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  • Martedì 29 settembre 2015

Perché Obama ha cambiato albergo a New York

L'hotel dove alloggiano tradizionalmente i presidenti in visita è diventato di proprietà cinese: secondo il Washington Post c'entra il timore dello spionaggio

di Ana Swanson – Washington Post

L'entrata principale del Waldorf Astoria di New York, 6 ottobre 2014. 
(Spencer Platt/Getty Images)
L'entrata principale del Waldorf Astoria di New York, 6 ottobre 2014. (Spencer Platt/Getty Images)

La minaccia dello spionaggio della Cina sta cambiando il modo di comportarsi degli Stati Uniti, sia nelle grandi che nelle piccole cose. Per la prima volta da anni, per esempio, il presidente degli Stati Uniti non alloggerà al Waldorf Astoria, il lussuoso hotel a Park Avenue, durante il suo annuale viaggio a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Ogni settembre, infatti, leader, diplomatici e funzionari di tutto il mondo si radunano a New York per l’evento. Il presidente e il suo staff di solito prenotano almeno tre piani delle Waldorf Towers. Il Waldorf è sempre stato scelto perché parte della tradizione: nell’hotel vive l’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite e lì hanno alloggiato tutti i presidenti statunitensi da Herbert Hoover in poi. Inoltre il modo in cui sono progettati i suoi ascensori e l’interno dell’hotel favoriscono molto la sicurezza e permette agli agenti dei servizi segreti di appostarsi in tutto l’edificio. Quest’anno però la delegazione statunitense si è insediata nell’isolato vicino, al Lotte New York Palace Hotel, di proprietà sud-coreana.

Lo scorso anno il Waldorf Astoria – che è stato protagonista di momenti importanti della storia americana, dall’invenzione delle uova Benedict alla morte di Herbert Hoover – è diventato di proprietà cinese. La società di assicurazioni cinese Anbang Insurance Group, precedentemente poco conosciuta, lo ha acquistato per 1,95 miliardi di dollari (circa 1,7 miliardi di euro) in un accordo concluso a febbraio. Mark Toner, vice portavoce del Dipartimento di Stato, ha spiegato via email che la delegazione statunitense ha preso in considerazione svariati fattori nella sua decisione di spostarsi, tra cui lo spazio a disposizione, i costi e le preoccupazioni legate alla sicurezza. «Valutiamo di volta in volta che posto scegliere al variare delle circostanze», ha detto.

Esperti di sicurezza hanno detto che l’amministrazione Obama fa bene a essere cauta sui rischi di spionaggio legati all’hotel. Anbang Insurance è un attore relativamente piccolo nel mercato assicurativo cinese, ma ha legami di un certo peso con quelli che i cinesi chiamano “i rossi di seconda generazione”, ovvero i ricchi e potenti discendenti degli ex leader cinesi. Il capo di Anbang, Wu Xiaohui, ha sposato la nipote di Deng Xiaoping, il presidente della Cina dal 1978 al 1992, e tra quelli con cui fa affari c’è anche Wen Yunsong, figlio dell’ex primo ministro Wen Jiabao. Anbang ha anche rapporti con Chen Xiaolu, ex ufficiale dell’esercito il cui padre fu al fianco di Mao Zedong ed ebbe un ruolo importante nella rivoluzione comunista cinese. Non è chiaro se la lista di ospiti d’alto livello del Waldorf, che comprende dignitari sia statunitensi che stranieri, abbia qualcosa a che vedere con la decisione di Anbang di comprarlo.

Negli ultimi anni le società assicurative cinesi hanno fatto passi avanti per diversificare i loro possedimenti oltreoceano e molti investitori cinesi sono attratti da immobili di prestigio come il Waldorf. L’hotel ha un ruolo importante anche nell’immaginario cinese: tutti i leader cinesi da Deng Xiaoping in poi sono stati ospiti dell’hotel.

Considerate le crescenti accuse di attacchi informatici che si sono vicendevolmente scambiati Cina e Stati Uniti, nessuno dei due stavolta ha voluto correre rischi. Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di aver rubato miliardi di dollari in segreti commerciali e proprietà intellettuale dalle società americane, e di aver organizzato anche il massiccio attacco informatico avvenuto a giugno contro l’Office of Personnel Management (OPM), l’agenzia governativa che gestisce tutti i dati personali dei funzionari federali, in cui vennero rubate informazioni su oltre 22 milioni di impiegati del governo. La Cina respinge entrambe le accuse. Ha anche criticato gli Stati Uniti per aver spiato decine di leader stranieri e aver intercettato milioni di messaggi di testo privati cinesi, com’è stato rivelato da Edward Snowden, ex collaboratore della National Security Agency (NSA).

Gli Stati Uniti e la Cina hanno fatto un primo passo per affrontare questa grossa causa di screzi lo scorso venerdì, quando il presidente statunitense Barack Obama e il presidente cinese Xi Jinping si sono impegnati perché nessun governo conduca o finanzi volontariamente lo spionaggio economico su internet. Ma entrambe le parti restano diffidenti. Nel 2002 i cinesi dissero di aver scoperto decine di microspie nascoste in un Boeing 767 che gli Stati Uniti avevano inviato all’allora leader cinese Jiang Zemin. E quando nel 2013 l’attuale presidente della Cina Xi Jinping andò negli Stati Uniti per un incontro informale con Obama nella riserva di Sunnylands, in California, preferì alloggiare in un hotel nelle vicinanze. Quando viaggia oltreoceano, l’amministrazione Obama limita le conversazioni riservate a una tenda di sicurezza: è avvolta da un involucro opaco, attrezzata con marchingegni che fanno rumore, e può essere montata nella camera di un hotel.

Il Dipartimento di Stato ricorda inoltre ai funzionari e agli uomini di affari che viaggiano all’estero che ogni oggetto che portano con sé in Cina può essere monitorato o perquisito. Esperti di sicurezza raccomandano a uomini d’affari e diplomatici diretti nel paese di non portare con sé documenti con segreti commerciali o informazioni sensibili oltre che dispositivi elettronici personali, e di dare per scontato che le suite degli hotel cinesi in cui alloggiano siano piene di cimici spia. Chi viaggia in Cina non si deve preoccupare solo di microspie vocali e telecamere altamente tecnologiche, comunque. Per capirci, l’anno scorso i ricercatori del MIT, in collaborazione con Microsoft e Adobe, hanno sviluppato un algoritmo che ricostruisce le conversazioni analizzando le piccole vibrazioni che il suono provoca sugli oggetti nella stanza. Gli studiosi hanno ricostruito una discussione e altri utili segnali audio analizzando le vibrazioni che i suoni hanno prodotto su un sacchetto di patatine, su un foglio di alluminio, sulla superficie d’acqua in un bicchiere e su una pianta da vaso.

La decisione del gruppo cinese Anbang di ristrutturare a fondo il Waldorf Astoria ha ovviamente fatto alzare qualche sopracciglio tra chi si occupa di sicurezza, dato che un cambiamento così radicale sarebbe stata l’occasione perfetta per installare sofisticate attrezzature di spionaggio. Hilton Worldwide, che ha accettato di gestire l’hotel per i prossimi 100 anni, ha replicato che il rinnovo mirava solo all’«eleganza e alla grandiosità» dell’albergo e che è perfettamente compatibile con la legge statunitense. Un portavoce ha commentato via mail al Washington Post: «Un accordo del genere è frequente in molti altri hotel di proprietà straniera, sia a New York che nel resto degli Stati Uniti».

© Washington Post 2015