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  • Sabato 28 novembre 2015

Le barche con a bordo dei cadaveri che arrivano sulle coste del Giappone

Sono state undici negli ultimi due mesi e potrebbero provenire dalla Corea del Nord, ma non si hanno ancora certezze

(JIJI PRESS/AFP/Getty Images)
(JIJI PRESS/AFP/Getty Images)

Negli ultimi due mesi la guardia costiera del Giappone ha recuperato undici barconi da pesca nelle acque territoriali giapponesi e sulle spiagge della costa occidentale del paese. Sulle imbarcazioni sono stati trovati soltanto cadaveri decomposti o ridotti a scheletri. Secondo un funzionario giapponese sentito da AFP, in tutto sono stati ritrovati venti corpi.

Non si sa ancora con certezza a chi appartengano i cadaveri e perché si trovassero sulle imbarcazioni arrivate in Giappone, ma la guardia costiera giapponese ha detto che sono già emersi alcuni indizi. Le imbarcazioni potrebbero essere coreane, come sembra indicare l’alfabeto di alcune scritte sulle barche e sugli abiti trovati indosso ai cadaveri: inoltre sono barche da pesca e a bordo sono state trovate reti e altri strumenti, anche se tutti piuttosto essenziali. Su nessuna imbarcazione, ad esempio, sono stati trovati posizionatori GPS. Difficilmente sembrano essere di pescatori sudcoreani che hanno perso la rotta. In Corea del Sud, infatti, non sono state denunciate scomparse di imbarcazioni e la strumentazione utilizzata è tra le più avanzate al mondo. È probabile che l’origine degli undici pescherecci sia la Corea del Nord, uno dei regimi più chiusi e repressivi al mondo. Su un’imbarcazione è stata trovata anche la scritta “Armata popolare della Corea n°325”.

Secondo Robert Dujarric, direttore degli studi asiatici al campus giapponese dell’università Temple intervistato dal South China Morning Post, i corpi appartengono a pescatori nordcoreani: «Sappiamo che il regime sta spingendo contadini e pescatori ad aumentare la produzione di cibo. La spiegazione più semplice è che alcuni pescatori abbiano terminato il carburante o che abbiano rotto i motori mentre si trovavano al largo nel tentativo di soddisfare una quota sempre più grande di produzione affidatagli dal governo».