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  • Venerdì 16 ottobre 2015

C’è un nuovo Snowden?

Il sito "The Intercept" ha pubblicato documenti riservati trafugati da una persona che lavora nel governo americano: riguardano gli attacchi coi droni dell'amministrazione Obama

Giovedì The Intercept, il sito diretto dall’ex giornalista del Guardian Glenn Greenwald, ha pubblicato alcuni documenti segreti sull’uso militare dei droni da parte degli Stati Uniti in Afghanistan, Yemen e Somalia. The Intercept ha ottenuto i documenti da un “whistleblower” della comunità di intelligence statunitense – una fonte che diffonde documenti riservati per via del loro interesse pubblico – la cui identità non è stata rivelata per ragioni di sicurezza. L’inchiesta di The Intercept è stata ripresa anche dalla stampa americana, sia per il tema dei droni in sé – per cui l’amministrazione di Obama in passato è stata molto criticata – sia perché implica di fatto l’esistenza di un nuovo “whistleblower” all’interno del governo americano dopo Edward Snowden, che aveva fatto iniziare una serie di inchieste giornalistiche sulle attività di sorveglianza della NSA (National Security Agency, l’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti).

I documenti pubblicati da The Intercept riguardano il programma di uccisioni mirate coi droni attuato dagli Stati Uniti nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 in Yemen, Afghanistan e Somalia. I documenti mostrano alcune debolezze e malfunzionamenti del programma, di cui la stampa aveva già parlato negli ultimi anni. Una tra le più rilevanti è legata al fatto che in molte occasioni la decisione di uccidere una persona perché accusata di svolgere attività terroristiche è basata su informazioni di intelligence poco solide. Per esempio tra il gennaio 2012 e il febbraio 2013 gli Stati Uniti compirono degli attacchi coi droni nel nord dell’Afghanistan che uccisero più di 200 persone, di cui però solo 35 erano degli obiettivi effettivi. Durante quell’operazione, dicono i documenti pubblicati da The Intercept, circa il 90 per cento delle persone uccise non era stato individuato come obiettivo. I numeri di persone uccise per sbaglio potrebbero essere ancora peggiori in Somalia e Yemen, dove le capacità di intelligence degli Stati Uniti sono ridotte e la probabilità di commettere degli errori è superiore rispetto all’Afghanistan.

The Intercept ha anche scritto che le persone uccise negli attacchi coi droni e di cui gli americani non sono stati in grado di stabilire l’identità sono state spesso catalogate come “nemici uccisi in azione”. Il programma di attacco coi droni dovrebbe avere come bersaglio coloro che sono una “continua e imminente minaccia” per gli americani: secondo i documenti di The Intercept questa distinzione non conta più da molto tempo e in posti come Afghanistan, Iraq, Somalia e Yemen gli attacchi vengono richiesti anche senza che ci siano prove decisive di una minaccia alla sicurezza degli americani. Un funzionario del dipartimento della Difesa statunitense ha detto a The Intercept di non voler commentare i dettagli di documenti riservati. Anche il dipartimento della Difesa, la Casa Bianca e il Comando delle operazioni speciali hanno rifiutato di commentare i documenti.

Del nuovo “whistleblower” non si sa niente, se non che lavora nella “comunità d’intelligence” del governo statunitense. CNN ha chiesto a Jeremy Scahill – giornalista e co-fondatore di The Intercept, che si sta occupando della storia – di raccontare qualche dettaglio in più o di chiarire come il sito sia entrato in possesso dei documenti, come sia stato contattato dalla fonte e così via. Scahill ha rifiutato di aggiungere nuovi dettagli sulla sua fonte ma ha detto: «Questa amministrazione [Obama] è stata inflessibile nella sua guerra contro le fughe di notizie e io ammiro il coraggio di chiunque decida di prendersi certi rischi per diffondere alla popolazione americana informazioni così importanti, così che possiamo avere un onesto dibattito sulle questioni di vita e di morte come queste». Greenwald ha scritto su Twitter che «il whistleblower è arrivato a The Intercept con una grossa collezione di segreti sulle uccisioni coi droni dell’amministrazione Obama».

https://twitter.com/ggreenwald/status/654627823122907136

Il contatto tra i giornalisti di The Intercept e il nuovo whistleblower sembra risalire almeno a un anno fa. Alla fine di Citizenfour, il documentario su Snowden uscito nell’ottobre 2014, Greenwald dice a Snowden che c’è un’altra persona che è entrata in possesso di informazioni interne al governo statunitense e che vuole diffonderle. L’ipotesi ripresa da diversi siti di news americani è che Greenwald si riferisse alla persona che ha consegnato i documenti sul programma di uccisioni mirate coi droni dell’amministrazione Obama.