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  • Domenica 1 novembre 2015

In Turchia ha vinto il partito di Erdoğan

L'AKP potrà governare da solo, ma non ha ottenuto la cosiddetta "supermaggioranza" necessaria a indire un referendum per cambiare la Costituzione

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in mezzo alla folla fuori da un seggio di Istanbul. (AP Photo/Hussein Malla)
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in mezzo alla folla fuori da un seggio di Istanbul. (AP Photo/Hussein Malla)

Il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha vinto con un grande vantaggio su tutti gli altri principali partiti le elezioni parlamentari anticipate che si sono tenute domenica 1 ottobre in Turchia. Lo scrutinio è terminato e l’AKP ha ottenuto il 49,48 per cento dei voti. L’agenzia stampa di stato turca Anadolu ha scritto che l’AKP ha ottenuto una «larga vittoria».

L’AKP potrà governare da solo senza necessità di fare alleanze. Per riuscirci servivano 276 voti: ne ha ottenuti 317. Il Partito Popolare Repubblicano (CHP), il principale partito di centrosinistra, ha ottenuto il 25,31 per cento dei voti corrispondenti a 134 seggi, gli stessi delle ultime elezioni di giugno; il Partito Democratico del Popolo (HDP), il principale partito curdo della Turchia, ha ottenuto 59 seggi con poco più del 10 per cento dei voti, che è anche la soglia di sbarramento per accedere al Parlamento (alle ultime elezioni aveva ottenuto il 13 per cento); il Partito del Movimento Nazionalista – forza politica di estrema destra – si è fermato a circa il 11,9 per cento dei voti e 40 seggi, circa il 5 per cento in meno rispetto a giugno.

Turchia

La vittoria dell’AKP è arrivata a sorpresa: nelle ultime settimane i sondaggi avevano predetto un risultato simile alle ultime elezioni, quando l’AKP vinse ma non ottenne i voti per governare da solo e non riuscì a formare una coalizione. Alle elezioni di domenica l’AKP ha ottenuto circa 3 milioni di voti in più rispetto a giugno. La percentuale ottenuta non sarà comunque sufficiente per indire un referendum per cambiare la Costituzione, cosa che secondo alcuni era uno degli obiettivi di Erdoğan: all’AKP servivano almeno 330 seggi. Per approvare direttamente una modifica servono invece 367 seggi.

Secondo Agence France-Presse alcune ore dopo l’inizio dello spoglio ci sono stati degli scontri a Diyarbakir, la principale città abitata da curdi in Turchia. Un fotografo di AFP ha raccontato che la polizia ha usato dei cannoni ad acqua e lanciato gas lacrimogeno contro alcuni manifestanti curdi che stavano protestando per la vittoria dell’AKP.

I seggi sono rimasti aperti dalle otto di mattina e hanno chiuso alle 17 (in Italia erano le 15: il governo turco ha ritardato l’adozione dell’ora solare per non confondere gli elettori turchi). Si è votato con un sistema proporzionale per eleggere i 550 parlamentari della Meclis, la camera unica del Parlamento turco. Le elezioni sono state indette dopo che le ultime politiche tenute a giugno non avevano portato a una maggioranza parlamentare: il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) – il partito conservatore e filo-islamico dell’attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan, che governava da solo ininterrottamente dal 2002 – non aveva i voti necessari per governare di nuovo da solo e non era riuscito a formare una coalizione di maggioranza.