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  • Martedì 15 settembre 2015

Come è andato il dibattito tv in Grecia

Alexis Tsipras ed Evangelos Meimarakis hanno discusso in vista delle elezioni di domenica e ci sono stati scambi anche molto duri

Alexis Tsipras e Vangelis Meimarakis, 14 settembre 2015 (AP Photo/Lefteris Pitarakis)
Alexis Tsipras e Vangelis Meimarakis, 14 settembre 2015 (AP Photo/Lefteris Pitarakis)

Lunedì 14 settembre c’è stato in Grecia il secondo dibattito televisivo in vista delle elezioni anticipate di domenica prossima, indette in seguito alle dimissioni del primo ministro Alexis Tsipras. Tsipras, leader di Syriza, si è confrontato con Evangelos Meimarakis, capo del partito di centrodestra Nuova Democrazia dallo scorso luglio. Il dibattito si è svolto sulla televisione pubblica ERT ed è durato due ore alla presenza in studio di sei giornalisti.

I giornali locali e quelli internazionali hanno definito il dibattito «vivace» e a tratti anche molto duro. Secondo la maggior parte degli istituti di ricerca, nei sondaggi i partiti dei due leader hanno un distacco di circa un punto percentuale, ma il numero degli indecisi è ancora alto (in media supera il 10 per cento).

Tsipras e Meimarakis hanno parlato innanzitutto delle future alleanze di governo. Per ottenere la maggioranza assoluta al parlamento greco è necessario superare i 150 seggi e il premio di maggioranza consiste in 50 seggi supplementari al partito più votato. Alle scorse elezioni Tsipras aveva ottenuto 149 seggi, cosa che l’aveva costretto ad allearsi con il partito di destra dei Greci Indipendenti (ANEL).

Durante il dibattito televisivo Tsipras ha ribadito di voler ottenere la maggioranza assoluta, precisando che se così non fosse sarebbe pronto a formare una coalizione «progressista». Non ha precisato con chi, ma ha escluso un’alleanza con Nuova Democrazia dicendo che sarebbe «innaturale»: «Abbiamo tra di noi differenze radicali su questioni fondamentali». Meimarakis, su questo punto, ha usato invece un tono molto diverso, dicendosi disposto a raggiungere un accordo con Tsipras e con ogni altro partito che lo voglia, conservando comunque ognuno la propria indipendenza. Ha anche proposto la creazione di una «squadra» per negoziare il futuro del paese, facendo notare che i greci hanno dimostrato di volere una cooperazione tra le varie forze (sempre secondo i sondaggi, più del 50 per cento dei greci intervistati preferirebbe un governo di coalizione piuttosto che un governo a partito unico).

Un altro tema su cui si sono scontrati i due leader è stato la corruzione. Tsipras ha ricordato i vari scandali in cui sono stati o sono coinvolti i conservatori, dicendo che Syriza ha cominciato ad occuparsi della cosiddetta “lista Lagarde”, quella a sua volta legata alla “lista Falciani” e all’inchiesta sulla filiale di Ginevra della HSBC. Meimarakis ha suggerito che ci fossero ragioni politiche dietro a quest’ultimo annuncio, ha respinto le accuse di corruzione e ha aggiunto che Syriza, nonostante gli impegni presi, non ha fatto molto contro la corruzione durante i mesi in cui è stata al governo.

Tra i due leader ci sono stati scambi piuttosto duri. Tsipras ha respinto le accuse rivolte da Meimarakis alla coalizione guidata da Syriza di aver distrutto l’economia del paese, e ha detto: «Il suo ragionamento è quello di una persona che beve tre bottiglie di whisky in una volta, e poi un piccolo shot: si risveglia in ospedale il giorno dopo e pensa sia colpa dello shot». Meimarakis ha risposto accusando Tsipras di dimenticanza e confusione: «Ha cambiato identità nel momento in cui ha firmato il memorandum», ha detto.

Un altro punto di disaccordo tra i due leader è stata la questione del debito: Meimarakis ha criticato Syriza per continuare a dire che il debito della Grecia non è sostenibile, quando la sua sostenibilità è invece un prerequisito fondamentale per i creditori che dovrebbero concedere un alleggerimento. Tsipras – che prima di dimettersi aveva concluso un nuovo accordo con i creditori internazionali sulla base di una nuova e severa proposta – ha detto invece che ci sono ancora dei margini di manovra all’interno delle politiche di austerità imposte: «Noi combatteremo a beneficio del popolo sulle principali questioni che rimangono aperte». E ancora: «La domanda di domenica è semplice. Vogliamo una Grecia di qualcuno e basta o una Grecia che sia della maggioranza?». Meimarakis ha insistito augurandosi di non rivedere Tsipras come primo ministro: «Non abbiamo mai visto tanti disastri in così poco tempo».

Infine si è parlato di migrazione. Secondo Meimarakis, le politiche di Syriza hanno incoraggiato i rifugiati a venire in Grecia. Tsipras ha insistito che la situazione è più «complessa» di così e ha condannato Meimarakis per aver usato il termine «immigrati clandestini» facendo riferimento a chi arriva sulle isole del paese, che in gran parte sono profughi in fuga da una guerra e dunque con diritto di protezione internazionale. Facendo riferimento alla recente decisione del Consiglio degli Affari Generali dell’Unione europea per autorizzare l’uso della forza militare contro il traffico di migranti (nell’ambito dell’operazione navale nel Mediterraneo Eunavfor Med) Tsipras ha sottolineato come sarà, almeno per la Grecia, inefficace e dannosa: «Le operazioni di natura militare colpiranno rifugiati innocenti, non i contrabbandieri: le barche arrivano senza contrabbandieri».