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  • Giovedì 8 ottobre 2015

La nazionale di calcio più giovane del mondo

Il Sud Sudan è nato nel 2011, ha una montagna di problemi e sta provando a qualificarsi ai prossimi Mondiali di calcio (magari aiuta)

La nazionale di calcio del Sud Sudan, il 13 luglio 2015 (HABIBOU KOUYATE/AFP/Getty Images)
La nazionale di calcio del Sud Sudan, il 13 luglio 2015 (HABIBOU KOUYATE/AFP/Getty Images)

Il Sud Sudan è lo stato più giovane al mondo: esiste dal 9 luglio 2011 ed è nato dopo una guerra civile e grazie a un referendum in cui il 99 per cento dei votanti si è espresso a favore della secessione dal Sudan. Tra le molte cose-da-fare di una nuova nazione c’è anche mettere in piedi le nazionali che la rappresentino nei diversi sport – una cosa che spesso ha a che fare più con il riconoscimento della nazione, che con lo sport – e anche in Sud Sudan una delle più importanti e popolari è quella di calcio.

La nazionale di calcio del Sud Sudan esiste dallo stesso anno dell’indipendenza e il 7 ottobre ha giocato la sua prima partita di qualificazione per un Mondiale di calcio, pareggiando 1-1 contro la Mauritania. Oltre che per i successi sportivi, tuttavia, in molti stanno guardando alla giovane squadra per un altro motivo: il Sud Sudan è ancora molto diviso – pochi mesi fa è finita una nuova guerra civile – e in molti sperano che la nazionale di calcio possa aiutare l’unificazione del paese e aiutarlo a trovare la stabilità che raramente ha avuto da quando è nato.

La nazionale di calcio del Sud Sudan ha giocato la sua prima partita ufficiale nel 2012 e della decina di partite ufficiali disputate finora ne ha vinta solo una qualche settimana fa contro la Guinea Equatoriale: una squadra piuttosto forte che nel 2015 è riuscita ad arrivare fino alle semifinali della Coppa d’Africa (che ora si chiama in realtà Coppa delle Nazioni Africane). Dopo l’incoraggiante risultato contro la Guinea Equatoriale il Sud Sudan ha giocato, mercoledì 7 ottobre, la sua prima partita di qualificazione ai Mondiali di calcio del 2018, che si terranno in Russia. Il debutto del Sud Sudan in una partita di qualificazione ai Mondiali è però durato solo 10 minuti: la partita contro la Mauritania è stata interrotta per pioggia, i rimanenti 80 minuti sono stati giocati giovedì 8 e la partita è finita 1-1. I due gol sono stati segnati il 7 ottobre e Dominic Abui Pretino è stato il calciatore a segnare il primo gol della storia della sua nazione in una gara di qualificazione ai Mondiali.

Sud Sudan-Mauritania si è giocata a Juba, la capitale del Sud Sudan, in uno stadio da circa 12mila posti (che sembra riesca però ad accogliere anche il doppio degli spettatori): il 13 ottobre le due nazionali giocheranno la gara di ritorno a Nouakchott, in Mauritania. La Mauritania naturalmente è favorita ma il pareggio nella partita di andata ha mostrato che i giocatori del Sud Sudan – soprannominati le “stelle lucenti” per via della bandiera della nazione e quindi per la maglia della nazionale – possono competere con i loro avversari. Alcuni dei giocatori che ora fanno parte della nazionale del Sud Sudan – tra loro il difensore Friday Zico e il centrocampista Chol Dhuor Ngor – giocano all’estero, in una bassa divisione del campionato australiano.

La squadra che passerà il turno si qualificherà al secondo round africano di qualificazione ai Mondiali del 2018. In tutto per i Mondiali del 2018 sono disponibili 5 posti per le 53 squadre di calcio africane: quello che stanno giocando Sud Sudan e Mauritania è il primo turno di qualificazione, a cui partecipano 26 squadre, quelle con il punteggio più in basso nel ranking FIFA. Il Sud Sudan, per esempio, è al 144esimo posto su 209, la Mauritania è al momento all’89esimo posto. Se dovesse riuscire a battere la Mauritania, il Sudan dovrebbe poi giocare contro la forte Tunisia, accedere al terzo turno di qualificazioni e infine arrivare prima in uno dei cinque gironi da quattro squadre a cui si qualificheranno le 20 migliori squadre africane.

Intervistato dalla FIFA, il capitano del Sud Sudan Richard Justin Lado – centrocampista sinistro di 36 anni che in passato ha giocato nei campionati di Oman ed Egitto – ha detto che lui e i suoi compagni “sanno di avere quello che serve per fare una sorpresa”. Lado è stato il primo giocatore a segnare un gol nella storia della sua nazionale, nella partita del luglio 2012 contro l’Uganda. Fino al 2011 aveva giocato per il Sudan, ma nel 2012 ha deciso di “seguire il cuore” e aderire alla nazionale del nuovo paese: quando hanno iniziato gli allenamenti non c’erano in giro molti giocatori e per un po’ la nazionale non ha avuto neanche un allenatore. «Eravamo determinati a costruire una nuova nazione e fare felici i tifosi, ed è quello che ci ha fatto andare avanti», ha spiegato Lado, raccontando come le cose siano gradualmente migliorate nel corso degli ultimi anni e del ruolo che stanno avendo i successi della sua squadra nell’unificazione del paese:

Tutti parlavano di quando c’era la guerra, ora parlano anche di calcio. Abbiamo fatto vedere di essere pronti, di poter condurre la nazione verso un chiaro obiettivo, verso un sogno. La nazionale di calcio è un grande esempio di unità. I giocatori arrivano da diversi gruppi etnici e da ogni parte della nazione, e giochiamo in armonia. Ora che la guerra è finita arriveranno più persone e potremo diventare i migliori. Dobbiamo tirare fuori il meglio da ciò che abbiamo e ci è successo.

Nonostante l’ottimismo dei suoi giocatori e i promettenti risultati della sua giovane nazionale, il Sud Sudan continua però ad avere molti problemi. Dal dicembre 2013 è iniziata una guerra civile molto violenta, riconducibile alla lotta di potere tra le forze del presidente sud sudanese Salva Kiir – a capo del paese dall’indipendenza – e quelle dell’ex vicepresidente e attuale leader dei ribelli Riek Machar. La guerra civile sembrava essersi risolta con un trattato di pace firmato nell’agosto del 2015, ma l’accordo finora ha retto con fatica e il 6 ottobre Reuters ha scritto che Kiir ha comunicato di voler cambiare la divisione territoriale del Sud Sudan: ora è diviso in 10 “stati confederati” (province), lui vorrebbe ri-dividere la nazione in 28 nuove entità territoriali. Una divisione di questo tipo, in uno stato che raggruppa diverse etnie, potrebbe avere gravi conseguenze e rendere ancora più fragile l’accordo trovato lo scorso agosto. Stati Uniti, Gran Bretagna e Norvegia hanno detto di essere “seriamente preoccupati” dalle recenti evoluzioni in Sud Sudan.