Il tumore al seno degli uomini

Non sanno di potersi ammalare, non fanno controlli e lo scoprono spesso troppo tardi

Tony Brinkley, un professore associato della University of Maine, fotografato dopo una mastectomia, Bangor, nel Maine, nel 2005. 
(AP Photo/Bangor Daily News, Kevin Bennett)
Tony Brinkley, un professore associato della University of Maine, fotografato dopo una mastectomia, Bangor, nel Maine, nel 2005. (AP Photo/Bangor Daily News, Kevin Bennett)

Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno: in tutto il mondo vengono organizzate parecchie iniziative e famosi monumenti – dalla Torre Eiffel al Colosseo – vengono illuminati di rosa per attirare l’attenzione sul tema. Contrariamente a quanto si crede comunemente, tuttavia, il tumore al seno non riguarda soltanto le donne ma può colpire anche gli uomini, seppur con percentuali molto più basse: è infatti circa 100 volte meno frequente e secondo l’American Cancer Society si ammala di cancro al seno un uomo su centomila. Molti uomini però non sanno che potrebbero ammalarsi di cancro al seno, cosa che diminuisce le possibilità di diagnosi e guarigione; inoltre gran parte dei maschi malati o guariti tende a non raccontare la propria esperienza, contribuendo a non far conoscere ad altri la malattia. L’80 per cento dei partecipanti a uno studio condotto nel 2010 dall’American Journal of Nursing, non sapeva che anche gli uomini potessero ammalarsi di tumore al seno.

Da bambini sia i maschi che le femmine hanno una piccola quantità di tessuto mammario, che nelle ragazze si sviluppa durante la pubertà mentre negli uomini rimane stabile. Le cellule del tessuto sono quelle che possono sviluppare il tumore, di cui gli uomini – che non vengono sottoposti agli stessi controlli medici rituali delle donne – tendono ad accorgersi piuttosto in ritardo: solitamente quando si è già formato un nodulo piuttosto grosso e il tumore ha già iniziato a diffondersi. Data la rarità con cui il tumore colpisce gli uomini, esami di prevenzione come le mammografie non sono considerati particolarmente utili dagli esperti, che consigliano soprattutto ai figli e ai fratelli delle donne portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 – che aumentano la possibilità di sviluppare un cancro mammario – di sottoporsi a frequenti test di controllo. Oltre a queste mutazioni, gli altri fattori di rischio sono gli stessi delle donne: l’età, genitori o parenti che sviluppato la malattia, abitudini di vita scorrette come bere troppo alcol. Il trattamento medico prevede, come per le donne, la chemioterapia e la mastectomia, la rimozione chirurgica della mammella.