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  • Lunedì 12 ottobre 2015

Ancora attacchi e morti in Israele e Palestina

Negli ultimi giorni sono morte 29 persone e ci sono centinaia di feriti in Cisgiordania: martedì ci sono state due sparatorie a Gerusalemme

Un ragazzo palestinese avvolto nella bandiera della Palestina manifesta contro gli israealiani vicino al confine israeliano con la Striscia di Gaza, 11 ottobre 2015 (MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)
Un ragazzo palestinese avvolto nella bandiera della Palestina manifesta contro gli israealiani vicino al confine israeliano con la Striscia di Gaza, 11 ottobre 2015 (MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)

Aggiornamento del 13/10: La polizia israeliana ha detto che nella mattina di martedì ci sono state due sparatorie in zone diverse di Gerusalemme: una persone è morta e altre quattro sono rimaste ferite. In un terzo più grave incidente 18 persone sono state ferite, sei in modo grave, mentre viaggiavano su un autobus a Gerusalemme: fonti mediche israeliane dicono che i due assalitori sono stati “neutralizzati” dopo una sparatoria.

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In questi giorni stanno proseguendo gli scontri fra palestinesi e israeliani iniziati nei primi giorni di ottobre. Lunedì 12 ottobre la polizia israeliana ha ucciso un uomo palestinese nei pressi della Porta dei Leoni di Gerusalemme, una delle sette storiche porte di accesso al quartiere arabo della città vecchia, spesso frequentata da pellegrini e turisti. La polizia ha detto che l’uomo aveva provato ad accoltellare un agente, anche se diversi testimoni contattati da al Jazeera hanno smentito questa ricostruzione. Nella stessa giornata di lunedì una ragazza palestinese ha provato ad accoltellare un poliziotto israeliano a nord di Gerusalemme. La ragazza è gravemente ferita. In serata, infine, un uomo palestinese è stato ucciso dalle forze di sicurezza israeliane a Gerusalemme, dopo aver cercato di assalire con un coltello un soldato che viaggiava su un autobus. Nella colonia israeliana di Pisgat Ze’ev, due ragazzi palestinesi hanno accoltellato due ragazzi israeliani: i ragazzi palestinesi sono morti, quelli israeliani sono in gravi condizioni.

Scontri e manifestazioni vanno comunque avanti da giorni: secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, la divisione locale della Croce Rossa, solamente nella giornata di domenica 11 sono stati feriti 332 palestinesi in altri scontri avvenuti in Cisgiordania e a Gerusalemme. Secondo una stima di al Jazeera di lunedì 12 ottobre, dall’inizio del mese in queste violenze sono morti in tutto 25 palestinesi e 4 israeliani, mentre sono rimasti feriti almeno 1.990 palestinesi e 67 israeliani.

Il governo israeliano in questi giorni sta intensificando le misure di sicurezza a Gerusalemme, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Nella notte fra domenica 11 e lunedì 12 ottobre, secondo diversi media israeliani e palestinesi, l’esercito israeliano ha arrestato 33 palestinesi collegati ad atti di violenza in diverse zone della Cisgiordania. Nonostante da giorni si parli dell’inzio della “terza intifada”, il governo israeliano e quello palestinese stanno cercando di moderare i toni e invitare alla fine delle violenze.

Gli ultimi episodi
L’incidente alla porta dei Leoni è avvenuto di mattina: secondo BBC l’uomo è stato fermato dalla polizia israeliana per alcuni atteggiamenti sospetti e poco dopo ha cercato di accoltellare un poliziotto, colpendo però il suo giubbotto antiproiettile. L’uomo è stato quindi ucciso dalla polizia israeliana: nelle ultime ore le foto del suo corpo stanno circolando molto sui media palestinesi. Oltre ad al Jazeera, però, anche l’agenzia stampa palestinese Ma’an ha scritto che alcuni testimoni hanno smentito la ricostruzione della polizia israeliana, spiegando che non c’è stato nessun tentativo di accoltellamento (in passato Ma’an è stata criticata per il suo lavoro giornalistico poco accurato e fazioso). La polizia israeliana ha detto che diffonderà un video dell’episodio per chiarirne le circostanze. L’incidente avvenuto nella sera di lunedì, invece, è stato confermato su Twitter da un portavoce della polizia israeliana, che ha anche detto che il sodato attaccato era solo “leggermente ferito” e che l’identità dell’assalitore non era ancora nota.

Gli incidenti più gravi avvenuti nel weekend hanno invece coinvolto una donna palestinese e sua figlia – uccise da un bombardamento israeliano a Gaza, nei pressi di un campo di addestramento di Hamas – e un bambino palestinese di 13 anni ucciso dall’esercito israeliano durante una manifestazione di protesta in un punto di controllo vicino Ramallah, la capitale della Palestina.

Fra sabato e domenica ci sono stati anche diversi scontri a Gerusalemme, nel più grave dei quali un ragazzo palestinese – ripreso da una telecamera di sicurezza – ha assalito e ferito a coltellate tre poliziotti israeliani prima di essere ucciso. L’attacco è avvenuto vicino alla porta di Damasco, una delle principali porte di accesso per i turisti al quartiere arabo di Gerusalemme, la città “vecchia”. Nel video si vede un ragazzo con un giubbotto blu che viene fermato per un controllo da alcuni poliziotti israeliani. All’improvviso, poco dopo aver fatto finta di sistemarsi i pantaloni, il ragazzo afferra velocemente la testa di un poliziotto e lo colpisce al collo con un coltello, provando poi a ferire altri poliziotti. Dopo alcuni secondi di concitazione il ragazzo viene accerchiato da altri poliziotti e ucciso.

Gli attacchi con i coltelli, l’arma più frequentemente utilizzata dai palestinesi che in questi giorni stanno attaccando gli israeliani, sono stati incoraggiati alcuni giorni fa da Ismail Haniyeh, capo storico di Hamas e fra il 2006 e il 2007 primo ministro dell’Autorità Palestinese (l’organo di governo provvisorio che si era data la Palestina prima di costituire un governo). Secondo il Jerusalem Post, Haniyeh ha detto: «Libereremo la moschea di al Aqsa [che fa parte della Spianata delle moschee]. Invoco l’intensificazione dell’intifada. Siamo fieri di voi, “eroi dei coltelli”».

Durante il weekend è inoltre circolata molto una foto che mostrava un religioso musulmano che agitava un coltello con aria minacciosa durante un sermone. Lunedì 12 il Times of Israel ha raccontato la storia dietro la foto: l’uomo è un capo religioso islamico, si chiama Muhammad Sallah e la foto è stata scattata durante un suo sermone di venerdì 9 ottobre alla moschea di al Abrar a Rafah, nella Striscia di Gaza. Sta anche circolando un video del sermone, tradotto dal centro studi americano MEMRI (sta per Middle East Media Research Institute, spesso accusato di essere filo-israeliano). Secondo il MEMRI il sermone di Sallah invita i palestinesi a continuare ad accoltellare gli israeliani, con toni molto minacciosi.

Il nuovo ciclo di scontri fra palestinesi e israeliani è iniziato giovedì 1 ottobre, quando una coppia di israeliani è stata uccisa in un tratto di strada fra due colonie israeliane. Citando ragioni di sicurezza, il governo israeliano ha imposto ulteriori restrizioni per l’ingresso di palestinesi alla Spianata delle moschee di Gerusalemme, un luogo sacro per i musulmani ma controllato dalle autorità israeliane. Da allora ci sono stati numerosi attacchi da entrambe le parti, soprattutto aggressioni con coltelli da parte di palestinesi nei confronti di israeliani.