Emma Bonino sulla sua presunta espulsione dai Radicali: «Ma siete scemi?»

Emma Bonino durante un programma tv nel 2010. (AP Photo/Luca Bruno)
Emma Bonino durante un programma tv nel 2010. (AP Photo/Luca Bruno)

Durante la sua conversazione settimanale con Massimo Bordin trasmessa da Radio Radicale, Marco Pannella ha dato giudizi negativi e bruschi nei confronti di Emma Bonino, dicendo che «Emma Bonino corre da una parte all’altra ma che cazzo faccia davvero lo sappiamo solo dalle indiscrezioni di qualcuno», che «la signora Bonino lavora molto e mai da noi», che «si comporta come se non avesse più nulla a che vedere coi Radicali», che «per lei il problema è continuare a fare parte del jet set internazionale».

Non è la prima volta che Pannella dice cose forti e sopra le righe alla radio (tutt’altro) e da anni periodicamente si parla dei suoi rapporti con Emma Bonino, affettuosi ma complicati. Interpellata dai giornalisti Emma Bonino ha risposto così riguardo la sua presunta espulsione dal partito:

«Ma siete scemi? Io sono iscritta a quel partito a 2.500 euro al mese. Duemilacinquecento euro al mese»

Bordin ha scritto sul Foglio a proposito della vicenda:

“In questa situazione di censura verso i Radicali, per far sapere alla gente che esistiamo ancora dovrei mettermi d’accordo con Emma e simulare una rottura fra noi. Forse allora i giornali tornerebbero a citarci”. Questo discorso, paradossale, l’ho sentito più di una volta da Pannella nei momenti in cui avvertiva più acuto il vuoto di informazione sulle iniziative politiche sue e dei Radicali. Per di più siamo negli ultimi giorni di luglio, l’informazione rallenta e spazi si aprono a chi sa occuparli, e in questo Pannella è maestro. Eppure l’intemerata domenicale nei confronti di Emma Bonino, nel corso della sua consueta trasmissione a Radio Radicale, non faceva pensare a una forzatura, a qualcosa di recitato. Troppo fuori misura, fino a rimproverare a Bonino di non essere più una militante ma una ormai assimilata al “jet set”, termine fra l’altro che nessuno usa più da almeno quarant’anni. Descritta come estraniatasi dal partito e dunque ora riconosciuta come estranea a esso. Un giudizio duro come mai prima, anche in momenti di forte tensione dovuta alle evidenti diversità caratteriali fra i due.