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  • Giovedì 5 novembre 2015

I nuovi problemi al Trade Center Transit Hub di New York

Una struttura molto complessa progettata da Calatrava avrebbe dovuto aprire nel 2015, ma ci sono ritardi e i costi sono raddoppiati

World Trade Center transportation hub, New York, maggio 2015 (AP Photo/Mark Lennihan)
World Trade Center transportation hub, New York, maggio 2015 (AP Photo/Mark Lennihan)

Il World Trade Center Transportation Hub dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava – attualmente in costruzione a New York dove si trovava un centro commerciale distrutto dagli attentati dell’11 settembre 2001 – avrebbe dovuto aprire nel 2015. Lo scorso agosto, però, è stato annunciato un ritardo: almeno fino alla prima metà del 2016 la grande struttura non sarà pronta. Gli ultimi problemi hanno a che fare con infiltrazioni d’acqua nel cantiere vicino ed è, scrive il New York Times, solo l’ultima delle grane legate alla costruzione di un progetto così complesso e spettacolare che il suo costo è praticamente raddoppiato rispetto alle stime iniziali, annunciate quasi 12 anni fa.

Il progetto è conosciuto come “Oculus”: è una struttura composta da due grandi ali di acciaio alta circa 50 metri da terra e con una parte interrata e, una volta completato, sarà il terzo più grande centro di trasporto intermodale della città. Si trova tra la torre 2 e la torre 3 del WTC: è stato progettato per connettere i treni Path, 11 linee della metropolitana, le quattro torri del World Trade Center, la piazza del memoriale, la Brookfield Place (ex World Financial Center) e il terminal dei traghetti Battery Park City. L’hub, l’Oculus di Calatrava, rappresenta il fulcro di questa complessa struttura, con una grande sala centrale con pavimento in marmo bianco e vari livelli che ospiteranno un centro commerciale di circa 21 mila metri quadrati.

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Il ritardo complessivo sul termine dei lavori e il raddoppio dei costi è stato causato dall’aumento del costo dell’acciaio, dai danni causati dal passaggio degli uragani Katrina e Sandy e dai numerosi cambi in corso d’opera del progetto (il tetto dell’Oculus doveva aprirsi, come quello delle antiche arene, ma l’idea è stata abbandonata; per questioni di sicurezza nel 2005 le nervature d’acciaio sono state raddoppiate, togliendo, tra l’altro, leggerezza al progetto).

L’ultima questione ha a che fare con le infiltrazioni d’acqua nel cantiere della torre 3, una torre per uffici a ridosso dell’Oculus, che hanno invaso alcuni spazi del futuro centro commerciale. Qualche giorno fa il direttore dei lavori dell’Autorità Portuale di New York – che con la Westfield Corporation e il New Jersey, è proprietaria e responsabile della ristrutturazione – ha detto che le infiltrazioni sono state «drasticamente ridotte» e che sono stati fatti dei «progressi significativi». Westfield, a cui compete in particolare la zona del centro commerciale, ha poi fatto sapere che continua «a cooperare e a lavorare a stretto contatto con l’Autorità Portuale per completare la costruzione e soddisfare le condizioni per la consegna degli spazi di vendita al dettaglio».

L’architetto spagnolo Santiago Calatrava è famoso in tutto il mondo per il suo stile dinamico e maestoso allo stesso tempo, per gli arditi progetti legati all’ingegneria (ponti, soprattutto), e per opere come l’Art Museum di Milwuakee, il James Joyce Bridge di Dublino, la stazione dell’Alta Velocità e il ponte sull’autostrada a Reggio Emilia. Ma è anche da tempo al centro di polemiche e problemi riguardo alcune sue costruzioni in Spagna e altrove, polemiche e problemi che agli italiani sono familiari per via delle questioni intorno al suo ponte pedonale alla stazione di Venezia.