Cosa sappiamo di “The Young Pope”

Stanno iniziando le riprese della serie tv diretta da Paolo Sorrentino e prodotta da HBO e Sky: i protagonisti saranno Jude Law e Diane Keaton

Diane Keaton (AP Photo/Keystone, Walter Bieri) e Jude Law (Theo Wargo/NBC/Getty Images for "The Tonight Show Starring Jimmy Fallon")
Diane Keaton (AP Photo/Keystone, Walter Bieri) e Jude Law (Theo Wargo/NBC/Getty Images for "The Tonight Show Starring Jimmy Fallon")

Questa settimana sono iniziate a Villa Lante di Bagnaia, in provincia di Viterbo, le riprese di The Young Pope (“Il giovane papa”), la prima serie tv diretta da Paolo Sorrentino, co-prodotta da Sky, HBO e il francese Canal Plus. La miniserie sarà composta da otto episodi da 50 minuti l’uno, recitati in inglese e girati tra l’Italia, gli Stati Uniti, l’Africa e Porto Rico, e sarà trasmessa su Sky nel 2016. Racconta la storia immaginaria dei primi anni del pontificato di papa Pio XIII (nato Lenny Belardo), il primo papa italoamericano della storia, interpretato dall’attore inglese Jude Law.

Del cast farà parte anche Diane Keaton nel ruolo di suor Mary, una suora statunitense che si è trasferita in Vaticano, che ha cresciuto il giovane papa e che ha ancora una notevole influenza su di lui. Ci saranno poi anche Allison Case, che interpreterà suor Mary da giovane, e Silvio Orlando. La sceneggiatura è stata scritta da Sorrentino insieme a Stefano Rulli (vincitore di quattro premi di Donatello per la sceneggiatura di Il portaborse, La meglio gioventù, Romanzo criminale e Mio fratello è figlio unico) e Umberto Contarello (che ha collaborato con Sorrentino per la sceneggiatura di This Must Be the Place e La grande bellezza).

La serie tv era stata annunciata lo scorso marzo e per ora le notizie sulla trama e sugli altri attori del cast non sono molte. La produzione ha spiegato che Lenny Belardo «è un personaggio complesso e conflittuale, con posizioni conservatrici fino all’oscurantismo, ma allo stesso tempo compassionevole verso poveri e deboli. È un uomo di grande potere, che resiste tenacemente alle cortigianerie del Vaticano, non preoccupandosi delle conseguenze della sua autorevolezza. Nella serie dovrà affrontare la perdita di quelli che gli sono più vicini e la paura costante di essere abbandonato, anche dal suo dio».

Sorrentino ha detto che The Young Pope tratta dei «segni evidenti dell’esistenza di Dio. Dei segni evidenti dell’inesistenza di dio. Di come la fede può essere cercata e persa. Della grandezza della santità, talmente grande da essere insostenibile mentre combatti contro le tentazioni e l’unica cosa che puoi fare è piegarti a loro. Della lotta interiore tra l’enorme responsabilità del Capo della Chiesa cattolica e le miserie di un semplice uomo che il fato (o lo Spirito Santo) hanno scelto come pontefice. E per ultimo, su come maneggiare e manipolare il potere in uno stato in cui il dogma e l’imperativo morale sono la rinuncia al potere e l’amore disinteressato verso il prossimo».

Lo scorso marzo Sorrentino aveva assicurato che la serie tv non ha «nessun intento scandalistico ma vuole raccontare la vita quotidiana. Insomma, non avrà quell’approccio all’americana in cui il Vaticano è questo luogo oscuro e misterioso», e che «sarà un po’ Habemus Papam, un po’ Il giovane Ratzinger». Al festival del cinema di Cannes Sorrentino aveva detto che The Young Pope «affronta argomenti complicati che si prestano a una narrazione ampia. Ho l’occasione di fare un uso della televisione libero e intelligente, un po’ come al cinema. Una cosa che fino a dieci anni fa non era possibile».