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  • Mercoledì 12 agosto 2015

L’India contro Nestlé

Il governo indiano ha chiesto un risarcimento a Nestlé India per avere messo in commercio dei noodle forse con alti livelli di piombo

Sacchetti di noodle Maggi. (DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images)
Sacchetti di noodle Maggi. (DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images)

Aggiornamento giovedì 13 agosto – Un tribunale indiano ha deciso la rimozione del divieto di vendere i noodle Maggi della Nestlé in India, ma ha ordinato nuovi test per controllare il loro livello di sicurezza. I nuovi risultati, ha detto il tribunale, dovranno essere presentati entro sei settimane.

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Diversi siti di news internazionali, tra cui il Wall Street Journal e il Financial Times, hanno scritto che il governo indiano ha chiesto un risarcimento di 100 milioni di dollari al ramo indiano di Nestlé, la più grande società alimentare del mondo. Circa due mesi fa Nestlé India aveva ritirato dal mercato e distrutto una partita di noodle della marca Maggi, quelli che si cucinano in due minuti, pari a circa 50 milioni di dollari. La decisione era stata presa da Nestlé dopo che l’organo che si occupa di verificare la sicurezza alimentare dei prodotti in commercio aveva detto di avere riscontrato in quella marca di noodle un livello di piombo superiore alla norma. Nestlé ha sempre negato le accuse, sostenendo che i suoi prodotti avevano superato tutti i test di sicurezza, ma aggiungendo anche di avere deciso per il ritiro del prodotto a seguito delle enormi pressioni ricevute per la vicenda.

La richiesta di risarcimento è stata presentata dal ministro indiano dei Consumi alla “National Consumer Disputes Redressal Commission”, una commissione con sede a New Delhi istituita nel 1988: Nestlé è accusata di avere perseguito “pratiche di mercato scorrette” e di “avere ingannato” milioni di consumatori facendo loro credere che i noodle Maggi pronti in due minuti fossero sicuri da mangiare. Nestlé, ancora prima di ritirare i suoi noodle dal mercato, aveva detto che i test compiuti dalla società non avevano riscontrato alcun livello elevato di sostanza tossica (sul sito di Nestlé c’è una pagina apposita sulla questione dei noodle Maggi, nella quale la società racconta la sua versione della storia). Per il momento comunque i noodle Maggi sono ancora fuori commercio: un’Alta corte di Mumbai dovrebbe esprimere questa settimana sulla possibilità per Nestlé di ricominciare a vedere i suoi noodle sul mercato indiano. Nestlé India ha anche detto di non avere ricevuto finora alcuna notifica della richiesta di risarcimento chiesta dal governo.

La questione sta facendo molto discutere anche perché i noodle Maggi – gli stessi venduti in India – sono stati considerati sicuri dalle autorità di altri paesi. Per esempio un portavoce della US Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici, ha detto che i noodle Maggi sono stati ricontrollati e valutati come sicuri per i consumatori statunitensi. Lo stesso è successo nel Regno Unito, in Canada, in Australia, in Nuova Zelanda e a Singapore.

I noodle Maggi sono un’importante fonte di guadagno per Nestlé India: il Wall Street Journal scrive che, prima del suo ritiro dal mercato, questa marca di noodle garantiva alla società il 20 per cento delle sue entrate totali. L’80 per cento dell’intero mercato indiano di noodle istantanei apparteneva a Nesté India.