928».