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  • Martedì 10 novembre 2015

Il giornalista egiziano Hossam Bahgat è stato rilasciato

Era stato arrestato domenica con l'accusa di avere pubblicato "notizie false": è un attivista per i diritti umani e ha curato diverse inchieste investigative sui metodi autoritari del governo di al-Sisi

Il giornalista e attivista egiziano Hossam Bahgat, Il Cairo, dicembre 2011 (AP Sarah Rafea via AP)
Il giornalista e attivista egiziano Hossam Bahgat, Il Cairo, dicembre 2011 (AP Sarah Rafea via AP)

Aggiornamento delle 13.00: Hossam Bahgat è stato rilasciato intorno a mezzogiorno di martedì 10 novembre. Lo scrive il giornale indipendente per cui Bahgat lavora, Mada Masr. Non è ancora chiaro se le accuse nei suoi confronti siano cadute o se le indagini siano ancora in corso. Ieri, la procura militare aveva ordinato la detenzione di Bahgat per altri quattro giorni.

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Domenica 8 novembre il giornalista investigativo e attivista per i diritti umani, Hossam Bahgat, è stato arrestato in Egitto. La procura militare ha ordinato la sua detenzione almeno fino a giovedì, in attesa dei risultati di un’indagine a suo carico. Bahgat – che giovedì scorso aveva ricevuto un ordine di comparizione davanti all’agenzia di intelligence militare del Cairo – ha subìto un primo e lungo interrogatorio senza la presenza di un avvocato (che ha potuto chiamare solo dopo diverse ore) ed è accusato di «pubblicazione di notizie false che danneggiano gli interessi nazionali e diffusione di informazioni che disturbano la quiete pubblica». Il giornalista avrebbe violato gli articoli 102 e 188 del codice penale: il primo prevede una pena detentiva non specificata e una multa, il secondo una pena massima di un anno di carcere e una sanzione.

Bahgat ha 36 anni, ed era da poco tornato dagli Stati Uniti dopo aver trascorso un anno come visiting fellow presso la Scuola di Giornalismo della Columbia University: è un collaboratore del sito indipendente Mada Masr e nel 2002 aveva fondato “Iniziativa egiziana per i diritti personali” (Eipr), una importante organizzazione non governativa del paese. Dopo la rivoluzione egiziana del 2011 Bahgat aveva ricevuto il prestigioso premio “Alison Des Forges” dell’organizzazione Human Rights Watch per il suo impegno in difesa dei diritti umani. Bahgat pubblica i suoi articoli in inglese e in arabo e su Mada Masr scrive anche una rassegna quotidiana dei media egiziani su alcune notizie, mostrando il loro sostegno unanime e acritico verso il governo. Nella sua rassegna più recente, quella di sabato 7 novembre, Bahgat si era occupato del racconto mediatico locale del presunto complotto attuato dall’Occidente nei confronti dell’Egitto e della Russia per la vicenda dell’aereo della compagnia Metrojet che è precipitato il 31 ottobre sulla penisola del Sinai, e che si sospetta possa essere precipitato a causa di una bomba esplosa a bordo.

Dal colpo di stato militare del 2013 Bahgat è stato uno dei pochi giornalisti a distinguersi per le sue posizioni critiche, scrivendo una serie di inchieste che hanno messo in difficoltà il governo e la pretesa di al-Sisi di essere l’artefice di una nuova stabilità per il paese. Una delle storie più recenti raccontate da Bahgat, che sarebbe anche la causa principale del suo arresto, riguarda un «processo militare segreto» a 26 ufficiali per il tentativo di rovesciare l’attuale governo dell’ex-generale Abdel Fattah al-Sisi. Il New York Times segnala anche un articolo di Bahgat su alcuni generali che avrebbero «diretto la scarcerazione di un gran numero di jihadisti» dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak mostrando una sorta di collaborazione tra servizi e jihadisti per giustificare la repressione.

L’ex generale al-Sisi, che governa il paese dal colpo di stato del 2013 contro Mohamed Morsi, aveva represso duramente le proteste causando centinaia di morti e aveva preso diversi provvedimenti contro le opposizioni e anche contro la libertà di stampa, come parte di un’iniziativa generale contro il terrorismo. Lo scorso agosto, dei giornalisti di al-Jazeera accusati di aver diffuso “false notizie” per aiutare i Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico religiosa che appoggiava il governo dell’ex presidente Mohamed Morsi, erano stati condannati a tre anni di carcere e, infine, dopo varie pressioni internazionali, graziati dal presidente. Amnesty International ha denunciato l’arresto di Bahgat come l’ultimo «attacco contro il giornalismo indipendente e contro la società civile». E Philip Luther, direttore del programma di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha definito l’arresto «un altro chiodo nella bara della libertà di espressione in Egitto».