E la Commissione per le Adozioni Internazionali?

Il Sole 24 Ore la definisce un "fantasma": racconta che non se ne hanno notizie dal giugno del 2014 e che la sua attività risulta completamente ferma

Due bambini in un orfanotrofio di Kabul (WAKIL KOHSAR/AFP/Getty Images)
Due bambini in un orfanotrofio di Kabul (WAKIL KOHSAR/AFP/Getty Images)

La Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) è la massima autorità italiana in materia di adozioni di bambini stranieri e ha come principale obiettivo quello di garantire il rispetto dei princìpi stabiliti dalla Convenzione dell’Aja sulla tutela dei minori e di cooperare con gli altri paesi per rendere possibili le adozioni (segue l’andamento dell’iter adottivo e autorizza l’ingresso in Italia dei minori adottati o affidati a scopo di adozione, tra le altre cose). La CAI ha sede a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è formalmente presieduta da Matteo Renzi e, per delega, da Silvia Della Monica. Il Sole 24 Ore racconta però che della Commissione non si hanno notizie da più di un anno, quando ci fu l’ultima riunione:

Una riunione all’anno. È questo il ritmo di lavoro della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), di cui da tempo si hanno scarne notizie. Ad aver perso le tracce dell’organismo incardinato presso la Presidenza del consiglio e che sovrintende all’ingresso in Italia dei bambini stranieri in cerca di una nuova famiglia, sono non solo i genitori in attesa e gli enti autorizzati che li aiutano a realizzare quel sogno, ma gli stessi componenti della Commissione. Che non si sa più bene quali siano.

Le uniche occasioni in cui i commissari si sono potuti vedere in faccia tutti insieme risale, infatti, a giugno dell’anno scorso, quando si è insediata la vicepresidente Silvia Della Monica, consigliere di Cassazione ed ex senatrice Pd, nominata sul filo di lana dall’ex premier Enrico Letta prima che cedesse il testimone a Matteo Renzi. Da quel momento, la Cai non si è più riunita, rispettando una lenta tabella di marcia inaugurata due anni fa, in occasione dei saluti all’ex vicepresidente Daniela Bacchetta, che a novembre 2013 aveva lasciato dopo due mandati. In quel caso, però, fu il Governo a essere poco tempestivo e a rimandare di mesi la designazione della nuova vice. Di contro, dei motivi che da giugno 2014 a oggi hanno impedito alla Cai di riunirsi si sa poco. Il Sole 24 Ore ha tentato a più riprese di contattare Silvia Della Monica, ma senza successo.

Pure gli stessi commissari non sanno spiegarsi il motivo di tale latitanza. «Anche perché – spiega Anna Guerrieri, vicepresidente del Care (Coordinamento delle associazioni adottive e affidatarie in rete) che presso la Cai esprimeva un commissario nella persona di Morya Ferritti – è vero che la Cai può comunque andare avanti perché il presidente può assumere provvedimenti d’urgenza, ma la commissione deve poi ratificarli».

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