C’è una burla nella tavola periodica

Il simbolo del plutonio doveva essere "Pl" e invece è "Pu", per un motivo preciso e tutt'altro che scientifico

Nella tavola periodica – lo schema in cui sono ordinati gli elementi chimici in base al loro numero atomico e del numero di elettroni, dai che lo sapete – ogni elemento è indicato con un simbolo, costituito di solito dalle prime due lettere del suo nome (spesso in latino): il rame per esempio è Cu dal termine cuprum, mentre l’oro è Au da aurum. Alcuni elementi fanno però eccezione e per motivi piuttosto singolari, come nel caso del plutonio, elemento chimico osservato per la prima volta nel 1940 e chiamato come il pianeta nano Plutone, per mantenere la sequenza dei nomi dati ad altri elementi chimici in precedenza come uranio (da Urano) e nettunio (da Nettuno), che richiamano i pianeti del sistema solare. Il plutonio nella tavola periodica non è indicato con il simbolo Pl ma con Pu, a causa di una burla pensata dal suo scopritore, racconta il National Geographic.

La scoperta del plutonio, conosciuto soprattutto per essere uno degli “ingredienti” della bomba atomica, è merito del chimico statunitense Glenn Seaborg e del suo gruppo di ricercatori presso la University of California, Berkeley. Il loro macchinario utilizzato per identificare i nuovi elementi (un ciclotrone) portò alla scoperta di un cospicuo numero di nuove aggiunte alla tavola periodica: americio, curio, berkelio, californio, einsteinio, fermio, mendelevio, nobelio e seaborgio. L’ultimo fu nominato proprio in onore di Seaborg, che ebbe grandissimi meriti nella ricerca di nuovi elementi e che collaborò al progetto per costruire la prima bomba atomica.

Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, Seaborg si trasferì con altri ricercatori a Chicago per partecipare a uno dei laboratori del “Project Manhattan”, nato come programma di ricerca e sviluppo per realizzare l’atomica. Il gruppo di lavoro di Seaborg scoprì, tra le altre cose, che un isotopo di plutonio (Pu-239), poteva essere scisso, producendo di conseguenza una grandissima quantità di energia. La bomba sganciata su Nagasaki, in Giappone, dagli Stati Uniti, fu realizzata proprio sfruttando il plutonio.

tavola-periodica

Il progetto intorno all’atomica era gestito in grande segretezza, per il timore che notizie sui progressi delle ricerche potessero arrivare ai nazisti vanificando la costruzione delle nuove bombe. Per questo motivo era vietato usare la parola “plutonio” per identificare l’elemento come un ingrediente della bomba atomica: ai ricercatori fu detto di usare la parola “rame”, usando “rame autentico” per l’elemento che era effettivamente rame. A Seaborg fu quindi permesso di rendere nota ufficialmente la scoperta del plutonio solo a guerra finita.

Come avvenuto già in passato con il battesimo di altri elementi, a Seaborg fu data la facoltà di scegliere il nome e il simbolo che sarebbero stati poi inseriti ufficialmente nella tavola periodica. L’abbreviazione viene rivista da una commissione dell’Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC), che ha il compito di armonizzare nomenclatura e termini legati alla chimica tra i vari paesi del mondo.

Glenn Seaborg

Per il plutonio, Seaborg decise di usare il simbolo “Pu” e non “Pl” seguendo una sorta di folle impulso, spiegarono in seguito alcuni colleghi che avevano lavorato con lui, i chimici David Clark e David Hobart: “La scelta più ovvia per il simbolo sarebbe stata usare Pl, ma scherzosamente Seaborg propose Pu, come il verso che fa un bambino quando sente l’odore di qualcosa di sgradevole”. (“Pu” in inglese si legge “pìu”, da “Pee-yoo“). David Seaborg, il figlio del famoso chimico, ha confermato la circostanza a Robert Krulwich del National Geographic: “pensò che fosse divertente” trattare il plutonio come se fosse un elemento puzzolente.

Dopo averlo proposto alla commissione, Seaborg pensò che il suo simbolo scherzoso non avrebbe fatto molta strada. Sorprendentemente, invece, i commissari approvarono senza esitazione e senza obiezioni il “Pu” per il plutonio.