Cosa si dice di “The Visit”, il nuovo film di M. Night Shyamalan

Che non è male: ed è una notizia, visto che dopo "Il sesto senso" il regista indiano ha fatto quasi solo film brutti e fallimentari

L’11 settembre uscirà negli Stati Uniti e in diversi paesi europei The Visit, il nuovo film horror del 45enne regista statunitense di origine indiana M. Night Shyamalan, noto perlopiù per aver scritto e diretto Il sesto senso nel 1999. The Visit racconta la storia di una ragazza e un ragazzo che visitano per qualche giorno i propri nonni, che abitano in una casa sperduta negli Stati Uniti, salvo poi scoprire che hanno delle abitudini piuttosto inquietanti. Il film è stato parzialmente girato con uno stile da documentario e ha un budget di soli cinque milioni di dollari.

Finora Shyamalan ha avuto una carriera molto particolare: dopo aver diretto diversi film horror e di fantascienza di successo – fra cui The VillageSigns e Il sesto senso – è stato considerato da molti come uno dei registi più talentuosi del genere, ed è stato anche soprannominato da Newsweek “il nuovo Spielberg”. Dalla metà degli anni Duemila ad oggi, però, Shyamalan ha realizzato solo film considerati unanimemente brutti: è quindi una notizia che i critici stiano parlando bene di The Visit, lodato sia per il suo lato “horror”, giudicato piuttosto convincente, sia per quello comico. Secondo il New York Times, The Visit potrebbe far ottenere a Shyamalan «un ritorno piuttosto sorprendente nel mondo del cinema, o almeno far pensare a un possibile ritorno». In Italia The Visit uscirà il 23 novembre.

Come ci siamo arrivati
Il sesto senso è stato il primo film di successo di Shyamalan, che negli anni precedenti aveva diretto un film sull’esperienza di un ragazzo indiano in America (il protagonista era interpretato da lui stesso) e una commedia per bambini, Ad occhi aperti. Dopo Il sesto senso – che ottenne più di 600 milioni di dollari di incassi e ricevette sei nomination agli Oscar – Shyamalan ha continuato ad avere successo: ha scritto il film per bambini Stuart Little e ha scritto e diretto Unbreakable, una specie di film sui supereroi di buon successo, Signs, un film di fantascienza con Mel Gibson, i cerchi nel grano e gli alieni, e The Village, un horror del 2004 di grande successo al cinema ma che all’epoca ottenne cattive recensioni.

Negli ultimi nove anni, ha scritto di recente Grantland, «ogni film che Shyamalan ha realizzato sembrava fatto su misura per essere un disastro dal punto di vista economico e un motivo di imbarazzo da quello personale». Grantland si riferisce a Lady in the Water, The Happening, The Last Airbender, e After Earth, usciti fra il 2006 e il 2013. Tutti e quattro hanno ottenuto su Rotten Tomatoes un punteggio inferiore al 25 per cento. I due film col punteggio peggiore sono Last Airbender – che mischia fantascienza e arti marziali – e After Earth, un film fantascientifico in cui gli umani devono lasciare la Terra e in cui Will Smith recita con suo figlio Jaden.

Per questi film Shyamalan ha ricevuto critiche e prese in giro: hanno iniziato a circolare articoli con titoli come “Cos’è accaduto a M. Night Shyamalan”, oltre a critiche per l’eccessiva “stranezza” dei suoi film e una tendenza a prendersi troppo sul serio. Shyamalan è stato anche criticato per i dialoghi molto fragili di alcune scene, fra cui una particolare di The Happening.

Nel 2015 Shyamalan ha però prodotto Wayward Pines, una serie televisiva di fantascienza trasmessa negli Stati Uniti dal canale FX e vagamente ispirata a Twin Peaks, che ha ottenuto un buon successo di critica e pubblico. In un’intervista al New York Times, ha poi spiegato di aver capito di aver puntato eccessivamente sui film “sentimentali” nel momento sbagliato, e che questo l’ha parzialmente danneggiato: «non mi ero accorto che il vento era cambiato: una volta David Fincher e Christopher Nolan erano ai margini perché troppo “oscuri”. Ora invece sono al centro della scena. Io, al contrario, ero impegnato a fare il romantico: Airbender era basato su un cartone per bambini e Lady in the Water su una storia che raccontavo alle mie figlie prima di andare a letto».

Cosa dicono le recensioni
Non sono unanimemente positive, ma piuttosto incoraggianti. Variety scrive che è “un sollievo” vedere Shyamalan impegnato in un film che non sia una costosa e “grossa” produzione di Hollywood – The Visit è costato circa 5 milioni di dollari, anticipati dallo stesso Shyamalan – sebbene il risultato non sia all’altezza dei suoi migliori film. Anche secondo il magazine AV Club, The Visit «non raggiunge mai l’eleganza e l’atmosfera dei lavori migliori di Shyamalan», ma «il suo approccio caotico a un film horror “domestico” – e farcito di battute che alleggeriscono la tensione – produce una serie di scene indelebili, girate in un modo che lo spettatore le riconosca come familiari ma tuttavia non capisca cosa sta succedendo». Secondo il New York Times, inoltre, sembra quasi che la ragazza protagonista del film rifletta parzialmente la carriera dello stesso Shyamalan: «da aspirante regista, nel corso del film si trasforma da “autrice” a qualcosa di più rilassato. Riguardo al suo personaggio, lo stesso Shyamalan ha detto: «all’inizio si sforza molto di fare qualcosa di bello e artistico: alla fine, sceglie semplicemente di divertirsi un po’».