La fine del Betamax

Le videocassette che furono sconfitte dal sistema VHS erano ancora in produzione: Sony ha annunciato che non ne farà più

Marc Wichary/Flickr
Marc Wichary/Flickr

La Sony – multinazionale giapponese nota soprattutto per i suoi prodotti elettronici – ha comunicato che da marzo 2016 smetterà di produrre le videocassette Betamax. Le videocassette sono quelle cose che si usavano prima dei DVD, dei BluRay e dei video in streaming per guardare o registrare immagini in movimento. Le videocassette Betamax sono state per anni uno dei due tipi principali di videocassette – e dei rispettivi videoregistratori – disponibili sul mercato: l’altro erano le videocassette del sistema VHS, acronimo di Video Home System. Il sistema Betamax è stato sviluppato nei primi anni Settanta e messo in commercio – integrato in un televisore – nel 1975. Ha avuto un grande successo per pochi anni, ma già dagli anni Ottanta ha iniziato a diventare minoritario e sempre meno diffuso, dopo aver perso la “guerra” per il formato dominante per le videoregistrazioni, vinta dalle VHS.

Quando arrivò sul mercato, il Betamax ebbe molto successo: il primo si chiamava LV-1901 ed era composto da un sistema per la videoregistrazione integrato in un televisore Sony Trinitron da 19 pollici, e veniva fornito con una videocassetta che permetteva di registrare «fino a un’ora» di suoni e immagini. All’interno di quella videocassetta c’era un video promozionale e d’istruzioni che durava poco più di sette minuti e si intitolava The Flying Clouds (“le nuvole volanti”). Prima delle istruzioni e delle spiegazioni su come programmare una registrazione (“l’auto-time attiverà il sistema nell’esatto momento che avrete selezionato”), il video mostrava alcune importanti evoluzioni tecniche e scientifiche: la scrittura, la stampa, il telegrafo, il telefono e, dopo di loro, il Betamax, una tecnologia il cui “unico scopo” è di essere al “nostro servizio”. «Con il Betamax ai tuoi ordini», diceva la voce di sottofondo al video «non sarai mai più privato dalla possibilità di poter guardare qualsiasi programma tu scelga. Sarai libero dalle limitazioni del tempo. L’uso del Betamax sarà limitato solo dalle possibilità della tua immaginazione», diceva la voce di sottofondo al video.

Il Betamax si diffuse molto e nei primi anni arrivarono molte importanti innovazioni: già nel 1977 le cassette duravano due ore e si poteva registrare un programma mentre se ne guardava un altro.

Il Betamax entrò però presto in competizione con le VHS, messe in commercio da JVC, una società giapponese che come Sony si occupa e si occupava soprattutto di elettronica di consumo. Anche nei primi anni Settanta JVC aveva studiato la tecnologia per la videoregistrazione, ma era arrivata sul mercato dopo Sony: le VHS avevano una qualità minore delle videocassette Betamax, avevano però fin da subito una durata maggiore, fino a quattro ore. La logica e gli interessi dei consumatori imponevano però che ci fosse un solo formato “standard” e non due formati concorrenti e tra loro incompatibili: le cassette di VHS non funzionavano nei registratori Betamax, e viceversa.

Come spiega sul Guardian Samuel Gibbs già nei primi anni Settanta il governo giapponese provò a ottenere che ci fosse un solo formato standard. All’inizio il problema dei formati – che poi diventò mondiale – era solo giapponese, perché da lì erano nati e partiti i due formati. Il formato capace di imporsi in Giappone nei primi anni della nuova tecnologia avrebbe poi potuto facilmente imporsi anche come nel resto del mondo, dato che i principali produttori erano tutti giapponesi. La vera “guerra” tra formati si giocava quindi in Giappone, il resto sarebbe stato – come effettivamente è stato – una conseguenza di quella “guerra”. Sony era arrivata prima sul mercato e il suo Betamax era ritenuto migliore delle VHS: Gibbs spiega che grazie a questi due fattori ottenne “i favori del governo giapponese”.

Il governo giapponese non vietò pero mai il sistema VHS, limitandosi a mostrarsi più propenso a favorire e promuovere il suo rivale Betamax. JVC riuscì però a convincere Matsushita – che allora era il più grande produttore giapponese di elettronica, e ora si chiama Panasonic Corporation  – a supportare il suo formato. Dopo aver convinto Matsushita JVC riuscì a convincere anche Mitsubishi e Sharp a fare lo stesso.

Le VHS si imposero come la norma. Betamax riuscì a non scomparire ma perse gran parte del suo mercato, in Giappone e nel mondo. L’anno della definitiva sconfitta e della conseguente “resa” di Betamax fu il 1988: in quell’anno Sony si mise a produrre videoregistratori VHS, che non sostituirono quelli Betamax ma comunque vi si affiancarono. I sistemi Betamax continuarono a essere dominanti in contesti di nicchia e più “tecnici”: per esempio restarono, anche negli anni Novanta, quelli principalmente usati negli studi di registrazione delle televisioni giapponesi. Quartz scrive però che «a differenza di altri formati di altro tipo – come per esempio le Polaroid, i vinili o persino le audiocassette – il sistema Betamax non ha mai ottenuto un revival hipster». Fino ad oggi – o meglio ancora fino a quando a marzo 2016 andranno fuori produzione – i sistemi Betamax non sono spariti, ma sono via via diventati sempre meno rilevanti.