Contro il mito delle “ricette facili”

Quella storia dei "piatti ottimi e pronti in dieci minuti" in realtà non esiste, spiega su The Atlantic una scrittrice che ne sa qualcosa

(Dal film "La cuoca del presidente)
(Dal film "La cuoca del presidente)

Elizabeth G. Dunn è una scrittrice freelance che collabora con alcuni importanti giornali statunitensi – il Wall Street Journal, per esempio – scrivendo di cucina. In un suo recente articolo scritto per The Atlantic, Dunn ha criticato quello che ha definito il “mito della cucina facile“: l’errato principio in base al quale chiunque – anche con poche competenze e pochissimo tempo – può essere, con la giusta ricetta e i giusti consigli, un ottimo cuoco. Quella storia dei “piatti ottimi e pronti in dieci minuti”, dice, in realtà non esiste. Secondo Dunn non bastano mai pochi minuti per preparare un piatto di qualità: non bastano a un cuoco esperto, a maggior ragione non bastano alle persone normali. «Il peso delle aspettative che la nostra cultura culinaria ci impone può essere tremendo», ha scritto Dunn, con riferimento alle «ricette improbabili e complesse spacciate per cose semplici».

Dunn non è contro la “cucina facile” e dice che la “cucina facile” esiste. Secondo lei, però, è la “cucina facile” non è quella di cui parlano le riviste e i programmi televisivi sul cibo: la vera cucina facile è quella che è così facile da non aver bisogno di un libro, un programma o una rivista di cucina, e che quindi all’industria culinaria non interessa. La cucina facile è, dal punto di vista di Dunn, un piatto di pasta con un sugo già pronto o comunque qualcosa i cui ingredienti siano facili da trovare e i cui procedimenti di cottura facciano parte di un repertorio di tecniche di base, senza grandi ambizioni.

Dunn spiega di essere infastidita dal crescente numero di ricette secondo cui tutto – pane, marmellate, salse – può essere fatto in casa: non è impossibile farlo, ma è impossibile farlo in poco tempo. Eppure le ricette di quel tipo sono in aumento: Dunn fa l’esempio di How to Cook Everything, un famoso libro di ricette scritto da Mark Bittman. Quel libro esiste – riscritto e ampliato – dal 1998, dal 2001 è uscito un suo aggiornamento: How to Cook Everything Fast (“come cucinare tutto velocemente”), un libro di ricette che non richiedono più di mezz’ora.

Dunn spiega che il mito della cucina dalle ricette “facili e veloci” è nato nel secondo dopoguerra: quando sempre più donne hanno iniziato a lavorare e ad avere meno tempo per cucinare. Nuovi frigoriferi, forni e strumenti vari da usare in cucina promettevano a chi li comprava di continuare a fare i piatti di prima (e di farne di persino migliori) mettendoci molto meno tempo. Dunn scrive che le ricette in quegli anni erano sincere: dirette, sintetiche, senza eccessive pretese negli ingredienti o nella preparazione. Secondo Dunn le ricette sono iniziate a cambiare negli anni Ottanta, quando è nata la “food culture”: che per gli Stati Uniti è stata «l’età del pesto, della quiche, dell’olio d’oliva d’importazione».

Dagli anni Ottanta si è iniziato a vedere la cucina di qualità come qualcosa di accessibile a tutti. Negli ultimi anni la cucina di qualità ha voluto essere – oltre che accessibile a tutti – anche veloce. Sono arrivati i libri di ricette fatti dagli chef, che suggeriscono ingredienti esotici pensando sia facile trovarli. Dunn scrive invece che i dieci minuti di cui certe ricette parlano sono il tempo minimo per trovare quegli ingredienti in una cucina, ammesso che ci siano. Altrimenti serve andarli a comprare, perdendo tempo e minuti che le ricette non considerano, così come non considerano il tempo che serve per pulire una cucina dopo aver preparato e mangiato.

Secondo Dunn l’unico modo per avere a casa dei piatti di qualità in poco tempo è ordinarli e farseli portare: ci sono servizi appositi che fanno quello che fanno le pizzerie a domicilio ma con tutto il resto. Il problema, scrive Dunn, è che quella che fino a qualche anno fa sembrava un’innocua pretesa dell’industria culinaria è oggi un problema per le donne, che continuano in molti casi a restare le addette alla cucina. Secondo Dunn, chi si occupa di libri, programmi e riviste di ricette è ben cosciente del fatto che le ricette proposte siano impossibili da portare a termine nei tempi indicati, per quanto venga dato per scontato. La pretesa che si possa cucinare bene e in fretta non sembra oggi più così innocua.