Sulla questione dei rifugiati «siamo ridicoli», ha detto Jean-Claude Juncker

Il presidente della Commissione Europea stava parlando della decisione di redistribuire fra i paesi europei 120mila migranti

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Martedì 22 settembre il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker era ospite, a Bruxelles, di una conferenza annuale chiamata “EU Budget Focused on Results” sulla gestione dei fondi pubblici dell’Unione europea. Durante il suo intervento, nel corso del pomeriggio, Juncker ha anche parlato della situazione dei migranti che arrivano in Europa e del ruolo dell’Unione europea nell’affrontare la crisi. Juncker ha fatto riferimento anche all’incontro tra i ministri dell’Interno e della Giustizia europei per decidere la ripartizione di 120mila profughi ed è stato molto duro sulle misure che si stanno discutendo, insufficienti secondo lui, vista la gravità del problema dei migranti:

A volte mi chiedo se i cittadini libanesi, il 25 per cento della popolazione libanese sono rifugiati, se i giordani, che hanno 600mila rifugiati… capiscono quello di cui stiamo discutendo qui. 120mila! Siamo ridicoli! Vista la dimensione del problema.

Alla fine dell’incontro i ministri dell’Unione europea hanno approvato il piano presentato due settimane fa dalla Commissione Europea per la ridistribuzione di circa 120mila migranti, che si trovano in Italia, Grecia e Ungheria. Il piano prevede quote obbligatorie per ogni paese, stabilite sulla base di alcune variabili come il prodotto interno lordo, il tasso di disoccupazione e l’estensione geografica. Come avevano anticipato nei giorni scorsi, Romania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Ungheria hanno votato contro il piano, che sarà sviluppato nel corso dei prossimi due anni. Secondo molti osservatori la quota stabilita di 120mila persone non è comunque sufficiente per affrontare in modo efficace la crisi dei migranti. È raro che decisioni di questo tipo vengano assunte a maggioranza e non all’unanimità nelle riunioni UE.