Perché proprio Hiroshima

La bomba atomica fu sganciata lì settant'anni fa per un caso, e anche perché in Giappone non era rimasto molto altro da distruggere

(AP PHOTO)
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Il 6 agosto del 1945, esattamente 70 anni fa, il colonnello statunitense Paul Tibbets sganciò su Hiroshima, una città giapponese di 318 mila abitanti, la prima bomba nucleare usata in guerra nel corso della storia. Più di settantamila persone morirono nell’attacco che, in seguito a un secondo bombardamento nucleare sulla città di Nagasaki, spinse il Giappone ad arrendersi agli Stati Uniti senza condizioni. Gli Stati Uniti avevano deciso da tempo di usare le bombe atomiche contro il Giappone: il motivo per cui scelsero proprio Hiroshima per il primo attacco ha a che fare con il caso, la sfortuna e lo straordinario successo di un’arma molto più primitiva della bomba nucleare.

La prima ragione per cui fu colpita Hiroshima era che la Germania si era già arresa nel maggio di quell’anno, mentre il Giappone, militarmente sconfitto, rifiutava ancora di arrendersi. Gli alti comandi dell’esercito americano temevano di essere costretti a invadere il Giappone via terra, iniziando una campagna che sarebbe potuta costare migliaia di morti. La bomba atomica, con il suo potere distruttivo, rappresentava una scorciatoia con cui i generali americani speravano di costringere il paese alla resa senza dover ricorrere all’invasione. Il problema era che quando la bomba fu completata, tra la primavera e l’estate del 1945, in Giappone cominciavano a scarseggiare i bersagli da attaccare.

Da marzo i bombardieri americani – armati con bombe che utilizzavano una nuova sostanza incendiaria: un gel incendiario e appiccicoso chiamato “napalm” – avevano cominciato ad attaccare ogni notte le città del Giappone, costruite in gran parte con legno e carta. Nel più grande di questi raid, quello su Tokyo nella notte tra il 9 e il 10 marzo 1945, centomila persone furono uccise nel giro di sei ore. Le operazioni con bombe incendiarie erano così efficaci che uno studio dell’aviazione americana stimò che entro la fine del 1945 in tutto il Giappone non ci sarebbe stato più nulla che sarebbe valso la pena bombardare. Così nel maggio di quell’anno quattro città giapponesi vennero dichiarate “riservate”: non sarebbero più state attaccate dai bombardieri convenzionali. Tra queste, l’unica a non essere mai stata sfiorata da una bomba, insieme alla vecchia capitale Kyoto, era Hiroshima: una città costruita sulla foce del fiume Ota e quindi ritenuta poco adatta ad essere attaccata con bombe incendiarie.

Per gli uomini che componevano il “Target Committee”, il gruppo incaricato di decidere dove sganciare la bomba atomica, era fondamentale che la città bersaglio fosse quasi completamente integra, in modo da poter mostrare appieno la potenza della nuova arma. Tokyo, per esempio, era ridotta a un cumulo di macerie e i danni della nuova bomba sarebbero stati indistinguibili da quelli degli ordigni incendiari. Hiroshima, oltre a essere ancora integra, era anche la sede di numerose industrie militari e del quartier generale che avrebbe guidato la difesa del Giappone meridionale in caso di invasione. Il fatto che Hiroshima fosse almeno in parte un bersaglio militare tranquillizzò gli uomini del Target Committee, anche se non si fece alcuno sforzo per mirare la bomba su un particolare bersaglio militare. Il luogo dell’esplosione, il ponte a T sul fiume Ota, fu scelto perché era al centro della città e quindi avrebbe garantito di infliggere il massimo danno.

Il 25 luglio, dieci giorni prima dell’attacco, il comitato scelse quattro città da attaccare in ordine di preferenza: Hiroshima, Kokura, Niigata e Nagasaki. Kyoto era stata eliminata dalla lista per il suo valore simbolico e culturale. L’ultima scelta, quella definitiva, sarebbe stata dettata dal caso: gli aerei si sarebbero diretti sulla città con il tempo più sereno nel giorno dell’attacco. Alle 7.14 minuti del 6 agosto 1945 l’aereo da ricognizione inviato sopra Hiroshima comunicò che il cielo era libero da nuvole per sette decimi, la condizione minima ritenuta necessaria per procedere all’attacco. Il colonnello Tibbets comunicò il “ricevuto” e diresse il suo aereo sulla città. Quasi esattamente un’ora dopo, alle 8.15, sganciò la sua bomba sopra Hiroshima.