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  • Martedì 8 settembre 2015

Notizie dall’Europa sui migranti

Ultime notizie su quello che sta succedendo in Ungheria, Germania, Grecia, Regno Unito, Danimarca e altrove, messe in ordine

Migranti in marcia su un'autostrada dell'Ungheria diretti verso Budapest (Matt Cardy/Getty Images)
Migranti in marcia su un'autostrada dell'Ungheria diretti verso Budapest (Matt Cardy/Getty Images)

Nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 settembre, alcune centinaia di migranti hanno superato un blocco della polizia poco oltre il confine tra Serbia e Ungheria, iniziando una marcia lungo l’autostrada per raggiungere a piedi Budapest (che dista più di 150 chilometri), nella speranza di poter prendere poi un treno per l’Austria e infine per la Germania, dove faranno richiesta di asilo. Lunedì avevano atteso per ore nei pressi della città di confine Roszke che arrivassero gli autobus che li avrebbero dovuti trasportare verso Budapest.

La polizia non ha opposto resistenza al loro passaggio, ma gli agenti hanno comunque seguito la folla per scortarla lungo l’autostrada M5 che mette in comunicazione Serbia e Ungheria, proseguendo poi all’interno del paese: per precauzione, un suo lungo tratto è stato chiuso ai veicoli. Alcune ore dopo, dicono i media locali, i migranti avrebbero accettato di salire sugli autobus diretti a un centro di accoglienza nelle vicinanze. Qualcosa di analogo era successo alla fine della scorsa settimana, quando centinaia di migranti cui era stato vietato di entrare nella stazione di Budapest avevano iniziato una marcia per raggiungere il confine con l’Austria a piedi. Ieri un altro gruppo di migranti è partito dalla Danimarca per raggiungere a piedi la Svezia.

La maggior parte dei migranti – soprattutto siriani, ma anche di altri paesi del Medio Oriente – vuole raggiungere la Germania e altri paesi del nord Europa, dove confida di ottenere asilo e di ricongiungersi con amici e parenti che già vivono là. Il governo tedesco, che ieri ha stanziato 6 miliardi di euro per gestire la crisi, ha comunicato di avere accolto circa 22mila richiedenti asilo solo nel fine settimana, trasportati su un centinaio di treni: l’afflusso è stato reso possibile da alcune deroghe alle leggi sugli ingressi applicate da Austria e Ungheria per accogliere la richiesta della Germania di sbloccare il passaggio dei migranti. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha parlato di giorni “commoventi e da lasciare senza fiato”, invitando tutti gli stati dell’Unione europea a contribuire, accogliendo quote di migranti.

Nella giornata di lunedì il presidente francese François Hollande ha annunciato che la Francia accoglierà 24mila rifugiati in due anni, aggiungendo che nei prossimi giorni l’esercito francese compirà ricognizioni in Siria per organizzare attacchi aerei contro l’ISIS: la guerra in Siria è il maggiore dei fattori che hanno intensificato gli arrivi di profughi di queste settimane. Il primo ministro britannico, David Cameron, ha detto in parlamento che il Regno Unito accoglierà 20mila rifugiati siriani nei prossimi cinque anni. Secondo diversi osservatori gli annunci di Francia e Regno Unito sono poco realistici, considerato che i rifugiati censiti dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni sono più di 4 milioni (la maggior parte in campi di accoglienza in Turchia).

migranti-geoDove è concentrata la maggior parte dei migranti tra Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Iraq e Libia

Cameron ha anche annunciato che il suo governo ha autorizzato un attacco aereo in Siria con un drone nel quale sono morti due cittadini britannici che si erano uniti all’ISIS. È la prima volta nella storia del Regno Unito che un primo ministro autorizza un attacco di questo tipo, in un altro stato sovrano, con l’obiettivo di uccidere cittadini britannici. L’operazione è stata realizzata lo scorso 21 agosto e per le modalità ricorda molto attività analoghe già svolte da tempo dagli Stati Uniti. Cameron ha detto che i due obiettivi costituivano “un serio pericolo” per la sicurezza nazionale, ma la sua scelta è stata criticata da parte dell’opposizione, che ha messo in discussione la legalità dell’intervento.

Il governo della Grecia, intanto, ha ricevuto aiuti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per affrontare la crisi dei migranti sull’isola di Lesbo, dove si stima siano accampate circa 25mila persone. Sull’isola è arrivato nuovo personale ed è stato allestito un ulteriore centro per il censimento dei migranti che intendono proseguire il loro viaggio verso Atene, e da lì verso il nord Europa. La Grecia chiedeva da giorni aiuto per gestire la situazione a Lesbo, che si trova a pochi chilometri dalle coste della Turchia ed è quindi uno dei primi approdi per i migranti che tentano la traversata in mare.

Viktor Orban, il primo ministro dell’Ungheria, continua a sostenere una linea piuttosto intransigente nei confronti dei migranti. Lunedì ha detto che l’Europa dovrebbe chiudere i propri confini per tutelarsi e che le misure di emergenza adottate dal suo governo, per fare transitare i migranti non registrati verso gli altri paesi dell’Unione, non potranno proseguire a lungo. Il ministro della Difesa, Csaba Hende, si è dimesso ieri dal proprio incarico per alcuni problemi legati al controverso progetto per la costruzione di un muro, lungo il confine ungherese, che dovrebbe servire per ostacolare l’ingresso dei migranti.

Si stima che dall’inizio dell’anno in Europa siano arrivate circa 340mila persone per ottenere asilo. Il governo tedesco stima che entro fine anno avrà raggiunto 800mila richieste. Da ieri circolano le prime bozze, non ufficiali, del piano della Commissione europea per affrontare il problema: prevede la spartizione dei migranti tra i vari paesi dell’Unione, ma per ora si parla di una quota massima complessiva intorno ai 120mila richiedenti asilo, una cifra molto distante dall’effettivo numero di persone che continua ad arrivare e che farà domanda nei vari paesi di destinazione.

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