Matteo Renzi e la prospettiva di primarie del PD contro Letta

«Per me sarebbe molto divertente. Potremmo confrontare i risultati dei rispettivi governi» ha detto intervistato dal Corriere della Sera

Il Corriere della Sera di oggi ha pubblicato una lunga intervista con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Rispondendo a una domanda sulle recenti dichiarazioni di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani sull’attività del suo governo, Renzi ha escluso che stiano pensando a una scissione all’interno del Partito Democratico e che semmai lavorano per preparare il congresso del 2017.

Per candidare Letta contro di lei?
«Non mi risulta, magari lei ha informazioni migliori. Per me sarebbe molto divertente. Potremmo confrontare i risultati dei rispettivi governi, discutere del modello di Europa per il quale ci siamo battuti, riflettere sui risultati ottenuti quando abbiamo avuto responsabilità nel partito. Del resto sia Enrico che io abbiamo già avuto esperienze di primarie. Mi piacerebbe ma è prematuro.

Renzi ha anche affrontato il tema dei voti che di fatto permettono al suo governo di fare passare i provvedimenti in Parlamento, voti che in parte arrivano dal nuovo gruppo formato da Denis Verdini dopo avere lasciato Forza Italia.

Se i voti ci sono, ci sono anche grazie a Verdini. Non la imbarazza?
«E perché? Il gruppo di Verdini ha già votato le riforme al primo giro. Mi stupirei del contrario. La mia minoranza firma gli emendamenti con Calderoli e Salvini, Grillo e Brunetta; e dovrei imbarazzarmi per il voto di chi già ha sostenuto questa riforma? Dovrei chiedergli: scusa, Verdini, stavolta puoi votare contro se no quelli della mia minoranza ci rimangono male?».

E su alcune intercettazioni circolate a inizio estate:

Nei mesi scorsi sono uscite sue intercettazioni che mostravano uno stile di una certa spavalderia, ai limiti della ribalderia.
«La rivoluzione non è un pranzo di gala, no?».
Dall’altra parte, lei ha parlato di un Renzi 1, che va nelle scuole e nelle fabbriche, e un Renzi 2, inviluppato nell’agenda, nei vertici europei, nelle riunioni di partito.