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  • Venerdì 7 agosto 2015

Santa Caterina da Siena e Chef Express

L'ufficio stampa di Cremonini ha da ridire, e da ridere, su un articolo del Corriere della Sera

Il lavoro degli Uffici Stampa è quasi sempre condannato alla scrittura di testi rituali e poveri, in ragione delle priorità promozionali del lavoro e di un diffuso timore della creatività o dell’invenzione: sia che si tratti dei quotidiani comunicati sull'”attesissimo” qualunque cosa, sia che si debbano fare precisazioni di routine e parziali su notizie varie pubblicate sui giornali, per rivendicare le proprie ragioni ma non urtare troppo la sensibilità dei preziosi giornali suddetti.

Per questo, quando un Ufficio Stampa scrive invece con senso dell’umorismo e spirito polemico originali, è una rarità, e il testo pubblicato su un giornale può diventare assai più divertente (e aiutare meglio le ragioni aziendali). Questo è successo sul Corriere della Sera di venerdì, per via di un articolo su un autogrill.

L’ar­ti­co­lo di Va­le­rio M. Vi­sin­tin sul man­gia­re in au­to­stra­da sull’ul­ti­mo Cor­rie­re Mo­to­ri del 20 lu­glio, of­fre una rap­pre­sen­tazio­ne ir­rea­le dell’area di ser­vi­zio Chef Ex­press sul­la A22. Tralascian­do le que­stio­ni di gu­sto per­so­na­le, sul­le qua­li non pos­sia­mo sinda­ca­re, vor­rem­mo richia­ma­re l’at­ten­zio­ne su al­cu­ni aspet­ti og­get­ti­vi. Il lo­ca­le si com­po­ne di un bar caf­fet­te­ria (con of­fer­ta di pa­nini) e di un self ser­vi­ce per il pran­zo. Im­ma­gi­nia­mo che scri­ven­do di aver­lo tro­va­to aper­to «so­lo al ter­zo ten­ta­ti­vo» il gior­na­li­sta si ri­fe­ri­sca so­lo al­la par­te self ser­vi­ce che abi­tual­men­te ri­ma­ne chiu­sa, pe­rò, so­lo dal­le 17 al­le 18 per le ope­ra­zio­ni di ri­pri­sti­no. È eviden­te che quel­lo è l’ora­rio più stra­no per con­su­ma­re un pa­sto, e per un te­st sa­reb­be sta­to uti­le pas­sa­re all’ora di pran­zo o di ce­na. L’ora­rio d’eser­ci­zio, com­pren­den­do an­che il bar, è a ci­clo con­ti­nuo. Ri­ba­dia­mo quin­di che non è pos­si­bi­le ave­re tro­va­to chiu­so il self ser­vi­ce «nell’ar­co di un po­me­rig­gio»: se dav­ve­ro co­sì fos­se sta­to, si sa­reb­be ve­ri­fi­ca­to un gra­ve disser­vi­zio, e sa­reb­be uti­le sa­pe­re il gior­no in cui il gior­na­li­sta è pas­sa­to, per le op­por­tu­ne veri­fi­che. Vi­sin­tin «non ha osa­to pren­de­re l’ham­bur­ger», ma a no­stro av­vi­so ha fat­to ma­le, es­sen­do la no­stra of­fer­ta di car­ne di par­ti­co­la­re qua­li­tà. Il pa­sto non pia­ce; e pa­zien­za an­che per le «pa­ta­te frit­te car­to­nate», che of­fro­no co­mun­que una bel­la im­ma­gi­ne a ef­fet­to per l’artico­lo.

Poi «la sa­la è af­fo­ca­ta dal cal­do»: un ag­get­ti­vo non pro­prio usua­le, ca­ro a S. Ca­te­ri­na da Sie­na per de­scri­ve­re le sue mi­sti­che pas­sio­ni amo­ro­se nel XIII se­co­lo. Sia­mo nel XXI se­co­lo, nei gior­ni più cal­di de­gli ul­ti­mi 50 an­ni, ma que­sto evi­den­te­men­te non im­pe­di­sce al vi­si­tato­re (pro­ba­bil­men­te af­fo­ca­to da tan­to gi­ro­va­ga­re sul­le au­to­stra­de) di in­si­ste­re nel­la ma­le­vo­len­za. In­fi­ne, il ser­vi­zio è «pri­vo del mini­mo gar­bo»: la fra­se è ge­ne­ri­ca e ir­ri­spet­to­sa nei con­fron­ti dei no­stri di­pen­den­ti. Con que­ste con­si­de­ra­zio­ni non pre­ten­dia­mo di es­ser esen­ti da cri­ti­che; al con­tra­rio, tut­te le os­ser­va­zio­ni per­ti­nen­ti e pun­tua­li so­no fon­da­men­ta­li per mi­glio­ra­re i nostri li­vel­li di qua­li­tà. Pe­rò, di fron­te a espres­sio­ni co­me quel­le sol­le­va­te da cri­ti­co, è dif­fi­ci­le trar­re con­clu­sio­ni ope­ra­ti­ve.

Luca Macario, re­spon­sa­bi­le Co­mu­ni­ca­zio­ne e Uf­fi­cio Stam­pa, Cre­mo­ni­ni spa Ca­stel­ve­tro di Mo­de­na