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  • Giovedì 27 agosto 2015

Un po’ di tavole di “Il Divino”

E la storia incredibile – e vera – sull'infanzia e la guerra che ha ispirato il nuovo graphic novel pubblicato da BAO Publishing

Il 27 agosto esce per l’editore BAO Publishing il graphic novel Il Divino, realizzato dagli autori israeliani Boaz Lavie, i gemelli Asaf (K.O. a Tel Aviv) e Tomer Hanuka. Si tratta di un racconto fantastico che ha come protagonisti due amici impegnati in una missione da mercenari in una zona di guerra lontana: un posto che presto scopriranno essere protetto da due bambini-soldato con poteri sovrannaturali, “antichi paladini e draghi che non resteranno fermi a guardare”. Come spiegano gli autori, l’ispirazione per i personaggi dei “bambini portentosi” è venuta da una foto di alcuni bambini soldato di un esercito nel sud est asiatico, un’immagine che ha dato spunto per la creazione di “questa storia di fiction che ci pone una riflessione generale sull’infanzia e sulla guerra”.

La foto che ha ispirato gli autori per la storia de Il Divino fu scattata dal fotografo di AP Apichart Weerawong il 27 giugno del 2000 nella giungla del Myanmar. La foto mostra i gemelli Johnny e Luther Htoo, di 12 anni: Luther è quello a destra con i capelli rasati sulla fronte che fuma un sigaro, Johnny è quello alla sua destra. La foto, che è già notevole di suo, nasconde un’altra storia ancora più incredibile: quella del “God’s Army”, una milizia guidata da un gruppo di ragazzini che per alcuni anni ha combattuto contro l’esercito del Myanmar.

AVVISO: Non ci sono spoiler del fumetto in questa storia, ma sapere alcune delle cose raccontate da qui in avanti potrebbe influenzare la vostra lettura.

MYANMAR GODS ARMY
(AP Photo/Apichart Weerawong)

Johnny e Luther Htoo, nati nel 1988, sono di origine Karen, il secondo gruppo etnico del Myanmar che per diversi anni lottò contro l’esercito regolare del Myanmar, allora chiamato solo Birmania e governato da una giunta militare. Nel 1997 l’esercito birmano avviò una vasta operazione per prendere il controllo dei territori controllati dai Karen nell’est del paese, dove si sarebbe dovuto costruire un’importante oleodotto, e in quell’anno durante un raid distrusse il villaggio dove i gemelli Htoo vivevano con la loro famiglia.

La versione più accreditata della storia racconta che dopo il raid un prete accompagnò i due gemelli Htoo dal capo delle milizia Karen spiegando che Dio gli aveva parlato e che la loro missione era salvare il popolo Karen. La notizia si sparse rapidamente tra gli abitanti dei villaggi Karen, e presto intorno ai due gemelli Htoo si formò un culto di venerazione e si generarono una serie di leggende legate alla loro invincibilità in battaglia. Luther e Johnny Htoo, che all’epoca avevano nove anni e non sapevano leggere né scrivere, diventarono comandante e vice-comandante dell’Esercito di Dio della montagna sacra, una strana milizia formata da adulti e ragazzini di origine Karen. Inizialmente l’esercito di Dio contava circa 500 miliziani, che armati ed equipaggiati in modo approssimativo vivevano accampati nella giungla combattendo sporadicamente contro l’esercito regolare birmano. L’ideologia della milizia era un misto di cristianesimo e pensiero magico: si celebrava messa tutti i giorni, si praticava l’astensione dagli alcolici e dal sesso e si partecipava al culto dei due gemelli Htoo. Di loro si raccontava che potessero fare esplodere le mine con il pensiero, che fossero resistenti ai proiettili, che rendessero invincibili i loro soldati in battaglia e che conoscessero la Bibbia a memoria senza mai averla letta.

La storia dell’Esercito di Dio divenne nota in tutto il mondo nel 2000, quando 10 miliziani del gruppo presero in ostaggio per alcune ore i pazienti di un ospedale in Thailandia prima di essere uccisi dalle forze di sicurezza. Il fotografo di AP Apichart Weerawong riuscì a raggiungere l’accampamento dell’Esercito di Dio nella giungla, dove scattò la famosa foto dei due gemelli. Della storia si occuparono poi anche i giornali internazionali tra cui il Guardian, che raccontò i legami tra l’esercito birmano e la compagnia petrolifera britannica Premier Oil per la costruzione dell’oleodotto attraverso i territori dei Karen.

JOHNNY LUTHER FIGHTERS
(Johnny e Luther Htoo e altri bembini dell’Esercito di Dio – AP Photo/Apichart Weerawong)

JOHNNY HTU BODYGUARDS(Johnny Htoo, al centro, circondato dalle sue guardie – AP Photo/Apichart Weerawong)

I giornalisti che hanno visitato gli accampamenti dei miliziani dell’Esercito di Dio hanno descritto la situazione come “un gruppo di bambini che giocano ai pirati”: vestiti con uniformi troppo larghe, troppo deboli per tenere in mano un fucile, che passavano il tempo sparando ai frutti sugli alberi o agli uccelli, oppure giocando nel fiume. La giornalista del Guardian Maggie O’Keane, che riuscì a intervistare i due gemelli, raccontò di averli incontrati nella giungla: Luther, il comandante della milizia, si faceva portare in giro da una guardia del corpo, un ragazzo di 28 anni chiamato Rambo che leggeva per lui la bibbia e traduceva. Durante tutta l’intervista Luther rimase seduto sulle ginocchia di Rambo, rispondendo distrattamente alle domande, giocando con il registratore e poi andandosene presto per tornare a giocare con gli altri bambini.

Già nel 2000 l’Esercito di Dio contava poche decine di soldati: alcuni erano morti, molti avevano disertato per andare a lavorare nei porti della Thailandia e mantenere le loro famiglie. Nel 2011 i fratelli Htoo si arresero all’esercito del Burma: passarono alcuni anni insieme in un campo profughi in Thailandia, poi Luther si trasferì in Svezia, dove vive tutt’ora, e Johnny provò a lavorare come coltivatore di riso. Nel 2013 i due gemelli si sono incontrati nuovamente in Thailandia: Johnny all’epoca era tornato nel campo profughi in Thailandia e stava provando a raggiungere sua madre e sua sorella in Nuova Zelanda, Luther era tornato dalla Svezia dove si era sposato e dove stava studiando Economia. Dopo la partenza dei due gemelli, l’Esercito di Dio si smembrò.

Luther Htoo, Johnny Htoo(Da sinistra, Jhonny e Luther in Thailandia nel 2013 – AP Photo/Apichart Weerawong)