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  • Mercoledì 16 settembre 2015

La vita sulla portaerei Theodore Roosevelt

Un reportage fotografico mostra cosa succede sulla grande portarei – su cui vivono cinquemila persone – da cui partono gli attacchi contro l'ISIS

 (AP Photo/Marko Drobnjakovic)
(AP Photo/Marko Drobnjakovic)

La USS Theodore Roosevelt è una delle portaerei della marina militare degli Stati Uniti e in questo periodo è utilizzata come base da cui partono gli attacchi contro lo Stato Islamico (ISIS) in Siria e in Iraq. Marko Drobnjakovic, fotografo dell’agenzia Associated Press, è stato sulla portaerei e ha scattato delle foto che mostrano come si svolgono le giornate dei militari: la USS Theodore Roosevelt si trova ora nel Golfo Persico, è lunga 330 metri e fa da casa a cinquemila militari statunitensi. Sotto il ponte della USS Theodore Roosevelt ci sono tanti tunnel e corridoi, hangar, alloggi, palestre, mense, stanze dei motori e uffici. Nelle foto si vedono militari al lavoro ma anche mentre si allenano o fanno il karaoke.

I piloti a bordo hanno partecipato a missioni sia in Iraq che in Siria: un pezzo delle circa 6.800 incursioni aeree che la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha portato a termine dall’agosto del 2014. Il 20 per cento di queste operazioni è partito dalla Roosevelt.

La Theodore Roosevelt è entrata in servizio nell’ottobre del 1986 ed è la quarta – per ordine di costruzione – della classe Nimitz, cioè l’insieme delle dieci portaerei attualmente in servizio con la US Navy, la marina militare statunitense. Prende il nome dal 26º presidente degli Stati Uniti d’America, Theodore Roosevelt: probabilmente anche per questo motivo è soprannominata “The Big Stick“, termine con con cui si indicava la politica estera di Roosevelt per una frase a lui attribuita: «Speak softly, and carry a big stick; you will go far» («Parla gentilmente e portati un grosso bastone; andrai lontano»). Nel corso degli anni la frase è stata poi usata per descrivere la politica estera del presidente, che era solito usare la minaccia di un intervento degli Stati Uniti per ottenere risultati diplomatici.