Cos’è successo venerdì a Pompei

Un'assemblea sindacale non annunciata ha fatto chiudere il sito archeologico, per lo scorno di molti turisti e del ministro della Cultura

File davanti alle biglietterie dopo la chiusura degli Scavi di Pompei a causa di un'assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa, il 24 luglio 2015

(ANSA)
File davanti alle biglietterie dopo la chiusura degli Scavi di Pompei a causa di un'assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa, il 24 luglio 2015 (ANSA)

Questa mattina una riunione sindacale organizzata da diverse associazionii, e senza un rilevante preavviso, ha causato la chiusura degli accessi al sito archeologico di Pompei, in Campania, perché non c’era il personale disponibile per la vendita dei biglietti e le ammissioni al complesso. Centinaia di turisti sono rimasti per più di un’ora in fila in attesa della riapertura dei cancelli, in molti casi senza sapere perché le biglietterie fossero chiuse: il Corriere del Mezzogiorno riferisce che mancavano cartelli e indicazioni sull’assemblea sindacale in corso, cosa che ha contribuito alla confusione tra i turisti.

Inizialmente le principali associazioni sindacali del sito archeologico avevano annunciato di volere tenere una riunione ieri, giovedì 23 luglio. La Soprintendenza era intervenuta rafforzando la presenza dei custodi assunti da un’azienda esterna e si era evitata la chiusura, anche grazie alla scarsa partecipazione all’assemblea. Le tensioni sono in parte dovute al fatto che i lavoratori della Soprintendenza contestano da tempo alcune scelte legate all’organizzazione dei turni e del lavoro all’interno di Pompei. Uno dei punti critici è la decisione della Soprintendenza di affidare alla Scabec, una società inhouse della Regione Campania le aperture straordinarie notturne del sito. All’assemblea di oggi i sindacati hanno deciso di lavorare a costi inferiori e aprendo più spazi del sito, ha annunciato Antonio Pepe, rappresentante sindacale della CISL.

La chiusura improvvisa dei cancelli di Pompei non è piaciuta per niente al ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha parlato di un danno incalcolabile per il sito archeologico e per la sua immagine.

Il soprintendente Massimo Osanna è stato ancora più critico, dicendo che la chiusura di questa mattina “è stata un colpo basso e un comportamento irrispettoso nei confronti di centinaia di turisti non responsabili ed estranei a vicende interne con l’amministrazione e il ministero non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell’immagine internazionale di Pompei e di tutto il paese”.