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  • Mercoledì 29 luglio 2015

Il Mullah Omar è morto, stavolta davvero

Però da due anni: dopo anni di voci mai confermate sullo storico leader dei talebani, ora la fonte è il governo afghano

Una foto del Mullah Omar scattata presumibilmente tra il 1996 e il 1998 (National Counterterrorism Center)
Una foto del Mullah Omar scattata presumibilmente tra il 1996 e il 1998 (National Counterterrorism Center)

L’ufficio del presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, ha confermato con un comunicato la morte del Mullah Omar, storico capo dei talebani afghani e uno dei terroristi più ricercati al mondo. Poco prima dell’annuncio del governo, aveva confermato la notizia anche la principale agenzia di intelligence afghana: stando alle informazioni ufficiali finora diffuse, il Mullah Omar è morto nell’aprile del 2013 in un ospedale a Karachi, in Pakistan, il paese dove si era rifugiato dopo l’invasione statunitense in Afghanistan nel 2001.

La notizia della morte del Mullah Omar era cominciata a circolare questa mattina: la prima fonte è stata il sito di news afghano 1TV, che sosteneva di avere ricevuto la conferma della morte del Mullah Omar da un funzionario del governo afghano. Poi era stata ripresa da diversi siti di news internazionali – i quali citavano altre fonti anonime del governo afghano – ma non era stata immediatamente confermata dal governo dell’Afghanistan.

Nel corso degli ultimi anni il Mullah Omar era stato dato per morto diverse volte. Il Mullah Omar era il fondatore e leader ideologico dei talebani afghani, un gruppo di fondamentalisti religiosi che ha governato in Afghanistan dal 1994 al 2001. In quei sette anni a capo del paese, che formalmente era diventato un Emirato islamico, c’era il Mullah Omar, uno dei leader di gruppi armati di cui si sa meno in assoluto. Non si sa con precisione quando era nato – sembra tra il 1959 e il 1962 – né dove – può darsi nella provincia afghana di Kandahar, o in quella di Urozgan. Di lui si hanno solo due fotografie, una delle quali lo mostra senza un occhio (l’ha perso a un certo punto, non si sa come). Nel corso degli anni il Mullah Omar aveva sviluppato anche rapporti molto stretti con Osama bin Laden ed al Qaida.

Dopo l’invasione statunitense in Afghanistan del 2001 e la conseguente caduta del regime dei talebani, il Mullah Omar aveva attraversato il confine ed era andato in Pakistan: da allora di lui non si era saputo più nulla. Gli stessi comandanti talebani non avevano alcun contatto con lui – sembra che solo due di loro sapessero dove si trovava – e nessuno sapeva dire davvero se era ancora vivo o no. Nessun giornalista occidentale lo ha mai incontrato: tutti i contatti con il mondo esterno erano stati delegati al suo “ministro degli Esteri”, Wakil Ahmad Mutawakkil. Su di lui gli Stati Uniti avevano messo una taglia di 10 milioni di dollari.

La notizia della morte del Mullah Omar è rilevante per almeno due motivi. Il primo riguarda i colloqui di pace che il governo afghano ha iniziato con i talebani afghani circa un mese fa, con l’obiettivo di mettere fine a 14 anni di guerra nel paese. Il primo round di colloqui si è tenuto in Pakistan e il prossimo incontro è programmato per venerdì: i colloqui vanno molto a rilento anche per le divisioni interne ai talebani afghani. Secondo un diplomatico occidentale rimasto anonimo e sentito da Associated Press, la morte del Mullah Omar potrebbe bloccare i colloqui perché ai talebani verrebbe a mancare un leader che fino ad ora aveva in qualche modo tenuto insieme il gruppo. Altri sostengono invece che potrebbe avvantaggiare la fazione più moderata dei talebani, quella che spinge per trovare una soluzione pacifica alla guerra. In secondo luogo la morte del Mullah Omar è rilevante anche nei rapporti tra i talebani afghani e la provincia del Khorasan, gruppo affiliato allo Stato Islamico (o ISIS) che opera in Afghanistan e in Pakistan. Da quando l’ISIS ha annunciato la nascita della provincia del Khorasan, i rapporti tra i due gruppi sono diventati molto tesi. Il 16 giugno un importante leader talebano ha diffuso un comunicato in cui ha chiesto direttamente ad Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell’ISIS, di agire in Afghanistan sotto l’autorità dei talebani, invece che autonomamente: l’ISIS ha però rifiutato la richiesta dei talebani. Alcuni analisti credono che con la morte del Mullah Omar diversi comandanti talebani potranno dichiarare la loro fedeltà all’ISIS.