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  • Lunedì 2 novembre 2015

L’aereo russo è caduto per «cause esterne»

Il vicedirettore di Metrojet ha detto che è impossibile che l'aereo precipitato sabato nel Sinai abbia subito un guasto, e ha dato la colpa a un'azione «meccanica»

(KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images)
(KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images)

Il vicedirettore generale della Metrojet, la compagnia aerea russa che possedeva l’aereo che sabato è precipitato nel Sinai, in Egitto, causando la morte di 224 persone, ha detto che è impossibile che un aereo di quel modello possa spezzarsi in volo «a causa di un guasto tecnico». La Metrojet ha invece parlato di una «causa esterna» dando la colpa dell’incidente a un’azione «meccanica», senza però precisare a cosa si riferisca. 

Poche ore dopo l’incidente, un gruppo terroristico che opera nel Sinai e che è affiliato all’ISIS ha rivendicato di avere fatto precipitare l’aereo, ma la rivendicazione era stata giudicata inattendibile da diversi analisti e smentita sia dal governo egiziano sia da quello russo. James Clapper, a capo della National Intelligence degli Stati Uniti, ha precisato che non ci sono «prove dirette» che l’aereo russo sia precipitato a causa di un attentato terroristico e che lo Stato Islamico non dispone di un sistema missilistico capace di compiere un attentato simile: Clapper ha comunque concluso che l’ipotesi di un attentato terroristico non può ancora essere esclusa. Nella sera di lunedì 2 novembre, la CNN, citando un funzionario della difesa statunitense a conoscenza dell’inchiesta, ha detto che un satellite a infrarossi americano aveva rilevato un lampo di calore sopra il Sinai, al momento dell’incidente, e che gli analisti stanno cercando di determinare se questo lampo si sia verificato a mezz’aria o sul terreno. Il lampo di calore potrebbe essere legato a diverse possibilità: una bomba o l’esplosione di un motore, per esempio.

Finora l’ipotesi più solida circolata sull’incidente è che sia stato causato da un imprecisato guasto tecnico; un portavoce del governo russo ha detto che al momento non si può escludere nessuna ipotesi. Lo stesso governo russo ha fatto sapere che le due scatole nere recuperate dall’aereo sono in buone condizioni.

Nel corso di una conferenza stampa di alcuni funzionari della Metrojet, la compagnia aerea ha detto che l’aereo si è schiantato un minuto dopo che ha perso improvvisamente velocità e quota, confermando una ricostruzione giornalistica delle ore successive. Il vicedirettore ha anche detto che l’equipaggio non ha fatto nessun tentativo per mettersi in contatto con l’esterno per segnalare qualche problema.

L’aereo schiantato sul Sinai era un Airbus A321 della compagnia russa Metrojet, che ha la propria sede in Siberia. Secondo le autorità egiziane a bordo c’erano 224 persone, tra cui 17 bambini – secondo i russi erano 25 – e 7 membri dell’equipaggio: dei 217 passeggeri tre erano ucraini, uno bielorusso e gli altri russi, per la maggior parte turisti. Il volo, numero 7K9268, era partito alle 5.51 di ieri mattina da Sharm el-Sheikh. Circa venti minuti dopo, perdendo improvvisamente quota da 9.500 metri, si era schiantato al centro della penisola del Sinai, a circa 100 chilometri a sud della città di Arish, in una zona piuttosto remota e difficile da raggiungere dai mezzi di soccorso anche per via della presenza di milizie jihadiste.

sinai

Sul posto erano arrivate decine di ambulanze, diversi giornalisti e anche il primo ministro egiziano Sherif Ismail. I corpi dei passeggeri sono già stati trasportati al Cairo, e in queste ore stanno arrivando in Russia. Sul luogo dell’incidente è stata avviata un’indagine egiziana, appoggiata dal ministro dei Trasporti russo Maxim Sokolov che da ieri si trova nel Sinai.