• Moda
  • Giovedì 1 ottobre 2015

L’industria del make up si adatta ai selfie

Il desiderio di venire bene nelle foto su Instagram e gli altri social network richiede nuove ricerche e prodotti alle aziende cosmetiche

La modella Cara Delevingne mentre si fa un selfie (JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)
La modella Cara Delevingne mentre si fa un selfie (JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)

Anche l’industria del make up si adatta continuamente e da sempre alle “tendenze” della moda, in generale, ma un articolo del New York Times spiega come alcune case di cosmetici stiano introducendo, in particolare, un nuovo tipo di test dei loro prodotti: la prova dell’iPhone, cosiddetta.
Se per anni i fondotinta venivano testati sotto differenti luci – naturali o artificiali, ad esempio – per verificarne l’effetto nei contesti desiderati, oggi bisogna considerare che uno dei luoghi di maggiore manifestazione e radicamento dell’immagine dei nostri volti sono le foto condivise sui social network, spesso selfie. E progettare i prodotti con l’obiettivo di rendere bene in quel formato e con quel tipo di luminosità, supporto, eccetera. Sarah Vickery, una delle ricercatrici scientifiche di CoverGirl, un’azienda di cosmetici americana, ha confermato al New York Times l’attenzione a questo aspetto e anche Lisa Lamberty, della compagnia di cosmetici Avon, non la vede come una moda passeggera, ma qualcosa da prendere molto seriamente.

Già molte aziende di cosmetici hanno prodotti in grado di modularsi con la luce, di offrire un effetto omogeneo per le macchine fotografiche – basti pensare all’utilizzo dei cosmetici per i servizi fotografici, piuttosto che per le sfilate di moda – ma adesso si stanno dedicando anche alla sensibilità delle fotocamere presenti sugli smartphone. Ad esempio, il flash può far sembrare il fondotinta bianco, e alla luce del giorno i colori freddi possono sembrare più caldi. E se tonalità più calde sembrano preferibili in linea di massima, quelle fredde sono in realtà più adatte a certi tipi di pelle, e fanno sembrare i denti più bianchi, per esempio.

CoverGirl ha introdotto la linea di fondotinta Outlast Stay Luminos Foundation, testandola prima su iPhone 5 e 6. Ci sono voluti due anni e 43 aggiustamenti prima che il prodotto raggiungesse la sua versione finale. Così tanti passaggi sono resi necessari dalla costituzione stessa dei fondotinta: ogni sfumatura è il risultato di un equilibrio delicato di quattro pigmenti, nero, bianco, giallo e rosso. Come spiega sempre il New York Times:

Un po’ di nero di troppo e il trucco sembrerà sporco; troppo bianco e sembrerà pallido; esagerare con il giallo lo renderà giallastro e fare lo stesso con il rosso lo farà sembrare troppo rosa.

Un altro problema è il compromesso tra durata e luminosità. I fondotinta a lunga durata sono spesso opachi, perché sono creati per resistere a sudore e freddo, ma in fotografia possono creare un effetto spento. Anche Smashbox, una marca di prodotti di make up nata in uno studio fotografico, ha introdotto i selfie tra i vari test per verificare come i prodotti rispondono alle condizioni della luce, utilizzando nelle sue prove iPhone e Samsung Galaxy.
Il processo si ripete anche per altri cosmetici, come mascara e rossetti. Avon ha introdotto l’anno scorso un rossetto, l’ultracolor Bold, pensato per avere un colore più vivido sulle labbra e sulla fotocamera di quello che si riesce a intuire dalla confezione, grazie a nuove tecnologie che hanno reso le polveri che lo compongono più trasparenti: molti rossetti sono composti da polveri più opache e gessose, che danno robustezza al prodotto in modo che non si creino crepe o rotture, ma possono cambiare il modo in cui il colore appare una volta applicato, facendolo sembrare secco e accentuando le screpolature sulle labbra, mentre l’obiettivo è quello di donare un effetto idratato e luminoso, senza rinunciare alla resistenza.

Per quanto riguardo il mascara l’attenzione è invece sul volume, e per i selfie si declina in: il più intenso possibile e il più resistente possibile, con una sola passata. Questo risultato dipende molto anche dal tipo di pennello progettato, oltre che dalla formula del mascara, ha spiegato sempre CoverGirl al New York Times. Basandosi su questi criteri, quest’anno L’Oréal Paris ha proposto una sfida su Instagram per dimostrare quanto il suo nuovo mascara fosse efficace in termini di volume ed efficiente in termini di tempo: ha invitato le clienti, famose e non, a condividere su Instagram un video in cui mettevano il mascara in soli venti secondi con uno hashtag dedicato.

Oltre che rispondere a bisogni sociali e di vanità, il modo in cui il trucco appare sui social media può condizionare le vendite in modo fondamentale. Richard Parrot, proprietario di Ricky’s, un eccentrico negozio di cosmetici di New York, ha spiegato al New York Times di aver venduto in pochi giorni tutti gli articoli del rossetto Black Rose, di Dose of Colors, grazie alla pubblicità che la casa di cosmetici aveva fatto su Instagram. Ha anche aggiunto che parte del suo lavoro quotidiano consiste nello scorrere Instagram alla ricerca di nuovi brand da vendere, ed è quindi decisivo l’effetto in quel contesto: il mese scorso Ricky’s ha aperto un nuovo negozio che vende articoli scoperti sul social network, chiamandolo Hashtag.