Le telefonate di emergenza fatte col culo

Sono quelle partite per sbaglio dai cellulari infilati nella tasca di dietro dei pantaloni: sono moltissime e creano parecchi problemi ai centralinisti

di Greta Weber – Slate

(Ralf Hirschberger/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Ralf Hirschberger/picture-alliance/dpa/AP Images)

Dal 2011 al 2014 a San Francisco c’è stato un aumento del 28 per cento delle telefonate al 911, il numero telefonico per le emergenze negli Stati Uniti. Il motivo però non era un incremento dei reati, delle emergenze sanitarie oppure degli scherzi telefonici: erano le telefonate fatte col culo.

Secondo un nuovo rapporto stilato e diffuso dai ricercatori di Google, circa il 20 per cento di tutte le telefonate fatte l’anno scorso al 911 da San Francisco sono partite da sole dalla tasca posteriore dei pantaloni. Sempre più persone, infatti, negli ultimi anni hanno abbandonato i telefoni fissi per usare soltanto i cellulari: e per quanto la tastiera di un cellulare possa essere bloccata, per ragioni comprensibili è sempre possibile far partire le chiamate di emergenza. Quindi le chiamate di emergenza sono in aumento. È un grosso problema per gli operatori del 911, che devono accertarsi che il silenzio che sentono dall’altra parte della linea non si debba al fatto che qualcuno è in pericolo e non può parlare. La necessità di indagare ogni volta le ragioni del silenzio dall’altra parte della linea telefonica sta mettendo a dura prova un sistema già sovraccarico di lavoro.

Non solo l’operatore perde tempo nel ricevere una lunga e silenziosa telefonata fatta col culo, ma questo fa aumentare moltissimo anche il tempo di verifica. Dal rapporto emerge che ci vuole una media di un minuto e 14 secondi per stabilire se una chiamata è stata accidentale. Quasi il 40 per cento dei lavoratori del call center di San Francisco hanno detto che occuparsi delle telefonate silenziose è il più grosso “motivo di preoccupazione” nel loro lavoro: anche perché liquidarle tutte dandole come partite per errore rischia invece di sottovalutare situazioni di vera emergenza.

L’anno scorso Michael O’Rielly, membro della Commissione federale per le comunicazioni, ha scritto un articolo suggerendo che addirittura il 50 per cento delle telefonate al 911 fossero partite accidentalmente dalle tasche posteriori dei pantaloni. «Persone che lavorano duro e con devozione per la sicurezza pubblica, e che rispondono agli americani nel momento del bisogno, sono inondate da telefonate accidentali», ha scritto O’Rielly. «È uno spreco di risorse enorme, fa aumentare i costi del 911 e il rischio che si prolunghi il tempo d’attesa per le persone che hanno delle vere emergenze». O’Rielly ha invitato le compagnie telefoniche a mandare automaticamente un messaggio di testo a chi telefona al 911: «Se le persone vengono avvisate di aver chiamato per sbaglio il 911, prenderanno provvedimenti per far sì che non succeda di nuovo», scrive. Ha anche proposto una multa per chi fa partire più telefonate col culo.

La BBC spiega che nel Regno Unito i call center di emergenza adottano un sistema rapido per identificare le telefonate partite dalla tasca posteriore, invitando chi telefona a digitare il numero 55 se sono presenti all’altro capo della linea. In questo modo i britannici sono riusciti a ridurre la quantità delle chiamate di emergenza che non lo sono. Google consiglia di applicare un sistema simile a quello britannico anche negli Stati Uniti, e migliorare il modo in cui i call center tengono traccia delle telefonate accidentali. Finché i gestori del 911 non avranno trovato una soluzione, gli utenti potrebbero decidere di non conservare più il telefono nella tasca di dietro: la cosa potrebbe migliorare un po’ la giornata di un povero telefonista sommerso di lavoro.

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