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  • Sabato 7 novembre 2015

Il vignettista palestinese Sabaaneh e la violenza

Il Washington Post racconta la storia dell'illustratore – molto criticato – che disegna i palestinesi "buoni" e gli israeliani "cattivi"

di William Booth - Washington Post

Mohammad Sabaaneh. (Washington Post)
Mohammad Sabaaneh. (Washington Post)

Mohammad Sabaaneh è uno dei più popolari vignettisti palestinesi. Molti media israeliani lo considerano un promotore della violenza che demonizza gli ebrei. Lui dice che se ai suoi critici non piace ciò che vedono allo specchio, dovrebbero mettere fine all’occupazione militare e dare uno stato ai palestinesi.

Sabaaneh è un uomo di 36 anni a cui piace fumare sigarette e disegnare: sta prendendo un master in risoluzione dei conflitti e tra le altre cose è rimasto incarcerato cinque mesi in una prigione israeliana. È il principale vignettista di Al-Hayat al-Jadida, il principale quotidiano edito dall’Autorità Palestinese, e per questo i suoi disegni seguono le linee politiche ufficiali del governo del presidente palestinese Mahmoud Abbas e del suo partito politico, Fatah. Le vignette di Sabaaneh celebrano quella che i palestinesi chiamano “resistenza popolare” – ovvero lanciare le pietre contro le forze di sicurezza israeliane – ma non glorificano gli accoltellamenti contro i civili che si sono verificati soprattutto di recente. D’altra parte, però, i suoi lavori non suggeriscono nemmeno che accoltellare gli ebrei sia sbagliato: «Abbiamo provato tutte le alternative. Non ha funzionato niente. Quella che voi chiamate violenza, noi chiamiamo resistenza», ha detto Sabaaneh (alcune delle sue vignette si possono trovare sul suo profilo Twitter).

Le vignette di Sabaaneh non lasciano spazio a troppi dubbi. I soldati israeliani sono descritti come degli idioti e i coloni israeliani sono disegnati come uomini armati e pericolosi. Dall’altra parte i bambini palestinesi sono spesso mostrati come monelli ribelli, le donne palestinesi come esseri puri, gli anziani come saggi e le ragazze che lanciano le pietre contro gli israeliani vengono descritte come se facessero una cosa “cool”. Le vignette di Sabaaneh seguono le notizie che accadono di giorno in giorno e sono spesso molto criticate da Palestinian Media Watch, un’organizzazione palestinese che controlla i media e i libri di testo palestinesi in arabo e che documenta i sospetti casi di incitamento alla violenza e lavora a stretto contatto con il governo israeliano, incluso il primo ministro Benjamin Netanyahu. Il direttore del gruppo, Itamar Marcus, ha detto che il lavoro di Sabaaneh incoraggia i giovani a usare la violenza, celebra il martirio, demonizza gli israeliani e presenta gli ebrei come se fossero il diavolo.

Secondo Sabaaneh, le cose non stanno così. Lui sostiene che sia Israele a creare queste immagini di violenza e che nessun adolescente palestinese abbia bisogno di guardare le sue vignette per provare rabbia: «È tutto nelle notizie». Sabaaneh ha anche detto di non presentare tutti gli ebrei come il diavolo, ma di credere che il diavolo sia l’occupazione militare israeliana e in particolare i coloni ebrei più radicali che vivono in Cisgiordania. Sul perché i vignettisti palestinesi disegnino spesso coltelli e pietre, Sabaaneh ha risposto: «È diritto dei palestinesi resistere all’occupazione con i mezzi che abbiamo». Anche con i coltelli, ha aggiunto.

La violenza in Israele e in Cisgiordania è molto primitiva in questi giorni. A luglio alcuni uomini hanno dato fuoco alla casa della famiglia Dawabsha nella cittadina palestinese di Duma, in Cisgiordania. Un neonato, suo padre e sua madre sono morti a causa dell’incendio. Le autorità israeliane hanno sostenuto che l’attacco fosse stato compiuto da estremisti ebrei, ma a oggi non è stato fatto ancora alcun arresto. Sabaaneh ha disegnato delle vignette che mostrano alcuni uomini incappucciati mentre danno fuoco alla culla di un neonato, con sopra la scritta: «Israele ISIS». Marcus, il direttore di Palestinian Media Watch, ha detto: «Ne vediamo moltissime di vignette del genere. In passato comparavano gli israeliani ai nazisti. Oggi li comparano allo Stato Islamico».

Per le sue vignette, Sabaaneh è pagato circa 700 dollari al mese: nemmeno i soldi necessari per comprare le sigarette, ha raccontato lui. Per questo ha un altro lavoro: fa l’amministratore al campus dell’Università arabo-americana di Ramallah, in Cisgiordania. Sabaaneh ha raccontato – scherzando – di essere stato in Israele solo una volta, senza permesso: quando ha passato cinque mesi in una prigione palestinese nel 2013 nel deserto di Negev, con l’accusa di “associazione con un’organizzazione nemica”, cioè Hamas. Sabaaneh ha negato tutte le accuse: «Sono nella lista nera di Hamas dal 2008», cioè da quando ha disegnato una vignetta che prendeva in giro il leader del gruppo Ismail Haniyeh, mostrandolo come un burattino dell’Iran.

© Washington Post 2015