• Moda
  • Giovedì 1 ottobre 2015

Cosa fanno le agenzie di moda

Un articolo di Fashionista fa raccontare il lavoro delle modelle a quelli che si occupano di loro

Modelle nel backstage di Emilio de la Morena (JACK TAYLOR/AFP/Getty Images)
Modelle nel backstage di Emilio de la Morena (JACK TAYLOR/AFP/Getty Images)

Il sito di moda Fashionista ha intervistato Marissa Surmenkow e Jose Covarrubias, rispettivamente il capo scouting e sviluppo e il senior manager di Wilhelmina, un’agenzia di moda con sede a New York, ma anche a Los Angeles, Miami e Londra.
Ogni modella che ha sfilato anche il mese passato sulle passerelle ha intorno a sé una squadra di agenti che si occupano del suo calendario, la raccomandano ai casting e decidono a quali settimane della moda debba partecipare e a quali no. Anche per le agenzie di moda, quindi, il mese delle sfilate implica un sacco di lavoro in più, nel tentativo di trovare spazio alle loro clienti.
Ogni modella, per essere precisi, ha diverse agenzie, dislocate in varie città (quella principale viene chiamata agenzia “madre”), che in queste occasioni si coordinano tra loro per le scelte più efficaci. Una volta deciso che una modella “farà New York” (che è il modo per dire che si proporrà per quella settimana della moda), ad esempio, non è detto che andrà anche a Londra, Parigi e Milano.

I due agenti di Wilhelmina hanno raccontato che la preparazione per la settimana della moda di New York – che è sempre la prima e quest’anno si è svolta dal 9 al 17 settembre – inizia un mese in anticipo, cominciando a fare le fotografie per preparare il materiale da mandare ai direttori dei casting, ai fotografi, agli editori, o a Models.com (un grande database online di informazioni relative al mondo della moda).
Una parte considerevole del loro lavoro è però lo scouting delle nuove facce da proporre: bisogna valutare quali delle modelle sia pronta per la fase delle sfilate importanti per poi accompagnarle a New York almeno due settimane prima che inizi lo show: non tutte vivono in città e il compito dell’agenzia è anche gestire le necessità, mettere a disposizione alloggi e accompagnarle tutti i giorni tra casting e tutto il resto (ci arriveremo tra poco).
Per New York Wilhelmina aveva selezionato 18 modelle “emergenti” da portare in città e seguire nella preparazione per i casting – che nel caso di New York sono iniziati il 25 agosto – e solo circa la metà del gruppo è stata poi effettivamente utilizzata. Seguire le modelle significa non solo accompagnarle ai loro appuntamenti o decidere con loro come presentarsi, ma anche insegnare loro a posare, sfilare o vestirsi nel modo giusto e dare consigli anche assai più generali sulla vita quotidiana in relazione al lavoro.

Solitamente la trafila per essere scelte per una sfilata è questa: si fanno prima i casting per le diverse case di moda e la modella può venir richiamata (fase del callback) per provare dei vestiti di quel brand. Superata eventualmente questa fase, è il turno del fitting: si prova il look dello stilista e viene valutata la presenza insieme a quella del resto delle modelle, per vedere se c’è armonia in estetica e stile. Nemmeno a questo punto è detto che le modelle vengano selezionate per la sfilata: la conferma arriva il giorno prima, se non lo stesso, dello show. In tutto questo l’agenzia ha il compito di organizzare i calendari delle modelle tenendo conto che, una volta iniziata la settimana della moda, casting, fitting e show possono sovrapporsi.
Sempre Surmenkow e Covarrubias hanno spiegato che una modella molto brava a gestire il proprio tempo, può fare anche circa 10 casting al giorno, aggiunti a fitting e callbacks e 5-6 show al giorno.
Sono esentate da questo meccanismo quelle modelle già in qualche modo consolidate, che possono scegliere la qualità sulla quantità e rifiutare alcuni casting. Ma anche in questo caso, una modella può essere ricercata per un paio di stagioni e poi dover ricominciare da capo con nuove fatiche e competizioni per quella successiva. Molto funziona in base alle richieste da parte degli stilisti in quei particolari momenti, come ad esempio nel periodo in cui c’era stata una forte richiesta di modelle dai tratti e forme androgine.

Dello stress delle modelle si scrive molto da tempo: servizi fotografici e articoli sulle faticose e confuse giornate delle modelle – contrapposte all’immagine confezionata e splendente di sfilate e copertine – compaiono spesso sulle riviste. Marissa Surmenkow e Jose Covarrubias hanno spiegato a Fashionista che loro consigliano alle modelle di considerare il mese intenso di sfilate come fosse una competizione, cercando di avere la mente di un’atleta: molto concentrata e in grado di chiedere aiuto. Wilhelmina ha un team di dieci persone, più tre o quattro assistenti, per aiutarle.
Se infatti le sfilate sono solo una parte del lavoro di una modella, è comunque vero che ne sono una parte molto importante e che per alcune possono fare la differenza. I due agenti di Wilhelmina spiegano che per loro le sfilate sono come gli esami di fine anno: «Puoi essere uno studente eccellente ed andare male, ma non vuole neanche dire che questo determinerà quanto successo avrai qualsiasi sarà la tua carriera».

Il compito delle agenzie arriva anche a consigli sull’utilizzo dei social network, su come raggiungere un certo pubblico, quando condividere e che che cosa condividere (non lamentarsi, ad esempio) o come esprimere la propria personalità proficuamente. La regola più insistita però è il riserbo quando le modelle vengono scelte per uno show, insieme alla regola di non condividere nulla sulla sfilata, nemmeno dal backstage, prima che sia avvenuta. Che poi non si può nemmeno mai dire fino all’ultimo momento se la modella ne farà davvero parte: può anche succedere che alcuni abiti, con le rispettive indossatrici, vengano esclusi mentre sono già in fila per la passerella.