Come sta cambiando la pubblicità su Instagram

Una nuova opzione permetterà di creare e gestire campagne pubblicitarie molto più facilmente di prima

(FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)
(FRED DUFOUR/AFP/Getty Images)

Da martedì 4 agosto Instagram – l’applicazione per la condivisione di foto e video creata nel 2010 e controllata da Facebook – ha reso disponibili delle nuove API per la pubblicità. Le API (Application Programming Interface) sono – semplificando – interfacce di programmazione che permettono di espandere le funzionalità di un programma. Questo significa che d’ora in poi chi vorrà fare pubblicità su Instagram avrà a disposizione maggiori e più semplici strumenti per creare e monitorare le sue campagne pubblicitarie, in un modo molto simile a quello che c’è al momento su Facebook e Twitter. Le nuove API, alcune già disponibili, saranno sviluppate da aziende e piattaforme esterne a Instagram, per esempio Brand Networks e Salesforce.

Fino a oggi un inserzionista interessato a pubblicizzare la sua attività e il suo profilo Instagram aveva una sola possibilità: doveva essere molto grande, doveva aver intenzione di investire molti soldi e doveva mettersi direttamente in contatto con il settore commerciale di Instagram. Grazie alla nuova opzione resa disponibile dalle nuove API di Instagram, gli inserzionisti potranno creare e gestire in autonomia le loro pubblicità su Instagram. La possibilità per gli utenti di creare da soli campagne pubblicitarie dovrebbe arrivare in Italia nei prossimi mesi e avrà un effetto sicuramente positivo sui guadagni di Instagram, che viene utilizzato ogni mese da circa 300 milioni di utenti, che postano al giorno una media di 70 milioni di fotografie. Le pubblicità di Instagram potrebbero però anche danneggiare l’usabilità dell’applicazione, presentando agli utenti troppe pubblicità.

Già da alcuni mesi si parlava di una svolta nell’approccio di Instagram nei confronti delle pubblicità: a giugno l’azienda aveva annunciato l’introduzione di alcuni pulsanti (“compra ora”, “installa ora”, “registrati” e “scopri di più”) che dall’applicazione avrebbero rimandato al sito del prodotto o dell’attività cui un profilo è dedicato. Alcuni giorni fa l’azienda eMarketer, specializzata in analisi di mercato, aveva stimato che nel 2015 i ricavi pubblicitari di Instagram sarebbero stati di quasi 500 milioni di euro. eMarketer scriveva anche che entro il 2017 Instagram avrebbe potuto superare Google e Twitter nei ricavi per le pubblicità su dispositivi mobili negli Stati Uniti.