• Mondo
  • Sabato 15 agosto 2015

La Grecia riceverà 86 miliardi di aiuti

L'eurogruppo ha approvato il nuovo prestito in cambio delle riforme votate ieri dal parlamento greco: dei primi 26 miliardi almeno 10 andranno alle banche greche

(AP Photo/Laurent Dubrule)
(AP Photo/Laurent Dubrule)

I ministri delle Finanze dei paese membri dell’eurozona hanno approvato ieri a Bruxelles il nuovo piano di aiuti per la Grecia, che prevede un pacchetto di aiuti di 86 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Il piano è stato approvato in cambio di una serie misure adottate dal governo greco, tra cui degli aumenti di tasse e tagli di spese. Le trattative per la concessione del pacchetto di aiuti sono cominciate a gennaio di quest’anno e in diversi momenti hanno fatto temere che la Grecia potesse uscire dall’euro. Dopo la riunione dei ministri delle Finanze dell’eurozona, il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha detto che quello di oggi è «un segnale forte che la Grecia resterà nell’euro».

L’accordo era già stato approvato dal parlamento greco la mattina del 14 agosto dopo un’intera notte di discussioni molto agitate. Il primo ministro greco Alexis Tsipras, che ha innescato le trattative di questi mesi rifiutando le condizioni di un prestito precedente, è riuscito a ottenere l’approvazione del parlamento soltanto grazie ai voti dell’opposizione. Non hanno votato l’accordo più di quaranta deputati di Syriza, la coalizione di sinistra radicale con cui Tsipras ha vinto le ultime elezioni. Secondo i giornali greci, Tsipras potrebbe chiedere un voto di fiducia già la prossima settimana e successivamente formare un nuovo governo di coalizione con le forze politiche che hanno votato l’accordo.

La prima parte del prestito, circa 26 miliardi, sarà erogata nei prossimi giorni visto che la Grecia deve restituire un’importate prestito da 3,2 miliardi alla Banca Centrale Europea entro il 20 agosto. Altri dieci miliardi saranno utilizzati per ricapitalizzare le banche greche che sono state chiuse per settimane e ancora oggi operano soltanto con grossi limiti ai prelievi e ai trasferimenti di capitali all’estero. L’accordo dovrà comunque essere approvato dai parlamenti di diversi paesi europei, ma soltanto in Germania e Finlandia c’è qualche remota possibilità che i deputati locali si mettano di traverso. Durante il vertice di ieri sera, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, considerato uno dei critici più severi dell’accordo, ha detto di essere ottimista sulle prospettive del nuovo prestito.