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  • Venerdì 27 novembre 2015

In Russia si mette male per le aziende turche

Il governo ha avviato controlli molto rigidi nelle sedi delle società turche attive nel paese e alle dogane, per ostacolare le importazioni dopo l'abbattimento del suo aereo da guerra

Il presidente russo Vladimir Putin (AFP PHOTO / YURI KADOBNOV / AFP / YURI KADOBNOV)
Il presidente russo Vladimir Putin (AFP PHOTO / YURI KADOBNOV / AFP / YURI KADOBNOV)

In Russia la polizia e altri organismi di controllo hanno avviato verifiche molto rigide nei confronti delle aziende turche attive nel paese, costringendo alcune di queste a sospendere le loro attività o tagliando i loro rifornimenti fermando i camion con le merci provenienti dalla Turchia lungo i confini. Al Jazeera ha raccolto diverse conferme circa queste operazioni dagli imprenditori coinvolti, ma non ha ottenuto commenti ufficiali da parte dei ministeri degli Esteri dei due paesi. I controlli avviati dalle autorità russe, a quanto pare talvolta pretestuosi, sono una delle conseguenze dell’abbattimento del bombardiere dell’aviazione russa da parte della Turchia martedì scorso, lungo il confine con la Siria. Secondo il governo turco aveva invaso lo spazio aereo della Turchia, ma la Russia nega questa circostanza e dice che l’aereo stava conducendo normali attività nell’ambito dei bombardamenti contro lo Stato Islamico e i ribelli che combattono il regime siriano di Bashar al Assad, sostenuto dal governo russo.

Il dirigente di un’azienda turca di costruzioni attiva in Russia ha detto che, nelle ultime ore, sono stati avviati molti controlli nei confronti delle società come la sua. Le autorità cercano soprattutto informazioni sui loro dipendenti, verificando che abbiano tutti i documenti in regola, a partire dal visto lavorativo necessario per una permanenza di medio periodo in Russia. Prima dello scontro tra i due paesi sull’aereo da guerra abbattuto, i controlli erano piuttosto blandi e raramente portavano a provvedimenti nei confronti delle aziende. Ora le cose sembrano essere cambiate, con controlli molto più severi e – secondo alcuni imprenditori – pretestuosi per trovare il modo di espellere lavoratori turchi o per lo meno fare sospendere le attività delle aziende per cui lavorano.

I controlli sono diventati molto più severi e scrupolosi anche alle dogane. Osman Bagdatlioglu, il presidente dell’Unione degli esportatori di piante e prodotti ornamentali della Turchia, spiega che alcuni camion turchi che stavano per entrare in Russia sono stati bloccati alla dogana e costretti a tornare indietro: “Sei camion sono dovuti tornare da dove venivano, ieri. Abbiamo fermato tutte le consegne. Abbiamo anche sospeso quelle per via aerea”. Formalmente non ci sono nuove regole o leggi che impediscono l’ingresso di prodotti turchi, ma nella pratica i doganieri non fanno passare quasi nulla che provenga dalla Turchia, dicono altri esportatori turchi. I camion vengono fermati e il loro carico viene controllato, con operazioni che durano volutamente ore per scoraggiare l’ingresso in Russia e l’arrivo di nuovi camion.

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La Russia ha anche intensificato i controlli negli aeroporti, soprattutto per quanto riguarda i voli provenienti dalla Turchia e che trasportano i turisti. Dal 2011 un cittadino turco può entrare in territorio russo senza la necessità di avere un visto, ma negli ultimi giorni i controlli sono tali da rendere frequente il rinvio dei turisti senza dare loro la possibilità di entrare nel paese. Ci sono notizie di cittadini turchi che hanno atteso per ore alla dogana in alcuni dei principali aeroporti della Russia, senza sapere se fosse effettivamente possibile proseguire il loro viaggio. Le principali compagnie aeree non hanno comunque segnalato di avere ricevuto particolari indicazioni, e i voli sono gestiti regolarmente dalla Turchia verso la Russia e viceversa.

Nelle ultime ore il governo turco ha provato ad allentare le tensioni con quello russo. Il primo ministro Ahmet Davutoglu si è ripromesso di lavorare con la Russia e con gli alleati della NATO per migliorare i rapporti tra i due paesi, confermando che l’obiettivo principale deve rimanere la lotta contro lo Stato Islamico. Davutoglu ha comunque ricordato che la Turchia ha il diritto e il dovere di tutelare la propria sovranità nazionale e il suo territorio da eventuali incursioni non autorizzate.

La Russia continua invece a mantenere una posizione meno accomodante: ieri il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito che l’abbattimento dell’aereo potrebbe portare a “serie conseguenze” e ha detto di non credere alla versione della Turchia, che ha detto di avere attaccato il bombardiere senza sapere di che nazionalità fosse. Durante una conferenza stampa, Putin ha sostenuto che “Avevamo informato i nostri colleghi statunitensi in anticipo circa il dove, il quando e a che quote avrebbero lavorato i nostri piloti. La parte statunitense, che guida la coalizione di cui fa parte anche la Turchia, sapeva dove sarebbero stati i nostri aerei e a che orario”. Il presidente russo ha detto inoltre di non avere ricevuto le scuse dal governo turco, che però ritiene di non doverle fare sostenendo la versione di un passaggio non autorizzato nel suo spazio aereo del bombardiere.