La storia dei detenuti che hanno battuto la squadra di dibattito di Harvard

La gara si è tenuta a New York, se ne parla da giorni per raccontare il successo di un programma di recupero "alternativo" per detenuti

Nelle ultime settimane negli Stati Uniti si è parlato molto di una gara di “dibattito” vinta da una squadra di detenuti di un carcere di massima sicurezza contro la squadra dell’università di Harvard, campione del mondo della competizione nel 2014. La gara di “dibattito” è una competizione retorica molto popolare negli Stati Uniti e nei paesi di cultura anglosassone. I tre detenuti che hanno vinto si trovano attualmente in carcere nella Eastern New York Correctional Facility e fanno parte dal Bard Prison Initiative, un particolare programma dell’università americana Bard studiato per i detenuti. La gara si è tenuta il 18 settembre nella Eastern New York Correctional Facility ed è durata circa un’ora: la vittoria della squadra della Bard Prison Initiative – oltre a raccontare una storia “da film”, come l’ha definita il segretario dell’Istruzione degli Stati Uniti – ha fatto parlare nuovamente dell’efficacia di programmi di recupero “alternativi” in uno stato molto complicato come New York, dove circa il 40 per cento di coloro che sono finiti in prigione una volta ci è tornato in seguito.

Le gare di dibattito prevedono solitamente che le due squadre dibattano un tema di attualità partendo da posizioni diverse, e che una giuria decida quale delle due abbia usato le argomentazioni più efficaci. Negli Stati Uniti la tradizione delle gare di dibattito è molto radicata: si organizzano tornei interni o locali sin dalle scuole medie e le competizioni più prestigiose coinvolgono decine di università. Dal 1947 si tiene ogni anno un campionato nazionale a cui accedono solamente le squadre migliori della stagione. Sono frequenti anche gli incontri “amichevoli”, come quello disputato proprio dalla squadra della Bard e da quella di Harvard.

La squadra di Harvard era composta da studenti ventenni, quella dei detenuti da Carl Snyder – condannato per omicidio – Dyjuan Tatro – condannato per aggressione – e Carlos Polanco – in prigione per omicidio – tutti intorno ai 30 anni. Il dibattito si è sviluppato sulla possibilità che le scuole pubbliche americane rifiutino le richieste di ammissione di bambini entrati illegalmente nel paese. Alla squadra della Bard era stato assegnato il compito di difendere questa prerogativa.

L’argomentazione usata dai tre detenuti è stata definita “originale” dagli studenti di Harvard, che hanno poi ammesso di essere stati colti impreparati. La squadra della Bard ha sostenuto che la possibilità di rifiutare le richieste di ammissione dei bambini entrati illegalmente nel paese potrebbe avere delle conseguenze positive sugli stessi bambini: le esclusioni potrebbero infatti attirare l’attenzione delle associazioni benefiche e delle scuole private, che potrebbero decidere di prendersi carico dei loro casi e di assicurare loro un’educazione migliore. La giuria, composta da tre giudici, ha assegnato la vittoria alla squadra del Bard Prison Initiative con due voti a uno. Secondo una giurata contattata dal Wall Street Journal, l’argomentazione della Bard è stata molto efficace e quella di Harvard non è riuscita a rispondere adeguatamente ad alcuni loro punti. Alcuni giorni dopo la vittoria, la squadra di Harvard ha pubblicato un post su Facebook in cui ha scritto di essere “orgogliosa” di aver perso contro la squadra della Bard.

La squadra di dibattito della Bard esiste dalla primavera del 2014: finora ha disputato quattro gare, vincendo anche contro la squadra dell’accademia militare di West Point e contro l’università del Vermont. Le vittorie della squadra della Bard sono rese ancora più notevoli dal fatto che i detenuti non possono usare Internet per prepararsi ai dibattiti, e che l’amministrazione della prigione può metterci settimane ad approvare le loro richieste di ottenere libri o articoli di giornale.

Attualmente 20 persone fanno parte della squadra di dibattito della Bard, che ogni anno mette a disposizione per i detenuti più meritevoli di sei università dello stato di New York per consentire loro di frequentare gratis una facoltà universitaria. I posti sono molto pochi anche perché il fondo stabilito per la Bard Prison Initiative è coperto interamente da privati e non è elevatissimo: si parla di circa 2,5 milioni di dollari. L’efficacia del programma è comunque notevole: su circa 300 detenuti che finora hanno preso una laurea nell’ambito del programma della Bard, meno del 2 per cento di loro è tornato in carcere nel giro di tre anni. Max Kenner, direttore del programma, ha detto che i detenuti che vi hanno partecipato oggi hanno trovato lavoro in diversi ambiti, fra cui quello sanitario e di assistenza psicologica. Uno degli ex detenuti sta anche frequentando la facoltà teologica della prestigiosa università di Yale.

Negli Stati Uniti si parla da anni della possibilità di finanziare con fondi statali l’educazione universitaria dei detenuti. Una proposta di legge statale in questo senso era stata avanzata nel 2014 dal governatore di New York Andrew Cuomo, ma è stata abbandonata dopo le moltissime critiche ricevute dai Repubblicani.