• Sport
  • Martedì 8 settembre 2015

È tutto nelle dita

Il Wall Street Journal spiega il meno noto dei gesti che rendono fortissima Serena Williams: il modo in cui lancia la palla per servire

(AP Photo/Michel Euler)
(AP Photo/Michel Euler)

Se dovesse riuscire a vincere gli US Open che si stanno svolgendo in questi giorni, Serena Williams diventerebbe la seconda tennista dopo Steffi Graf ad avere vinto i 4 tornei del Grande Slam nello stesso anno, e la eguaglierebbe come numero di vittorie – 22 – nei tornei più importanti del mondo: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open. Spiega il Wall Street Journal, tuttavia, che per riuscirci Serena Williams dovrà ritrovare il suo miglior servizio, quello ammirato da molti per la sua perfezione, eleganza e continuità, e per uno stile unico che le permette di ingannare molti dei suoi avversari in un tratto decisivo del servizio: come lancia la palla in aria.

Il servizio, nel tennis, è un movimento all’apparenza piuttosto semplice in cui il giocatore lancia la palla in aria con una mano per poi colpirla con la racchetta tenuta nella mano opposta e mandarla nella parte di campo dell’avversario, oltre la rete. Tra i colpi più ammirati dei grandi campioni di tennis, c’è proprio il servizio, che può dare a chi lo sappia eseguire con perfezione un discreto vantaggio e l’occasione di punti immediati o di mettere in difficoltà l’avversario sugli scambi successivi. Serena Williams nel servizio è quasi perfetta, o almeno: è capace di esserlo. Steffi Graf ha definito il servizio di Williams «l’arma più forte che esiste al momento in questo sport».

Un’analisi della televisione sportiva ESPN sul servizio di Serena Williams ha mostrato che il punto di impatto con la pallina nei suoi servizi è quasi sempre lo stesso: se si sovrappongono immagini dei suoi primi servizi – quelli in cui si prova il colpo “migliore” – il punto in cui lei colpisce la pallina con la racchetta varia di pochi centimetri durante un incontro e anche la posizione del suo corpo cambia molto poco, da un servizio all’altro. Questa costanza è inusuale anche tra i giocatori di altissimo livello, e permette a Serena Williams di nascondere all’avversario le sue intenzioni sulla direzione e l’effetto della sua battuta: un vantaggio di poche frazioni di secondo ma che può bastare a togliere all’avversario il tempo di rispondere al servizio. Durante l’ultima stagione di tennis Serena Williams ha fatto più ace – un punto ottenuto con un servizio che non viene raggiunto dall’avversario – di qualsiasi altra giocatrice: 498 in 52 partite.

Molti giocatori, in pratica, riescono a intuire il tipo di servizio che il loro avversario sta per effettuare dal movimento del suo corpo e dal modo in cui lancia la pallina in aria prima di colpirla. Per esempio, è comunemente insegnato che per eseguire un servizio in topspin, ovvero imprimendo alla pallina una rotazione in avanti, è necessario lanciare la palla qualche centimetro più indietro del normale: Serena Williams questa cosa non la fa, lancia la palla sempre nello stesso modo e la colpisce quasi sempre nello stesso punto, e i suoi avversari devono aspettare di vedere la traiettoria della palla per spostarsi e provare a rispondere. Chiunque abbia giocato contro Serena Williams o abbia osservato il suo servizio con attenzione dice la stessa cosa: non hai idea di cosa aspettarti, e lei cambia servizio ogni volta senza che tu ti accorga di nulla.

La particolarità del servizio di Serena Williams descritta dal Wall Street Journal è proprio il modo in cui lancia la palla. La maggior parte degli istruttori di tennis insegna a lanciarla tenendola con la punta delle dita in modo da non imprimerle alcuna rotazione e non rischiare che si muova in modo sbilenco e poco preciso. Serena Williams, invece, la lancia tenendola sul palmo della mano e facendola rotolare sulle dita mentre la spinge in alto con il braccio: quando la palla si stacca dalla mano ha già una piccola rotazione, ma Williams è in grado di controllarla ed evitare che influenzi imprevedibilmente la traiettoria del suo lancio.

Un lancio della palla così preciso ma con rotazione come quello di Serena Williams, ha spiegato il suo allenatore Patrick Mouratoglou al Wall Street Journal, è molto difficile da eseguire ed è possibile solo se il giocatore che lo esegue è completamente rilassato. Serena Williams lo esegue perfettamente anche in situazioni di forte stress, come un punto decisivo in una partita importante: nella finale degli Australian Open di quest’anno Williams ha chiuso con un ace, dopo che un precedente ace le era stato annullato per aver sfiorato la rete.

Durante gli US Open che finiranno la prossima domenica, Serena Williams non ha battuto bene come al solito. Spiega il Wall Street Journal che nelle partite del secondo e terzo turno, i punti di contatto con la palla sul servizio di Williams sono stati compresi in 50 centimetri in altezza, mentre durante l’ultimo torneo di Wimbledon aveva colpito con maggior precisione in un intervallo di 15 centimetri. Le cose sono migliorate nella partita del quarto turno contro la 20enne statunitense Madison Keys, che Williams ha battuto chiudendo la partita con alcuni ottimi servizi, ma il suo ex allenatore Rick Macci è convinto che Williams non sia tornata ancora al suo miglior servizio. Lei, che giovedì giocherà contro sua sorella Venus Williams nei quarti di finale degli US Open, ha detto che comunque serve bene solo quando non ci pensa troppo.