• Mondo
  • Domenica 20 settembre 2015

Quattro scenari dopo le elezioni in Grecia

Dalla Grande Coalizione tra Syriza e Nuova Democrazia allo scenario più improbabile, un nulla di fatto e nuove elezioni: i seggi hanno chiuso alle 18

Alexis Tsipras. (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)
Alexis Tsipras. (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Le elezioni di oggi in Grecia sono state definite da moltissimi osservatori le meno determinanti tra quelle che si sono tenute nel paese negli ultimi anni. Chiunque vinca avrà le mani legate dall’accordo con i creditori firmato dall’ex primo ministro Alexis Tsipras lo scorso luglio: nessuna forza politica con qualche possibilità di vincere parla più di ridiscutere i termini dell’accordo e tanto meno di uscire dall’euro. La particolare situazione politica greca ha prodotto una campagna elettorale che è stata definita stanca e poco combattuta. Per alcuni dei politici che partecipano a queste elezioni si tratta comunque di una competizione determinante. Tsipras si gioca la sua ultima possibilità politica, mentre il principale partito di centrodestra Nuova Democrazia (ND) ha l’opportunità di rifarsi un’immagine grazie al suo nuovo leader, Vangelis Meimarakis. Reuters ha messo insieme i quattro scenari più probabili che potrebbero verificarsi dopo le elezioni di oggi, incluse le conseguenze che potrebbero avere sulla politica greca.

La grande coalizione
Syriza, il partito di Tsipras, e ND sono molto vicine nei sondaggi. Molti ritengono che l’esito più probabile delle elezioni sia un governo di coalizione tra i due partiti, visto che né Syriza né ND sembrano avere speranze di ottenere la maggioranza da soli. Secondo Reuters, la formazione di una coalizione è uno degli scenari favoriti dai creditori della Grecia che vedrebbero le due principali forze politiche del paese impegnarsi nell’implementazione del piano di salvataggio. Vangelis Meimarakis, il leader di ND, ha già detto che se il suo partito otterrà la maggioranza relativa dei voti come prima cosa si impegnerà a formare una coalizione con Syriza.

Tispras è meno favorevole alla possibilità di una coalizione con ND, che ha spesso criticato definendolo un partito corrotto che rappresenta le élite che hanno portato la Grecia sull’orlo del fallimento. I due partiti hanno un programma molto diverso: ND è favorevole a una liberalizzazione del mercato del lavoro e a maggiori controlli sull’immigrazione, mentre Syriza vorrebbe reintrodurre la contrattazione collettiva dei contratti di lavoro e ha posizioni più aperte sull’immigrazione. Una coalizione tra le due forze politiche potrebbe produrre scontri interni al governo sui dettagli dell’implementazione del piano di salvataggio. Infine, un’alleanza tra Syriza e ND trasformerebbe il partito di estrema destra Alba Dorata nella principale forza di opposizione, consegnando una notevole visibilità ai suoi leader – molti dei quali sono indagati o sotto processo con l’accusa di aver creato un’organizzazione criminale.

Piccola coalizione
Una delle due maggiori forze politiche, Syriza o ND, si potrebbe alleare con i due partiti moderati e minoritari, i socialisti del PASOK e gli europeisti di To Potami (“Il fiume”). ND ha detto che questa coalizione rappresenterebbe una “seconda scelta” da compiere solo nel caso in cui Syriza rifiutasse una grande coalizione. Tsipras è stato più vago, ma ha comunque lasciato aperta la possibilità di allearsi con le formazioni minori pro-euro, nonostante abbia mosso nei loro confronti le stesse accuse che ha fatto a ND.

To Potami è un partito fondato lo scorso anno e ha un programma centrista basato sulla permanenza della Grecia nell’euro. Secondo i sondaggi potrebbe ottenere tra il 4 e il 7 per cento dei voti. Il PASOK è stato per anni il principale partito di centrosinistra del paese, ma è stato duramente penalizzato per il modo in cui ha gestito la crisi quando era al governo. Nel 2009 ottenne il 44 per cento dei voti, mentre oggi i sondaggi lo stimano tra il 4 e il 6 per cento dei voti.

Vecchia coalizione
Lo scenario favorito dai leader di Syriza sembra essere quello di una riedizione dell’alleanza che ha mantenuto in piedi il primo governo Tsipras, quella con il partito di destra nazionale dei Greci Indipendenti. Sarebbe un’alleanza “esclusiva”, visto che ND, To Potami e il PASOK hanno tutti escluso la possibilità di allearsi con i Greci Indipendenti. Il problema è che i Greci Indipendenti rischiano di non raggiungere la soglia di sbarramento del 3 per cento necessaria per entrare in Parlamento.

Nuove elezioni
È l’unico vero scenario che preoccupa gli osservatori internazionali, ma è anche il meno probabile. Da gennaio ad oggi si sono succeduti tre governi diversi e il voto di domenica è il terzo quest’anno, dopo le elezioni generali di gennaio e il referendum sul piano di aiuti di luglio. In molti dicono che i greci sono stanchi di elezioni e gli astenuti saranno probabilmente moltissimi. In teoria nessuno dei principali partiti vuole tornare a nuove elezioni, ma c’è almeno uno scenario in cui questo risultato potrebbe essere il più probabile. Tsipras ha già detto che se i piccoli partiti, To Potami e PASOK, dovessero chiedere l’ingresso di ND nel governo come condizione per allearsi con Syriza, allora dovrebbero prendersi la responsabilità di condurre il paese a nuove elezioni. Tsipras potrebbe decidere di forzare le nuove elezioni in caso di un buon risultato di Syriza.