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  • Venerdì 28 agosto 2015

Altri due naufragi al largo della Libia

Sono affondate due barche che trasportavano circa 500 persone, un funzionario della Croce Rossa dice che per ora sono stati recuperati 82 morti

Una barca parzialmente affondata usata dai migranti viene trainata verso il porto di Zuara in Libia (AP Photo/Mohamed Ben Khalifa)
Una barca parzialmente affondata usata dai migranti viene trainata verso il porto di Zuara in Libia (AP Photo/Mohamed Ben Khalifa)

Nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 agosto due barche con a bordo quasi 500 persone partite dalla Libia verso l’Italia sono affondate a poca distanza dalla città di Zuara, lungo la costa libica; la prima barca ad affondare trasportava circa 100 persone. Secondo un funzionario della Croce Rossa sono stati recuperati 82 corpi e sono state soccorse 200 persone giovedì sera, di cui 147 sono state portate in un centro di detenzione per immigrati clandestini a Sabratha, a ovest di Tripoli, stando a quanto detto da una guardia di sicurezza a Reuters. Secondo le prime informazioni altre centinaia sarebbero rimaste intrappolate sui barconi rovesciati e potrebbero quindi esserci decine di morti: BBC riferisce che presso l’ospedale di Zuara nelle ultime ore sono stati portati circa 100 corpi. I migranti erano per lo più di origini siriane, ma c’erano anche persone provenienti dal Bangladesh, Marocco, e da diverse aree dell’Africa subsahariana.

La Guardia costiera italiana, che spesso interviene per dare soccorso ai barconi di migranti in avaria, per ora non ha confermato le notizie e le circostanze dei due naufragi al largo delle coste libiche. Zuara è uno dei principali punti di partenza dei barconi diretti verso l’Italia.

Si stima che solo quest’anno siano morte almeno 2.300 persone che hanno provato a raggiungere le coste dell’Europa sui barconi, spesso partendo dalla Libia. In tutto il 2014 le morti in mare tra i migranti sono state quasi 3.300. Più di 100mila persone hanno raggiunto quest’anno le coste italiane, mentre altre 160mila quelle della Grecia. Sabato scorso con diverse operazioni di soccorso in mare sono stati recuperati circa 4.400 migranti.

Giovedì decine di persone morte sono state trovate all’interno del cassone di un camion parcheggiato in un’autostrada nel Burgenland, a circa 50 chilometri sud di Vienna, in Austria. Secondo le autorità locali si trattava molto probabilmente di migranti che cercavano di raggiungere l’Europa nord-occidentale. La penisola balcanica è diventata nelle ultime settimane una delle vie più battute dai migranti che cercano di raggiungere l’europa centrale partendo da Africa e Medio Oriente. In particolare il viaggio passa da Grecia, Macedonia, Serbia e Ungheria, e i paesi di destinazione sono frequentemente Austria e Germania. Attraversare il confine tra la Serbia e l’Ungheria è diventato sempre più difficile per i migranti negli ultimi mesi per via delle politiche di protezione dei confini messe in atto dal governo ungherese, che ha avviato la costruzione di una recinzione lungo tutto il confine con la Serbia e ha inviato negli ultimi giorni circa 2.000 agenti di polizia.