• Cultura
  • Mercoledì 30 settembre 2015

“Cari elettori, care elettrici”

Le foto e i video di "Tribuna Politica", la trasmissione televisiva antenata degli attuali talk show, che durava sei ore e mezza

Mercoledì 23 settembre è stata inaugurata nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma, la mostra “Cari elettori, care elettrici. Le immagini della Prima Repubblica nelle Tribune della Rai”. La mostra, che sarà aperta fino al prossimo 8 ottobre, presenta immagini e filmati d’archivio di “Tribuna Elettorale”, una rubrica televisiva dell’allora Programma Nazionale della Rai (oggi Rai 1) per la propaganda elettorale e la discussione politica. Il dibattito politico in televisione, che oggi associamo istintivamente ai talk show, è cominciato con “Tribuna Elettorale”: la prima puntata andò in onda l’11 ottobre del 1960 alle 21 per volere del governo guidato da Amintore Fanfani.

La prima edizione di Tribuna Elettorale prevedeva una conferenza stampa e un appello per ognuno degli otto partiti presenti in parlamento, più una conferenza stampa iniziale del ministro degli Interni Mario Scelba e una conclusiva del presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Durava sei ore e mezza in tutto. Il programma venne riconfermato l’anno dopo con un nuovo nome – “Tribuna Politica” – e nel 1964 divenne una rubrica permanente, trasformandosi e includendo dibattiti, interviste, incontri a quattro.

Alcune puntate rimasero particolarmente celebri: quando il giornalista Augusto Mastrangeli di Paese Sera chiese al nuovo segretario della DC, Aldo Moro, di rendere conto della presenza nelle liste della Dc di Mussomeli del noto mafioso siciliano Genco Russo; quando Bettino Craxi diede dell’impudente a Gianni Letta; quando Nino Nutrizio, direttore del quotidiano milanese La Notte, mostrò a Berlinguer un pacco di pasta e uno di riso, paragonandoli alla democrazia e al comunismo; quando, infine, il giornalista Claudio Fracassi chiese all’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga se fosse disposto a ricevere ogni padre di un sospetto brigatista per informarlo sulle indagini in corso sul figlio, come fatto per l’onorevole della DC Carlo Donat Cattin.

Alcuni moderatori e giornalisti di Tribuna Elettorale divennero molto popolari fra i telespettatori (Ugo Zatterin e Jader Jacobelli, su tutti), così come ebbe inizio un processo di personalizzazione della politica e un modo diverso di raccontarla. I politici che partecipavano alle Tribune erano abituati a parlare in piazze, assemblee pubbliche o in Parlamento: alcuni si adattarono bene e presto alla novità, altri invece – come Moro o Nenni, del quale Jacobelli raccontava che chiese se era possibile mettere un operaio dietro la telecamere al quale rivolgersi – non riuscirono mai ad adeguarsi pienamente al nuovo mezzo.