Una nuova udienza sul caso Latorre-Girone

Il Tribunale del Mare di Amburgo inizia oggi l'esame del caso sui fucilieri arrestati in India: deciderà se potranno aspettare in Italia l'esito del processo

Massimiliano Latorre Salvatore Girone a Roma nel 2013. 
(Pasquale Carbone - LaPresse)
Massimiliano Latorre Salvatore Girone a Roma nel 2013. (Pasquale Carbone - LaPresse)

La vicenda dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone – arrestati nel febbraio del 2012 con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani a largo delle coste di Kerala, in India – è arrivata a una svolta importante: oggi infatti inizia un’udienza al Tribunale del Mare di Amburgo, un organo indipendente delle Nazioni Unite, al quale l’Italia si è rivolta per chiedere che l’India blocchi ogni procedimento in corso (sostanzialmente le udienze del processo) contro Girone e Latorre, e consenta al primo di tornare in Italia e al secondo di restarci (è in convalescenza per motivi di salute).

A giugno l’Italia aveva richiesto l’intervento della Corte arbitrale dell’Aia per stabilire – sulla base della Convenzione sul Diritto del Mare dell’Onu (Unclos) – a chi spetti la giurisdizione del caso: se il processo si dovrà cioè svolgere in India, in Italia o altrove. L’arbitrato non inizierà prima del 26 agosto e avrà tempi piuttosto lunghi – si parla anche di due anni – e per questo l’Italia si è rivolta d’urgenza al Tribunale di Amburgo, nella speranza che Latorre e Girone possano attendere la decisione dell’arbitrato in Italia. Sia la decisione della Corte dell’Aia che del Tribunale di Amburgo sono vincolanti per entrambe le parti.

L’Itlos è composto da 21 membri che restano in carica per nove anni; sono selezionati tra esperti del Diritto del mare in modo da garantire rappresentanza geografica e dei principali sistemi giuridici, ed è al momento presieduto dal russo Vladimir Golitsyn. L’udienza sarà aperta questa mattina dall’ambasciatore Francesco Azzarello, che guida la delegazione italiana, e da Daniel Betlehem, a capo del team legale che difende le richieste dell’Italia.

Di pomeriggio la corte ascolterà invece le ragioni dell’India, che contesterà la giurisdizione dell’Itlos sulla disputa e le misure cautelari richieste dall’Italia, e ribadirà che il processo deve svolgersi in India. Martedì le delegazioni avranno diritto di replica e l’Italia rivolgerà le richieste conclusive. L’Itlos, riassume la Stampa, «dovrà decidere se ha la giurisdizione sul caso, se le richieste italiane sono ammissibili, se esistono motivi di “urgenza” o il rischio di “danno grave e irreparabile” tali da dover decidere sulle misure cautelari prima che venga costituito il tribunale arbitrale». La decisione arriverà nel giro di due-tre settimane.